5 settembre 2012

Mi scappa la pipì papà!

Nel pomeriggio c'è il Consiglio Comunale, il giacimento di spunti, nefandezze e colpi di scena più rigoglioso che si conosca in natura. Sbirciando i giornali ho appreso che sono molti gli argomenti all'ordine del giorno. A partire da interrogazioni e interpellanze, le pietanze più gustose di un pasto politico-amministrativo normalmente triste e ipocalorico. Oggi, su uno dei quotidiani locali, campeggia a tutta pagina un tema che non ha certo il sapore d'una prelibatezza ma quello acre e ammoniacale dell'urina: il degrado dei bagni pubblici, correlato alle spese da corte di Hammurabi di cui tanto si discusse negli anni passati. se ragionassimo con spirito benaltrista dovremmo affermare che con tutti i casini che abbiamo occuparsi dello stato dei vespasiani costituisce un vero e proprio attentato al buonsenso. E che i consiglieri Solari e Urbani, che l'hanno sollevato, dovrebbero guadagnarsi il gettone lasciando da parte la maleducazione civica degli uccelli e delle vesciche dei concittadini. Ma siccome non siamo così scioccamente benaltristi ci viene naturale riflettere anche sui cessi pubblici, perché la loro manutenzione rappresenta un segnale di ordine, bellezza e decoro che la città dona a se stessa e agli altri. Nel 1982, e mi si perdoni il parallelismo ardito, due criminologi americani - James Wilson e George Welling - formularono la cosiddetta "Teoria delle finestre rotte", secondo la quale se le persone si abituano a vedere le finestre rotte si abitueranno a vederne rompere anche altre senza che ciò susciti più la benché minima reazione. Tenere puliti i cessi, scandalizzarsi per il rigagnolo di urina che fuoriesce dai fori istituzionalmente adibiti al contenimento delle umane minzioni, indignarsi per il tanfo ammoniacale che ammorba l'aria, non significa essere dei cagacazzo a cui indichi la luna e ti guardano il dito, ma svolgere una funzione civica di primaria importanza. Nel piccolo di questo blog sto cercando di ripeterlo e gridarlo ai quattro venti: reprimere la bellezza o considerarla soltanto un effetto collaterale di scelte utilitaristiche, produce conseguenze enormi per la comunità e per la città. Questo vale per la rotatorie come per i vespasiani. Anche perché quando un territorio versa in stato di abbandono c'è sempre chi lo occupa e ci sguazza. Se vi interessa l'argomento date uno sguardo a un libro del 2000 dello psicologo americano James Hillmann "Politica della bellezza", dove si teorizza proprio la risposta estetica come azione politica. Ma dopo averlo letto evitate di chiederne conto ai nostri politici locali. Non sanno andare oltre le applicazioni gratuite al salone di bellezza o al solarium.
    

14 commenti:

  1. "Tenere puliti i cessi, scandalizzarsi per il rigagnolo di urina che fuoriesce dai fori istituzionalmente adibiti al contenimento delle umane minzioni, indignarsi per il tanfo ammoniacale che ammorba l'aria, non significa essere dei cagacazzo a cui indichi la luna e ti guardano il dito, ma svolgere una funzione civica di primaria importanza."
    BRAVO !!! e bravi anche Solari e Urbani che hanno portato l'argomento in consiglio !!!

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  2. ... visto che stiamo in tema di defecazioni e di estetica: "La Pinacoteca Civica fa cagare: venti croste di pittori mezzo anonimi, un po' di cristi e madonne in legno, qualche riempitivo di parete in forma d'arazzo e via andare" (G. Simonetti su questo blog).

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  3. Confermo il giudizio sulla Pinacoteca! visto che di Pinacoteche ne ho girate parecchio lo ritengo un giudizio equanime e fondatissimo

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  4. e pensate un po' cosa possono pensare quei poveri sparuti turisti che vengono a Fabriano per un giro turistico..... ci presentiamo alla grande!

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    1. All'inizio del Corso (salotto buono della città [cit.]) c'è il buzzico della monnezza. cosa vuoi aspettarti da una città che si presenta così?

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Speriamo che i turisti che giungono a Fabriano, non confondano i bagni pubblici con la Pinacoteca e viceversa.
    Essendo personale la sua opinione, anche se ingenerosa, va rispettata.
    Visto che la maggior parte dei musei italiani sono di interesse locale, come quello di Fabriano, ne segue - secondo i suoi parametri di valutazione - che l'Italia è piena di migliaia di musei che fanno (probabilmente) cagare.
    Che cosa possiamo fare? Li chiudiamo tutti? Andiamo a visitare solo i musei che conservano le opere d'arte più celebri? Vendiamo i quadri che fanno cagare? Li regaliamo a paesi che hanno meno patrimonio artistico?
    Credo che bisognerebbe essere orgogliosi del poco o del tanto patrimonio culturale della propria città.

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  8. Bisogna essere orgogliosi di ciò che merita e non solo di ciò che c'è. Mi dica una sola ragione per cui la Pinacoteca di fabriano possa risultare attrattiva. ragioni vere e non generiche se non le dispiace.

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    1. Quando Lei avrà la bontà d'illustrare con argomentazioni "non generiche" i motivi per cui pensa che le opere della Pinacoteca di Fabriano facciano "cagare", Le risponderò con uno scrupolo che (spero) risulti pari alle Sue riflessioni.
      Per doverosa precisione le Sue affermazioni appaiono, almeno ai miei occhi, generiche quando presenta le opere della Pinacoteca come: "venti croste di pittori mezzo anonimi, un po' di cristi e madonne in legno, qualche riempitivo di parete in forma d'arazzo e via andare".
      Se invece ha meglio da fare, che perdere il Suo tempo prezioso riflettendo sui motivi critici che stimolano la defecazione ai visitatori della Pinacoteca. La capisco perfettamente e possiamo chiudere qui questo dibattito.
      Lei resti della sua opinione e io, come milioni di appassionati d'arte, continuerò a visitare anche quei piccoli musei che, come quello di Fabriano, la fanno "cagare".
      Riguardo all'orgoglio, sono nato a Fabriano, ci vivo e per quanto malandata, sono orgoglioso della mia città. Altrimenti avrei cambiato aria da un pezzo.
      Sospetto che anche per Lei, visto che dedica del tempo per riflettere sulla realtà presente e futura di Fabriano, questa città sappia meritare la Sua attenzione per uno o più motivi.
      Buone riflessioni.

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  9. Tra l'altro al teorie delle finestre rotte ebbe dei risultati soddisfacenti a new york. per quanto a descriverla possa sembrare una cavolata.
    Certo appliccata alla lettera può portare a devianze un po' pericolose

    P.s.il mio nickname deriva da una canzone, non da Himmler

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    1. la tua opinione mi sembra piuttosto articolata e già di per sé cancellava ogni sospetto sul nick. Ma ti ringrazio comunque per la precisazione a nome mio e di tutti i lettori del blog.

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  10. Caro GIan Pietro non ci piove che il problema dei cessi non ha alibi e che la bellezza abbia una funzione politica, dalla notte dei tempi, l'innalzamento di templi imponenti in Grecia a Roma, le piramidi, erano tutti simboli non solo religiosi ma anche di espressione e potenza della classe dominante oltre ad essere sintomatico di un assetto civile e politico propulsivo. Il problema che esaminando la questione risulta evidente che le bellezze di Roma antica furono fatte con la potenza economica di un Impero, quella dei Veneziani con i soldi dei traffici nel mediterraneo, Firenze fu resa immortale dai geni quali michelangelo o Leonardo ma che a loro volta usufruirono dei soldi dei banchieri d'Europa, Londra dalla ricchezza dell'impero su cui il sole non tramontava mai ecc.. Insomma alla fine condizione necessaria (anche se non sufficiente!!) è la disponibilità del vil denaro e quindi mi sovvengono altre notizie dei giornali locali nelle quali l'opposizione propone lodevolmente tavoli di discussione ed istituzione di una commissione sul lavoro, chi non è d'accordo su questo sarebbe come negare che si debba volere bene alla mamma!!! ma da strafegatato adoratore di Macchiavelli, mi interessa in modo ossessivo il "fine" cioè al di la dei convegni su visioni e proposte generali con l'esaltazione della nostra superiorità genetica rispetto ai concorrenti, mi piacerebbe che qualcuno venisse a presentare con lo stile del "conto della serva" uno o più prodotti che qualcuno ci compra (e se lo fa, se non è scemo, è perchè è competitivo) e la ricchezza che ne deriverà. Insomma sono interessato a quella che Roberto Sorci mi ha insegnato quando molti anni fa discutevo con lui di un progetto che avrei poi discusso con Andrea Merloni, Roberto mi disse che al di là di tutti i discorsi l'attuale presidente dell'Indesit sarebbe stato precipuamente interessato alla "bottom line" cioè a ai soldi che tale progetto avrebbe generato. Mi aspetto pallottole da tutte le parti, chiedo solo di mirare al cuore e risparmiare il viso da donare intatto alla madre straziata!!!!!!!
    Giuseppe Gagliano
    La Spada dell'Islam

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  11. Mi dimenticavo, ahimè l'età, la notizia di cento esuberi alla Best, questa mi pare, purtroppo la notizia che sopravanza di gran lunga il problema dei cessi!!!
    La Spada dell'Islam

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