9 giugno 2012

Scene da un matrimonio

Eccoci, Ci siamo. Alle 16.10 salgo le scale di Palazzo Chiavelli accompagnato dai miei infanti, opportunamente ricattati a colpi di figurine e camaleonti in gomma. Mi si para innanzi una muraglia umana. Entrare nella sala del Consiglio è quasi impossibile. Mi faccio largo, sorridendo, in un pantano di maglie sudate, di aliti che evidenziano digestioni avanzate, di facce di cittadini scettici ma partecipi. Tiro fuori subito la videocamera immortalante ma da gran coglione mi sono dimenticato di portarmi la cassetta. Vabbè. Facciamo senza e ci affidiamo all'occhio miope, ma saggiamente supportato da vetreria graduata. Parte l'Inno di Mameli e per un leghista come me è subito sera. Una culona matricolata mi schiaccia alla porta d'ingresso. Sorriso d'ordinanza e sguardo rivolto al prode Ennio Mezzopera, che vorrebbe essere tra i banchi ma non può per motivi di preferenze e allora s'impettisce all'Italia s'è desta. A forza di sgomitate educate ma perentorie mi facco largo tra la calca. Sono venuto a godermi queste scene da un matrimonio. Ma sto giro me ne fotto della sposa e del suo maquillage. Mi attirano i parenti vicini e lontani. Primo colpo d'occhio: Sergio Solari, assiso nello scranno di Presidente Anziano. Vestito blu, sguardo blu, eloquio sciolto per essere un novizio. Insomma una gradita sorpresa, non fosse per un'improbabile cravatta a righe trasversali che fa molto Fini ma poco fine. Peccati veniali. Di gioventù. Stacco. Passiamo oltre.  Alla mia destra Francesco Leporoni, verde per caso, in giacca verde coloniale con toppe ai gomiti. Capelli incolti, barba incolta. Incolto come un giardino pubblico abbandonato e lo sguardo impacciato piacione. Unico conforto la brocca d'acqua davanti. Stacco. La cinepresa oculare punta sull'opposizione che mi sta davanti. Urbani in  camicia. Senza maniche rivoltate, allacciato fino al penultimo bottone e le spalle clamorosamente a trapezio. Parla, bisbiglia, dispensa e consiglia. Un vero consigliere anziano. Alla sua sinistra la novizia Giovanna Leli, con un sorriso ostentato da Gioconda di Collamato. Per due ore nette neanche un broncio, un sussulto, uno sbuffo insofferente. Al suo fianco Danilo Silvi in camice bianco da salumiere. Guarda fisso il microfono e più non dimandare. Ma il top è Silvanello D'Innocenzo. Sardonico. Di nero vestito con giacca chiara a stimolare contrasti. Sta preparando il colpo gobbo ma non lo dà a vedere. Appena sotto l'opposizione dura e pura. Sergio Romagnoli del Cinque Stelle, fresco di barba e capelli, sembra un camallo giovane, un Fronte del Porto, un Marlon Brando in giacca e t-shirt che si trattiene a stento dall'inveire contro la casta che non suda. Di lato il Navajo Josi, con gli occhioni persi e la strana sensazione di voler essere altrove. Stacco. Ecco Emanuele Rossi, il Putto Sel_lerino che se ne fotte del cerimoniale ed esibisce l'unica manica corta, addolcita da un gilet di colore e taglio opinabili. Appena sopra Marco Ottaviani, nel solito abito grigio speranza e il volto immobile da maschera incaica che percepisce il peso di un mandato senza giochi di luce. Stacco. Di nuovo a gomitate sorridenti cambio posto e prospettiva e mi godo la maggioranza. Pellegrini immobile e circondato da una colata di tessuto adiposo che si va liquefando su una camicia bianca segnata da canotterione fantozziano. Perchè quel che ripara dal freddo ripara pure dal caldo. Mio padre docet. Insomma un mix tra Mario Borghezio e Giulianone Ferrara. Urge dieta dissociata. E poi Renzino Stroppa, con camicione a scacchi da corleonese che medita vendette. E quindi Giancarlino Bonafoni - Giancarlone è solo la sposa che oggi lasciamo festeggiare in solitudine- sempre uguale a se stesso: occhi a piagne, giacca a righe fitte da nausea ottica e jeans da lupo grigio in cerca di giovinezza. E poi le donne subentranti: Lilia Malefora in nero Idv, Sandra Girolametti in nero forense e Claudia Mattioli in rosa antico, con punto interrogativo incorporato: che cazzo c'entro con tutta sta faccenda? Ma la star della giornata è una sola: Pinone Pariano. Altra persona: via i bermuda da consigliere per caso e la magliettona aderente da weekend in famiglia. Oggi in straordinario abito blu e cravatta granata si prepara alla nomina a Presidente del Consiglio Comunale. Attende, freme, sgambetta, morde il labbro, beve, suda, poi beve ancora ma suda di nuovo. Alla fine il voto che lo incorona. Sale sullo scranno più alto: tre parole in croce, si scusa per l'emozione. D'Innocenzo, perfido, lancia l'applauso. Ricomincia a parlare. Poi la voce si rompe di nuovo. Si appella ad Alianello che, da assessore ai lavori pubblici con inutile occhiale da sole appoggiato alla testa, produce la prima opera importante: riempie d'acqua il bicchiere di Pariano che riprende a parlare incespicando e alla fine, a microfono spento, confessa di aver avuto stimoli permanenti al budello cularo nel corso della giornata odierna. Nessuno sa che fine abbia fatto la scorta di peperoncini calabri di casa Pariano. Ma oggi forse una spiegazione c'è. Giorgio Saitta in blu elegante assiste indifferente, come un'icona di Bisanzio, un Cristo Pantocratore pronto a dispensare servizi sociali e caponata. Statuario, solenne, con un'imponenza insulare da brivido di soggezione. L'esatto contrario di Tini, che sordianamente ride, cazzeggia, approva perchè ha capito che l'opposizione non gli farà barba e capelli con la storia dell'incompatibilità. Assiste alla scena il Magnifico Castriconi: t-shirt bianca, testa morena e giubbettone pesante perchè non sia sa mai che arrivi qualche spiffero, qualche raffreddore e fastidiosa raucedine. A proposito di Tini: all'uscita zompetta sorridente verso l'Arco del Podestà. Lo vedo passare e grido: Sindacooooo! Lui immediatamente si volta, prova provata che si sente il primo e non il vice della sposa. L'unico colpo di scena di un matrimonio senza sussulti lo regala, agli astanti, Silvano D'Innocenzo. Si racconta che appena concluso l'intervento di Pariano si sia alzato per complimentarsi col Presidente e abbia consegnato, al Segretario Comunale, l'avvenuta costituzione del gruppo Pdl. Con lui capogruppo, ovviamente. A distanza di pochi minuti stessa operazione del trio Urbani, Silvi, Leli. Ma il passaggio a livello era chiuso e i tre entreranno nel gruppo del Pdl solo con il consenso di quella Mosca Cavallina del Silvanello, che si è incazzato come un cifero per non essere stato invitato alla cena della minoranza di ieri sera. Stando così le cose di un'opposizione già incartata di conflitti, bene ha fatto la sposa sagramolata a uscire da Palazzo Chiavelli col giubilo negli occhi e nella barba. Adesso può contare su un matrimonio felice e indissolubile con la sua maggioranza. Hanno magnato tutti ed è tempo di digestioni serene e ruminanti. Non era per niente detto. Non era per nulla scontato. E chi ben comincia è a metà dell'opera.
    

7 commenti:

  1. La cravatta che dimostra assenza di stile è quella di Pariano, non di Solari. Sul blu bisogna staccare, mica eravamo ad un funerale. O no?

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  2. E' la prima volta che vedo Pariano senza bermuda e maglia attillata alla panza. Quindi salto di qualità oggettivo a prescindere dalla cravatta. La regimental di Solari con righe rosa non andava bene. Ma Sergio ha dimostrato disinvoltura politica e fare accattivante. Si poteva anche mettere la cravatta gialla. Sarebbe stato bravo lo stesso

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  3. Dopo anni di fedele presenza in consiglio ieri sono andata con mia nipote al circo Orfei, spettacolo stupendo e giornata meravigliosa.

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  4. La cravatta gialla la può portare solo Galliani !!!

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  5. Mi domando una cosa...la prima: chi sarà mai il Rinaldo Orfei del Circo Barnum consiliare? Sono aperte le votazioni..

    Condivido: cravatta gialla solo per Galliani, con quel fare brianzolo e la testona pelata. Qui possiamo consentirla solta se compare all'orizzonte un Ibra del buongoverno. E mi sa che per il momento ci dobbiamo accontentare di quella granata dell'ottimo Pariano!

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    1. Ibra è troppo solista, si mangia i "compagni". Servirebbe un Pirlo, ma mi sà che ci dobbiamo accontentare della declinazione al femminile del suddetto....

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  6. :)))))) assolutamente d'accordo!!!

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