12 marzo 2013

Le istituzioni sospese tra puritani e suburra

In un commento lasciato ieri pomeriggio al post su Ambramola, Marco Ottaviani ha messo nero su bianco un'agghiacciante diagnosi personale sulla moralità politica dei consiglieri comunali fabrianesi. Suddividendoli in categorie e indicando anche una percentuale di incidenza relativa a ciascun raggruppamento: il 30% dei consiglieri, a suo dire, partecipa solo per incassare il gettone di presenza; il 50% si reca a Palazzo Chiavelli per curare e tutelare interessi personali e il restante 20% si presume, perché Ottaviani non lo specifica, faccia il proprio dovere con scrupolo e diligenza. Sappiamo bene come qualsiasi classe scolastica annoveri al suo interno un repertorio alquanto di somari, copioni, secchioni, e lucignoli, perché tra gli esseri umani vige un'articolazione profonda di caratteri, di capacità e di vocazioni. Ma è sconvolgente immaginare un'assemblea elettiva, frutto della scelta dell'intero corpo elettorale, che può contare - secondo il parere di un suo autorevole rappresentante e non in base a opinioni raccolte il sabato mattina tra le bancarelle del mercato - solo su cinque consiglieri comunali su ventiquattro, all'altezza del ruolo che ricoprono. I difensori del sistema spiegherebbero questa tendenza ricorrendo a un vecchio mantra e cioè che ogni popolo ha il governo che si merita. Il problema è che il popolo elegge in base a una specifica offerta politica che comprende simboli, programmi e candidati. E se il popolo sceglie così male è facile che abbia comunque scelto il meno peggio tra ciò che si è trovato davanti. Quindi sbaglia Ottaviani quando inquadra nel concetto di romanticismo la mia difesa del Consiglio Comunale, per la semplice ragione che questo blog difende l'istituzione e non certo gli eletti in carne ed ossa, che sono tutti transitori e anche fisiognomicamente emblematici della decadenza che viviamo. Difendere la dignità del Consiglio non è quindi un omaggio alla sacralità delle istituzioni o un salvagente lanciato agli eletti, ma un terreno di lotta politica perché ci sono forze che vogliono ribaltare l'idea della democrazia rappresentativa in nome di una democrazia diretta che presuppone la disarticolazione degli organi elettivi. In questo senso aver alimentato nei cittadini l'idea che il livello miserabile degli eletti sia una giusta causa di delegittimazione degli organi elettivi, costituisce un crimine politico per il quale i partiti dovrebbero essere messi sul banco degli imputati, seguendo le orme di quel profetico processo al Palazzo che aveva animato le ultime, apocalittiche riflessioni di Pierpaolo Pasolini nelle Lettere Luterane. L'origine del male, in sintesi non è il Consiglio Comunale in sé o i suoi costi - che sono sempre poca cosa rispetto ai veri sprechi municipali - ma il livello a cui è ridotta la classe dirigente dei partiti politici che si riflette anche nelle istituzioni. In questo senso Grillo ha creato un Movimento di persone che ci credono, che sono pronte alla mobilitazione, che stanno sempre sul pezzo. Persone che somigliano molto agli omini obbedienti che finivano nel tritacarne di Another Brick in the Wall, dopo aver marciato seguendo il comando tambureggiante e potente di una sola voce e di un uomo solo. Ma nonostante il vizio d'origine che li pregiudica e li rende indigesti i grillini sono di certo un coacervo granitico, che sfonda e carica come le testuggini dei legionari romani. Ai movimenti e agli urti di questa massa aizzata i partiti come rispondono? Tesserando sfigati di paese dotati di cospicue riserve elettorali, inquadrando teste di legno capaci solo di condurre le vecchiette al seggio, eleggendo strani soggetti che provano una fatica quasi mineraria a generare una frase di senso compiuto, attribuendo incarichi di gestione politica a ritardati incapaci di qualsiasi gesto che non sia direttamente connesso a un qualche magheggio o a qualche sozzeria. Il problema quindi non è il romanticismo di chi difende l'istituzione Consiglio Comunale ma di chi genera la suburra che porta in Consiglio Comunale persone indegne di esercitare la rappresentanza. La spazio è strettissimo e una una verità va rimarcata: le istituzioni elettive sono, nel contempo, colpite dal maglio grillino e consumate dalle miserie del partitismo. E dentro questo bipolarismo sempre più nichilista ci sono solo la decadenza e il declino. Amen
    

9 commenti:

  1. Il problema sta tutto nell'impegno del consigliere.Nessuno è indegno, ma tutti avrebbero il dovere di conoscere le tematiche attraverso lo studio di ciò che andranno a votare. Questo, a mio parere, non succede, stando a quanto registro da dieci anni a questa parte seguendo il consiglio da giornalista. Vedo indolenza, atteggiamento molto più grave del mancato rispetto degli orari.

    Alessandro Moscè

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    1. se dovessero rispondere delle scelte e dei voti, forse, l'impegno, ce lo metterebbero...forse.
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      G.R.

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  2. Il Monastico12 marzo, 2013

    Rilancio il carattere romantico della tua (o nostra)visione. Leggo da wikipedia: Nel movimento romantico non c'è un riferimento preciso a un sistema chiuso di idee che possa compiutamente definirlo ma esso fa piuttosto riferimento a un "modo di sentire" a cui gli artisti del tempo adeguarono il loro modo di esprimersi artisticamente, pensare e vivere.
    Qualche anno fa, commentando l'implosione fabrianese, feci diagnosi di melancolia. Direi che tu (o noi) ne faccia(mo) parte di diritto.
    Solo che i preromantici dello Sturm und Drang siano divenuti, con i grillini, i post-romantici.

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    1. Dottore, da Lei, una citazione da wikipedia, proprio non me l'aspettavo!!!
      ______________
      G.R.

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  3. Sinceramente non mi sembra per nulla una novità.
    E' il quadro che mi sono sempre fatto, sia delle amministrazioni locali DI TUTTA ITALIA, sia di quelle centrali.
    Il 20% secondo me è proprio una stima reale di coloro che in generale, non solo in politica, sono disposti ad OFFRIRSI nel nome di un principio, di un credo, di una bandiera, caricandosi di responsabilità e lavoro in modo incondizionato dai benefici che ne potrebbe trarre.
    Lo troviamo in club, in una cooperativa, in una società di persone, al Palio...
    A volte la percentuale si alza, magari è uno spirito diverso che la coinvolge (spirito cristiano, tifoseria sportiva, vigore politico), ma in tutta la mia vita non mi è capitato MAI di assistere a situazioni dove 10 persone unite sotto l'insegna di un progetto si siano REALMENTE divise le risorse in maniera equa.
    C'è sempre l'ingenuo, il bonaccione, l'amico, il puritano, ma anche l'arrivista, il furbo, il pigro, il magnaccia, il tirchio, ecc...
    Ora, figuriamoci in un ambiente autoregolamentato.
    Il problema è sono molti gli ingenui che pensano il contrario.
    La politica non è marcia, è semplicemente umana.
    Non va abolita la politica, ma come viene regolamentata.
    Su questo argomento hanno pienamente ragione i grillini.
    Il problema è che sono così ingenui da credere di poterla cambiare.

    Sul discorso "gettone fabrianese", beh, credo proprio che il metro per verificare l'appartenenza a quel 20% di politici non opportunisti sia proprio da ricerca tra quei pochi voti favorevoli.

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  4. Il problema è che tutti si riconoscono in quel 20%

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  5. A mio modesto parere, in questo comune come nel nostro sistema paese,nelle braccia e nella testa,nel sale del sudore come nella luce dell'ingegno,finchè il termine Merito verrà sempre associato ad esercizio da visionario se non addirittura a congettura dell' eversivo relegato nell'immaginario dell'autoreferenzialità a mezzuccio per nutrire le fauci di un nuovo potere,nulla potrà cambiare ed i migliori saranno messi in fuga.Continueremo così ad ammirare o invidiare i più furbi e temere la bassa prosopopea dei mediocri e dei lacchè.

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  6. cerchiamo la qualità (merito, meritocrazia) in un sistema che premia la quantità (la maggioranza vince, no?).
    ce la prendiamo con gli errori dei singoli mentre sacralizziamo ed eternizziamo un sistema che ha nel suo "dna" la generazione di errori: il sindaco di fabriano ce la può fare a rappresentare gli interessi di 30.000 cittadini? e un parlamentare italiano che mediamente ne deve rappresentare circa 60.000?
    il problema non è la buona/malafede, il problema è che gli uomini fanno errori, non possono non farli...cosa che addirittura ha anche un risvolto estremamente positivo, visto che la capacità di imparare dagli errori fatti si è rivelata un importante meccanismo evolutivo!
    non ho dubbi che la democrazia rappresentativa sia un sistema migliore dei faraoni, degli imperatori, della monarchia e di dittature varie...ma siamo sicuri che sia ancora oggi in grado di garantire la "supremazia del popolo" sugli imponenti cambiamenti sociali determinati dagli sviluppi dell'economia e della tecnologia negli ultimi 30 anni?
    la nostra superiorità quantitativa (materiale) rispetto alle epoche passate viene automaticamente associata ad una superiorità intellettuale, per cui anche le nostre convinzioni sarebbero le più giuste, le meno peggio possibili...ma siamo sicuri di essere i più intelligenti, svegli, giusti e acculturati della storia? a me spesso sembra che siamo solo gli ultimi arrivati...ingenui e molto presuntuosi.

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  7. Da ultimo preferirei seguire uno dei primi piuttosto che farmi guidare dal tornaconto di un altro ultimo.Potrei almeno cullare l'idea di una crescita.

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