6 giugno 2012

Se Atene piange Sparta non ride

E’ cominciata la guerra dei ricorsi: sull’attribuzione dei seggi e sulle ineleggibilità. Quello di ricorrere alla magistratura amministrativa e a quella ordinaria è una possibilità fondamentale offerta dallo stato di diritto. Ma chi ha frequentato scuole politiche serie sa che la politica non può essere surrogata dalle toghe. Quando ero ragazzo e frequentavo il Partito Comunista – scuola serissima anche se grigia e mortificante – circolava una battuta che conteneva una visione strategica del problema: mai incamminarsi lungo la via giudiziaria al socialismo. Il significato era molto chiaro. Il primato è della politica e dove non arriva la politica ci deve essere ancora la politica, non entità esterne che agiscono da surrogati. Qualcuno percepirà un eccesso di togliattismo in queste parole ma se si smette di credere che la politica sia l’arte del possibile e non quella della delega scacciabrighe si arriva dritti filato alla società liquida di cui parla il sociologo polacco Bauman. Chi fa politica, insomma, non querela, non ricorre alle toghe, non si fa sbrogliare la matassa da sentenze e ordinanze predisposte in qualche ufficio legale. Quando Bush fregò Gore con l’incredibile vicenda del voto in Texas pure il gatto sapeva che c’era del marcio in Danimarca. Ma Gore rifiutò di giocare la carta del ricorso e prese atto del risultato riconoscendo vittorie e sconfitte. Così come risultò ridicolo Berlusconi quando, nel 2006, chiese il riconteggio globale delle schede perché non accettava di aver perso contro Prodi per 26.000 voti. Ci sono mille ragioni per fare opposizione a Sagramola e alla sua Giunta. E ci saranno diecimila motivi per contestare duramente atti, posizioni e scelte del centrosinistra. Sarà lì che misureremo la capacità dell’opposizione di contrastare e se serve di boicottare le scelte della maggioranza. Sarà lì che conosceremo gli spadaccini, i barricadieri e le anime pie. Perché non si può stringere la mano al Sindaco offrendo collaborazione, condivisione e costruzione e poi, il giorno dopo, attivare il partito della carta bollata. Sono stato uno dei primi a scrivere che a mio parere Tini è ineleggibile. Ma è il giudizio di un esterno, di un singolo cittadino ormai liberato dallo scontro politico che si può permettere il lusso, individualissimo, di mettere un po’ di sale sulla ferita. L’opposizione politica è altra cosa e dovrebbe seguire percorsi totalmente diversi. La verità, amarissima, è che sotto il vestito non c’è niente e i ricorsi sono soltanto una foglia di fico per nascondere la realtà; la realtà di un’opposizione impaurita, inesperta, piena di novizi che impiegheranno mesi per entrare nei meccanismi e con un’impronta politica talmente diversificata da rendere impossibile l’individuazione di un momento efficace e unitario. Cinque consiglieri d’opposizione su nove sono al primo mandato; Urbani e Ottaviani, per indole e cultura, sono più uomini di governo che figure d’opposizione; Rossi ha la cultura dell’oppositore ma ha fatto esperienza politica con un piede nella maggioranza Sorci e uno fuori; D'Innocenzo è un battitore sempre più libero e sempre più solo. Insomma se Atene piange Sparta non ride.
    

7 commenti:

  1. sono dell'idea che se c'è incompatibilità, vadano presi provvedimenti...certo, se poi a fare ricorso, sono quelli che fino all'altro ieri, erano dalla stessa parte della "barricata", mi sembra più un autogol che altro!
    quello della politica è un "gioco" con regole tutte sue, sulle quali mi sono affacciato appena, e che non riesco a digerire tanto facilmente.
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    G.R.

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  2. caro G. hai ragione la politica è un gioco di ruolo in cui le regole sono contraddette da altre regole non scritte. Se fai fatica a digerirle è un buon segno e vuol dire che i rischi di intossicazione sono bassi. Quando smetterai di avere questa sensazione vorrà dire che è tempo di tagliare la corda. Il problema è che se hai preso il vizio è difficile perderlo. Io per smettere di drogarmi ho dovuto sbatterci il muso di brutto anche recentemente. Ma adesso mi godo la finestra sul cortile. Mi piace scrutare il vociare degli attori ma a debita distanza. Con una sedia di velluto a fianco e il frigorifero a portata di mano!!!

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  3. più o meno, quello che faccio io....da molto meno tempo, molto meno intensamente e, decisamente, con molta meno "fortuna"(a livello di comprensione)

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    G.R.

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  4. Carp G. parliamoci chiaro...io come politico sono una vera frana....rendo di più alla finestra...me ne sono fatta uan ragione!

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  5. Il fatto che ci siano novizi nella minoranza non è un fatto negativo. D'altronde che titoli ci vogliono per sedere nel consiglio comunale di favriano, se nella giunta ci sono persone con la terza media?

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  6. Ho forse scritto che c'è qulcosa di male nell'essere novizio? Non mi pare. Resta il fatto che uno appena entra in Consiglio ha bisogno di tempo per capire e per essere protagonista. Se ha studiato o meno conta poco. E per favore non mettiamola sempre sui titoli di studio. Sono figlio di due persone che hanno la quinta elementare e li considero nettamente superiori a molti laureati. Se in Giunta ci sono persone con la terza media li giudicherò per quel che faranno non certo per il pezzo di carta

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  7. In Giunta c'è gente che non ha mai lavorato e questo conta, più del titolo di studio, su cui concordo con Simonetti.

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