5 marzo 2013

Istinto vandeano e frazioni a 5 Stelle


Fabriano ha conosciuto una lunghissima stagione di potere cristallizzato e non contendibile, esercitato da una Democrazia Cristiana potente, ramificata e capace di includere attraverso la leva del clientelismo pubblica e del collocamento privato. Chi volesse comprendere le ragioni di questa glaciazione e l'origine di una subcultura tanto profonda e tentacolare può districarsi scegliendo il filone più adatto al proprio sentire: addentrarsi nei meandri più blasonati e retorici della sociologia economica; meditare su alcune declinazioni peculiari e critiche del distretto metalmeccanico; sviscerare gli effetti di un sistema creditizio capace di drenare risorse dalla grande impresa e di redistribuirle all'indotto attraverso il dispotismo felpato della Cassa di Risparmio. Ma volendo c'è pure un altro modo per sviluppare conoscenza: ricorrere alla lezione dei modelli di insediamento abitativo, ragionare politicamente a partire da un centro urbano costellato di frazioni sparse su un territorio ampio e per questo condannate all'autoreferenzialità e all'isolamento. Una configurazione spaziale e urbana all'interno della quale ogni frazione si autopercepiva come una piccola patria, col suo comunitarismo da tutelare, il suo politico democristiano di raccordo e il residente di di riferimento, ritagliato ad hoc come collettore di esigenze e bisogni che venivano trasferiti al referente politico e dal referente precipitavano nelle scelte amministrative, in modo tale da rigenerare, in forma permanente, uno specifico sistema di scambio e consenso. Questo equilibrio circolare ha fatto sì che le frazioni fossero la riconosciuta e vezzeggiata Vandea del potere, lo zoccolo duro del consenso alla Democrazia Cristiana prima e a Udc e PD poi, il luogo di una fidelizzazione politica concepita quasi come necessario dato di natura. Questo profilo immutabile della Vandea e dei suoi orientamenti politici ha trovato conferma in tutti gli appuntamenti elettorali, almeno fino alle elezioni comunali di quest'anno. Ma alle politiche di febbraio qualcosa è cambiato. Anzi, è accaduto l'inimmaginabile e cioè che le frazioni sono diventate, tranne qualche sporadica eccezione, lo spazio trainante del consenso al Movimento 5 Stelle. Al punto che i grillini - diversamente da quel che si poteva supporre - risultano percentualmente più forti nelle frazioni che in città. Nel 2008 Pd e Udc, ossia i due partiti alimentati dalla ex Democrazia Cristiana, raccoglievano complessivamente nelle frazioni circa il 52% dei voti. Nel 2013 i due partiti sommati arrivano al 26%, mentre il 5 Stelle si attesta attorno al 33% dei voti. Si tratta di dati che segnalano la deflagrazione di una subcultura e la dissoluzione repentina di una mentalità consolidata negli anni. Un fenomeno difficile da interpretare e che richiama il bisogno di un'analisi che, al momento, si limita alla formulazione di alcuni interrogativi. Il cambio di orientamento politico nelle frazioni è espressione di di un classico trasformismo o rappresenta una frattura strutturale, determinata dal collasso della fiducia riposta per anni nella capacità di mediazione economica e occupazionale del sistema merloniano? Oppure è cambiata la stratificazione sociale delle frazioni e di conseguenza la relazione di scambio tra centro e periferia? Al Movimento Cinque Stelle è stato offerto un consenso fluttuante o stiamo parlando di un un riposizionamento politico definito e duraturo? E' la modernizzazione comunicativa del 5 Stelle ad aver sedotto le frazioni o siamo alla percezione di un nuovo culto del capo con cui ricostruire ragioni di scambio inceppate dall'impoverimento dei corrispettivi merloniani? E questa struttura del consenso verrà messa a disposizione di un cambiamento radicale della politica cittadina o, piuttosto, costituirà un freno per le pulsioni movimentiste dei grillini? Si tratta di domande non oziose perchè, ancora una volta, è prepotente la sensazione di una Vandea capace di esercitare la propria egemonia sul centro cittadino, passando con disinvoltura dalla subcultura democristiana a un grillismo di massa, a una passione tecno-millenarista che ne smentisce il tradizionale moderatismo e l'antica vocazione conservatrice. Ragion per cui un interrogativo di sintesi rimbomba nella mente: trattasi di rottura radicale o di un modo nuovo e anomalo di interpretare la continuità?
    

16 commenti:

  1. Trattasi anche di disinformazione.. dal blog di grillo http://www.beppegrillo.it/2013/03/un_grido_dallit.html#comments Lui cita Miguel Mora: “Il laboratorio politico italiano ha partorito una novità assoluta in piena crisi delle democrazie europee: gli indignati, giovani ma non solo, hanno preso il parlamento attraverso le urne. A capo di questo voto trasversale c'è Beppe Grillo. Bollare il suo MoVimento come populista è una semplificazione inutile. La politica dei partiti agonizza assieme al diktat ultraliberista che oggi la sostiene e l'Italia, culla del diritto, della bella vita e dell'arte, l'ha capito prima degli altri. Il problema della legittimità di Berlino e Bruxelles è evidente. Non si tratta di fermare "l'antipolitica" Bisogna vedere le cause di questo movimento. Angela Merkel ha imposto a greci, italiani, portoghesi e spagnoli un'insopportabile austerità che ha reso i cittadini schiavi senza futuro. Il grido che viene dall'Italia è il sintomo di dissenso di massa. E' l'ora dei grillini. Governare per decreto a favore di banche, aziende ed élite privando i giovani del presente porta a questo. La Terza Repubblica italiana è nata. Resta da capire quanto ci metterà a propagarsi il contagio e dove attecchirà." Ma si dimentica di mettere anche la postilla a questo discorso: Como pasó en los años veinte del siglo pasado con el surgimiento del fascismo, ... Il Web tradisce ecco l'originale: Como pasó en los años veinte del siglo pasado con el surgimiento del fascismo, el inagotable laboratorio político italiano ha parido una novedad absoluta en plena crisis de las democracias europeas: los indignados —jóvenes pero no solo— han tomado el Parlamento desde las urnas. Al frente de ese voto transversal que exige a golpes de tuit y megáfono limpieza y transparencia, el cómico Beppe Grillo se ha convertido en el capo popolo (líder del pueblo) posmoderno e internauta que decidirá la suerte del país y del continente. Denigrar a su movimiento como un mero fenómeno populista es una simpleza inútil. La política de partidos nacida tras la II Guerra Mundial está agonizando a lomos del diktat ultraliberal que lo sostiene hoy, y los italianos, cuna del derecho, la buena vida y el arte, lo han detectado, como suelen, antes que nadie.
    CS

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    1. Aggiungiamo anche alfred rosemberg il teorico della razza ariana e tutto è chiaro.

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    2. gli indignados...che fenomeno farlocco...spazzati via dalla storia nel giro di 1, massimo 2 manifestazioni...

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  2. Il mio post è molto più modesto....capire perchè la Vandea fabrianese ha scelto massicciamente il Movimento 5 Stelle. Curiosità più antropologica che politica a dire il vero.

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  3. Maestro, lascia stare, moriremo democristiani

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  4. Il Generale Inverno05 marzo, 2013

    La frazione è la residenza del metalmezzadro, categoria sociale ed economica declinata nei manuali di economia. Il metalmezzadro si è, ed ha, alimentato con il voto di scambio. Ora le fabbriche hanno chiuso, quelle rimaste stanno chiudendo. Figli e nipoti dei proprietari sono irrilevanti. A meno che non si riproponga un nuovo voto di scambio, si manifesta il malcontento. In realtà l'antropologia è la stessa ed è l'unica che accomuna fabranesi, napoletani ed extracomunitari che hanno abitato ed abitano le frazioni. Non è contagioso il richiamo al senso di cittadinanza ma a quello della panza.

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    1. Le frazioni hanno salvato Sagramola dalla disfatta.

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  5. evviva la gnocca!

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  6. Castriconi forever!

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  7. a mio avviso, le frazioni, sono da sempre più "vive" del capoluogo...la gente collabora, partecipa...
    secondo me, sono le nuove generazioni, che si trovano strette nella metalmezzadria, ad aver spostato gli equilibri
    _________________
    G.R.

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    1. Se estendiamo il contesto includendovi alcune enclave cittadine abbiamo un bel tema su cui discutere

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    2. Estendiamo e discutiamo allora...

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    3. quali sono le enclave???...a me, viene in mente una parte del borgo...

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