8 marzo 2013

Un, due, tre stalla!

Ipotesi su Fabriano. Esperimenti scolastici senza tronfie pretese di concretezza e di successo, ma buoni per abbozzare un ragionamento e trarre qualche conclusione. La giunta Sagramola è ogni giorno più incorporea. Vaporosa e vaga come un cielo spennellato di cirri. Siamo politicamente in regime di sede vacante, nonostante il centrosinistra possa rivendicare, oggi, una maggioranza possibile e potenziale molto più ampia di quella sgraffignata al popolo sovrano nella scorsa primavera. L'opposizione, infatti, è limitata a sei consiglieri stanziali mentre attorno è tutto un viavai di nomadismi e di transumanze, accompagnate da un solo, snervante quesito: come uscire dalla stalla e dallo stallo. Ci sono tre modi per dirimere la questione della sede vacante, ovvero l'inattività da delegittimazione che fa del primo cittadino un'istituzione dimezzata: sopravvivere, in assenza di peso e di gravitazione, fino alla scadenza del mandato, sperando in una rabbia popolare interrotta, incanalata o rifluita nell'oblio di un sagramolismo inceppato e smarrito in poche lune; imbracare il Sindaco con un rimpasto epocale che trasferisca alla Giunta una quota dei poteri dell'eletto direttamente dal popolo, delineando una gestione collegiale da molti ritenuta praticabile e salvifica; interrompere traumaticamente il mandato votando una mozione di sfiducia prevista dal Testo Unico degli Enti Locali e recepita dallo Statuto del Comune di Fabriano. Allo stato attuale la soluzione più realistica è quella del galleggiamento inerte, perché è la scelta che comporta minore dispendio energetico e minore produzione entropica, anche se in prospettiva è quella che più indispettisce un elettorato liberato di vincoli e quindi autorizzato a ogni jacquerie e a qualsiasi effervescenza. Il rimpasto, infatti, avrebbe bisogno di un regista di equilibri complessi di cui non si scorgono né profilo né stazza. Così come non ci sono né i numeri né la volontà politica per determinare un collasso formalmente accertato dal voto di sfiducia, perché la finalità prevalente di chi governa è durare, sperando che passi presto la piena e la nuttata. Un punto chiave è, quindi, comprendere cosa intende fare l'opposizione cosiddetta stanziale: se proseguire con l'opposizione di Sua Maestà - pacifica, costruttiva e lautamente British - o se cogliere l'occasione di un'azione sismica da catalizzare prima che i poteri locali trovino nuove occasione di ristrutturazione e consolidamento. La sensazione è che siano sufficienti un paio di manifestazioni ben concepite per generare l'attacco di panico risolutivo in una politica abituata agli strapuntini, alle comodità e alle penniche ronfanti. D'Onofrio dacce er via dicevano i comunisti romani pronti a trasformare la Resistenza antifascista nel primo vagito della guerra di classe. A Fabriano, purtroppo, er via non lo dà nessuno perché chi ha vinto si guarda bene dal mettere in fuga un avversario al tappeto e preferisce rintuzzare con la puzzetta al naso e la cartellina sottobraccio. Ma visualizziamo, per puro gusto della congettura, una piazza capace di dare la spallata: il sindaco emerito Sagramola esce di scena e si torna al voto. Col meccanismo delle preferenze il centrosinistra recupera qualche consenso, si riposiziona attorno al 35-40% e spinge il 5 Stelle tra il 20 e il 25%, col centrodestra in terza posizione attorno al 17-20%. A quel punto che fanno i pentastellati? Non si apparentano e puntano su una Giunta fortemente civica che possa attrarre anche il voto del centrodestra e quelli dei sinistri inveleniti, emulando il modello Parma. Per fermare questa deriva dei continenti il Pd dovrà contrapporre sin da subito al nuovismo grillesco una sua narrazione convincente e fresca. Ma siamo appunto alle ipotesi di scuola che cozzano contro due dati di natura: il centrosinistra, in veste di Sansone, difenderà Sagramola e il 5 Stelle non avrà il coraggio di usare la piazza, ripiegando su ordini del giorno e mozioni che sono la rivoluzione declinata in carta, penna e calamaio. Perché la routine e le zone di comfort, alla fine, prevalgono sempre sull'entropia sudata e tesa delle rivoluzioni. Non è disincanto forzato ma ancora e sempre pessimismo della ragione, antidoto d'ogni volontarismo e d'ogni ottimismo mal riposto.
    

9 commenti:

  1. la piazza...al massimo un flash mob...

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  2. La Piazza...ci passò una lepre pazza...

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  3. Ma lo sapevano i fabrianesi che un sind aco resta in carica 5 anni? Non è che si possono fare elezioni ad ogni livello quando, forse, cambia il vento

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  4. Mi sa che non lo vogliono più manco quelli della sua maggioranza. L'unico loro problema si chiama exit strategy. E mi sa che Sagramola è l'unico a non sapere della partita che si sta giocando alle sue spalle

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  5. "il 5 Stelle tra il 20 e il 25%", caro Miura ma non è un pò pochino?? chi dovremo votare a fabriano ancora l'udc o il pd???

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    1. Alle amministrative ci sono le preferenze ed entrano in gioco mille fattori. E il clientelismo che funziona molto di più che alle politiche e i candidati sono centinaia....e tutti a correre per prendere voti come un formicaio impazzito. E' un'altra storia

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    2. Non voglio farla lunga ma il discorso mi interessa.
      Credo che il 5stelle possa organizzarsi meglio a fabriano; mi sembra che finora - nel consiglio comunale - siano un pò impastoiati, moto rumore per nulla e molta inesperienza. E lo dimostra il fatto che in questo momento, dove potrebbero osare, stanno fermi belli immobili (almeno questa è la mia sensazione, ma io non frequento il palazzo nè le piazze). Ma se per altri motivi si va alle urne e sti qui si organizzano e forti della situazione nazionale, credo che siano volatili per diabetici per tutti. sbaglio?

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    3. Sono d'accordo con te. Il tempo non gioca a favore die grillini. Ma per ora sembrano molto prudenti. Vedremo nelle prossime settimane se faranno i bravi ragazzi o se daranno la spallata

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  6. UN altro caso di possibile cognatismo. Per fortuna nelle marche non c'è questa malattia

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