27 giugno 2012

I tre segni velenosi di El Raton

Uno spettro si aggira sul Ponte dell'Aera. Lo spettro di El Raton. Liberato, non per scelta ma per obbligo di legge, dalla prigione del terzo mandato, vaga ormai a piede libero meditando la replica di antichi sortilegi. Gli stolti, abbarbicati alla memoria breve del presente, ne ridimensionano il potenziale nefasto descrivendolo, come al solito, loquace ma attrottolato su se stesso. Gli esegeti del rito sorciano, più opportunamente, ne segnalano invece l'inconfondibile simbolismo che prelude all'attacco. Roberto El Raton ha una concezione seriale dell'omicidio politico. Le sue vittime passate e future, di solito, girano in fascia tricolore e commettono tutte lo stesso, fatale errore: considerarlo un'innocua vestigia del passato. E' una banalizzazione di cui l'Omicida Seriale si serve per sviluppare il suo humus e convincere gli avversari ad abbassare la guardia. Ma chi lo conosce bene sa decifrarne ogni fotogramma. Anche quello in apparenza più irrilevante. A partire dall'ora delle telefonate. El Raton, quando indossa abiti istituzionali, è uomo di conversazione pomeridiana. Quando si traveste da tanghero messicano scavalca brillantemente il vespro e il crespuscolo e compare con telefonate fluviali diversamente modulate a seconda del dosaggio venefico da instillare: alle 20.30 telefonata ad elevata immunizzazione per il ricevente. Alle 23.30 trilli al sapore d'arsenico in cui ogni parola rimanda ad altro e poi ad altro ancora. Secondo campanello d'allarme: gli articoli ai giornali. Quando Roberto El Raton comincia ad inviare cartelle tematiche all'Azione vuol dire che il tema trattato è poco più che un pretesto per lanciare imperativi e avvisi A destra e a manca. A Francesco Santini, eletto Sindaco nel 1998 con lo slogan riveduto e corretto "ti ascolto per fare...come me pare", attraverso la modalità giornalistica fece letteralmente barba, capelli e ascelle. E a quanto mi risulta l'opera seriale di destrutturazione è già cominciata con un triplo filotto reale di articoli inviati al settimanale diretto da Carlo Cammoranesi. Ma non rivolta a Sagramola, che non pare essere una sua vittima sacrificale, ma piuttosto ad Angelo Tini, il leader principale del cerchio magico. Adesso siamo in attesa del terzo segnale d'allarme ossia l'organizzazione di qualche evento culturale apparentemente di secondo piano: la presentazione di un libro di qualche improvvisato scrittore locale, una mostra di croste d'autore, una rassegna di unghie smaltate. Così che il popolo della politica possa pensare che El Raton ha trovato un giochetto innocuo con cui baloccarsi. Situazione adattissima per muoversi sottotraccia e senza troppi sguardi attenti. Conoscendolo attendiamo con fiducia. Certi che non ci deluderà. Ne ora ne mai. Banzai!
    

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