28 settembre 2012

La lettera di Sorci ai Soci della Fondazione: la Versione di Barney

Quello che segue è il testo integrale della lettera inviata dall'ex Sindaco Roberto Sorci ai Soci della Fondazione Carifac. Si tratta di un documento interessante sotto diversi punti di vista e che credo possa risultare di sicura utilità anche per quell' "altra Fabriano", stanca di essere messa al corrente di ciò che bolle in pentola solo quando la pasta è già stata scolata da un pezzo. E' invece ora di cominciare a fare come i bolscevichi che appena giunti al potere rivelarono tutti patti segreti e gli accordi top secret del regime zarista. La lettera contiene elementi tecnici, personali, politici e gestionali che ciascun lettore è perfettamente in grado di decifrare e valutare. Per quel che mi riguarda, essendo stato uno dei pochi ad approvare pubblicamente l'ingresso di Veneto Banca in Carifac, mi godo il lusso, libero e liberale, di pubblicare anche la Versione di Barney, ossia le parole di uno dei più accesi e dichiarati nemici della soluzione veneta. Perchè la dialettica è vita per questa città che ha da sempre il terrore delle verità e dei confronti senza minuetto.



Cari Soci,
voglio cogliere l’occasione della vendita delle restanti azioni Carifac della Fondazione a VENETO BANCA per coinvolgervi su una riflessione sulla natura della Fondazione e sulla sua utilità. Molti di voi conoscono bene il mio pensiero sull’attività della Fondazione e sulle vicende della vendita della Banca ma non è questa la riflessione, lo spunto lo traggo dalla cessione oramai definita ma non resa ancora nota del 10 % del restante delle azioni e sulla destinazione degli oltre 25 milioni di euro del ricavato.
Come a Voi è noto, la Fondazione ha commissionato all’Università Politecnica delle Marche uno studio sulle azioni che la Fondazione deve mettere in campo per aiutare il  territorio ad uscire dalla crisi. Un lavoro interessante che il prof. Gregori ha illustrato presso la sede della Fondazione nello scorso mese di giugno: alcune di quelle indicazioni vorrei riprenderle per coinvolgervi sulle decisioni e non lasciare all’ignavia il governo di questo particolare momento storico della città e del suo territorio.
Vorrei richiamare alla vostra attenzione alcuni dati che riguardano Fabriano (ho evidenziato solo Fabriano per mia personale comodità) di cui, sicuramente, avete la percezione ma non la quantizzazione:

italiani
stranieri
Residenti Iscritti CIOF
M
F
M
F
Totale
Var. Quan. Anno rispetto 2010
Incremento % var. rispetto 2010
2010
1.044
1.447
342
365
3.198
0

2011
1.132
1.534
378
410
3.454
256
30/08/2012
1.200
1.683
387
444
3.714
516
16,1
Anni
% Iscritti CIOF su popolazione lavorativa Fabriano
2010
15,5
2011
16,7
30/08/2012
17,9


Le tabelle sopra riportate esprimono la gravità della situazione per cui o si trovano delle sinergie per fermare questo trend, o per attenuarlo, o saremo tutti  travolti; nessuno escluso e lo ribadisco nessuno escluso.
Già tre anni fa nell’approvazione del piano di attività della Fondazione proposi di inserire una linea di credito per lo sviluppo delle cooperative per i lavoratori che avevano perso il posto di lavoro. Chi ricorda finì con un  promessa per l’anno successivo!
Alcuni mesi fa, poi, proposi nella mia funzione di Sindaco, di utilizzare il capitale della Fondazione per la costituzione di un “FONDO ROTATIVO” per aiutare le piccole e medie imprese che, altrimenti, non sarebbero  sopravvissute visto il comportamento degli istituti Bancari. Ebbene senza neanche capire cosa volesse dire la proposta,  la risposta della Fondazione per bocca del suo segretario fu che “la Fondazione non è una banca”. Ritengo che risposta più qualunquista non potesse essere data.
Il dott. Malpiedi e gli Amministratori pensano che la Fondazione si gestisca solo per la conservazione del suo capitale, ma rimanere immobili per la sola conservazione di se stessi, in un territorio che va in malora, è dimostrazione di incapacità e di non assolvere agli scopi per cui la Fondazione è nata.
Probabilmente una attenta e responsabile lettura della parabola dei talenti (Vangelo: Mt 25,14-30) sarebbe opportuna!
Ora, anche lo studio del prof. Gregori asserisce che la Fondazione dovrebbe costituire un FONDO ROTATIVO per aiutare le imprese che si trovano nell’assurda situazione di non avere liquidità per il comportamento delle Banche, per cui sono impossibilitate a produrre pur con ordini già acquisiti.  Una situazione assurda e pericolosissima.
Come ho detto in passato e spiegato al Segretario della Fondazione e agli Amministratori, il ruolo della Fondazione non può risolversi nella mera gestione di contributi per richieste provenienti da più settori.  Attenzione: tutte attività benemerite che vanno aiutate.
Oggi si richiede ad una Fondazione bancaria che non è proprietà dei soci ,ma della collettività, un minimo di spina dorsale e una buona dose anche di responsabilità ad assumersi i rischi nell’interesse della collettività. Io sono un uomo di mondo e capisco anche le debolezze umane, ma essere “ossequiosi” con Veneto Banca nella gestione del rapporto Banca - Fondazione sia quasi un atto dovuto non lo condivido.
Attenzione Veneto Banca fa il suo mestiere e non è qui che ha i suoi interessi, ricordatelo bene , e ripensate a quanto disse il dott. Mariani all’assemblea di Cerreto rispondendo al sottoscritto: che mi sarei dovuto vergognare di rappresentare la mia città, per aver detto che l’occupazione  del “palazzo di vetro” sarebbe diminuita. Addirittura il Direttore asserì che i progetti nuovi avrebbe portato ad incrementare gli occupati! Per vedere chi aveva ragione basta chiedere i numeri, oggi è evidente che chi dovrebbe vergognarsi sono altri, non chi ha cercato di garantire sempre gli interessi legittimi della collettività.
Non si può amministrare solo per svendere. Oggi gli Amministratori, specie chi amministra i beni altrui, hanno l’obbligo morale di riparare gli errori fatti. Al di là delle chiacchiere con cui ci hanno riempito la testa, vorrei ricordare a tutti che la Fondazione era titolare della maggioranza azionaria di Carifac ed è quindi la prima responsabile della gestione della banca e della sua vendita a prezzi di realizzo. Non dimentichiamolo mai, che ci piaccia o non ci piaccia.
Tanto per non dimenticare la vendita totale della Banca avverrà, alla fine della fiera, se tutto va bene, alla cifra di 45 milioni di euro, di cui la maggior parte in azioni di Veneto Banca  il cui valore  non è determinato dal mercato azionario, ma dall’assemblea dei soci; attenzione e soprattutto visti i tempi ciò rappresenta un forte rischio essendo la partecipazione in Veneto Banca quasi il 25% del capitale della Fondazione.
Bisogna guardare agli interessi generali con coraggio e non solo per il posto o la tutela dei propri interessi. Sono quindi ad invitarvi come soci della Fondazione a dare corpo a quanto emerso dalle indicazioni dello studio dell’Università Politecnica delle Marche: costituire il FONDO ROTATIVO prendendo parte del capitale della Fondazione da mettere a disposizione del territorio a condizioni di interesse “non bancario” mentre  la gestione dovrà essere svolta attraverso la Banca.
Il capitale impegnato sull’intero territorio di competenza della Fondazione, dovrebbe essere almeno di 20-25 milioni che, unito agli strumenti già in vigore e in via di emanazione da parte dello Stato e Regione (Accordo di Programma Stato/Regione) potranno aiutare il territorio a creare lavoro e sviluppo.
Quale è il rischio di questo investimento? Che parte del capitale della Fondazione non ritorni, ma  quello che andrà a buon fine avrà comunque creato sviluppo.
Alle vostre eventuale perplessità rispondo con un interrogativo: quando si discuteva della valutazione delle azioni al momento della cessione della Banca in un documento dal titolo  alcune considerazioni su aumento di capitale e cessione dei diritti di opzione analisi di Carifac” e agli atti del Comitato d’indirizzo, Ubaldo Sassaroli avvocato e professore universitario ed ex membro del Consiglio di Amministrazione di Carifac, evidenziava che nella valutazione avremmo perso un sacco di soldi e mi domando a favore di chi?
Se dovesse andare male il “FONDO ROTATIVO” potremo affermare che tutti abbiamo tentato di fare il bene collettivo rispettando lo statuto della Fondazione che all’art.4 recita :
La Fondazione non ha fini di lucro e persegue esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico. ……………….omissis
Mi sono permesso di scrivervi per richiamare la vostra attenzione sulla situazione attuale perché, al di là delle frasi di circostanza, la situazione è davvero difficile ed io sono convinto che o ci salviamo tutti insieme, mettendo in questa fase da parte i propri interessi anche se legittimi per privilegiare la collettività, oppure affonderemo tutti senza eccezione.
In ogni caso ognuno  dovrà fare i conti con la propria coscienza.
Cordialmente
Roberto Sorci
    

9 commenti:

  1. azz'...quasi non ce lo riconosco!!!
    è vero, che un po' mi suona come un "chiudere i cancelli dopo la fuga della mandria", ma gli va riconosciuto senz'altro il coraggio di aver alzato la voce; certo, l'avesse fatto quando aveva ancora la fascia tricolore addosso, avrebbe avuto un altro peso.
    ____________________
    G.R.

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    1. Sei poco informato io sono stato uno dei pochi a dichiarare la mi contrarietà ho avuto anche una querela in proposito, ma attenzione io non ero contrario all' accordo con veneto banca ma alle modalità' con cui si era giunto l accordo. Vorrei ricordavi che siamo partiti da un accordo sottoscritto a gennaio a oltre 3 euro ad azione per finire a 0,78 euro .

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    2. Madonna stai sempre a ffa casino!

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  2. E' comunue ora di aprire le finestre che danno su Corso della Repubblica!

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    1. perlomeno, servisse per redimere i metalmezzadri...
      __________
      G.R.

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  3. Caro sindaco, vorrei capire le modalità con le quali lei intende distribuire questi denari.
    Lo chiedo perché la banca locale è già stata per tanti anni vittima del territorio e, onestamente, non ricordo di averla sentita parlare o sollevare alcuna critica mentre si decideva di finanziare imprese notoriamente finite sul carrello dei bolliti; aziende finanziate con soldi mai rientrati e sottratti, di fatto alle tasche dei cittadini correntisti.
    L'istituto ha fatto per anni credito solo perché tizio era l'amico di caio ed aveva il mammasantissima in paradiso ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
    In due mandati da sindaco l'ho sentita molte volte sollevare critiche nei confronti della banca, ma mai una volta uscire sui giornali in merito alle scelte fatte dall'azienda della quale lei è dipendente, come ad esempio la decisione, recente, di togliere tutto il lavoro alla CB di Cerreto d'Esi con conseguente perdita di ben 100 posti di lavoro.
    Ho sempre avuto solo l'impressione che lei in due mandati abbia fatto arrivare alla cittadinanza la voce del padrone, ma mai il contrario, non l'ho mai vista farsi portavoce della cittadinanza.
    Sono altri i temi sui quali vorrei sentire il suo parere, come ad esempio il futuro della Indesit nella nostra zona.
    Immagino che lei da dipendente ed ex sindaco saprebbe illuminarci.


    Non mi firmo perché ho paura di ritorsioni, lo dico chiaramente. Fabriano è una città dove o ti allinei o ti tagliano fuori.



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    1. Ci sono anch'io, quindi siamo almeno in due ad aspettere una risposta....

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  4. Vediamo se Sorci torna a replicare amici....

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  5. La proposta fatta è impossibile da attuare,
    perchè la Fondazione non ha la licenza bancaria e vista la normativa vigente che "obbliga" le fondazioni a dismettere le quote di controllo, non potrà mai avere più del 49% di qualsiasi entità bancaria, titolata alla creazione del fondo.

    Roberto si è dimenticato di mandare la lettera a chi si deve accollare l'altro 51%...

    Lecito sarebbe chiedere un migliore bilanciamento delle erogazioni tra gli unici due scopi statutari, sviluppo economico e sociale.

    Chiedere agli amministratore di rinunciare ai circa 200mila euro/annui di compensi? Perchè no!

    Fabriano, per motivi industriali, dimensionali ed infrastrutturali,
    è destinata ad essere il punto centrale della "densificazione" ed "urbanizzazione", che lentamente, ma inesorabilmente a causa dei tagli alle amministrazioni periferiche, interesserà il territorio montano regionale.

    E' una partita che possiamo solo perdere.

    La mia proposta è quella di creare una comunità dove è bello vivere e facile lavorare.
    Ove possibile, sostituire le merci vendute sul territorio, con servizi erogati da residenti per i residenti.

    Esempio, la mobilità, sostituire una certa percentuale di auto vendute sul territorio, con auto a noleggio orario (car sharing), con l'obbiettivo di permettere ad X famiglie di rinunciare all seconda/terza auto ed ai costi associati. Creando anche occupazione.

    1 mese di abbonamento gratuito a tutti quelli che compiono 14 e 60anni, per farli familiarizzare con il trasporto pubblico urbano.

    Altra azione potrebbe essere quella della riduzione della bolletta energetica,
    puntando sull'isolamento, che al momento è la soluzione che permette il maggior risparmio annuale, in rapporto ad ogni euro investito.

    Incentivare l'isolamento, anche solo facendo informazione e spigando quanto è il risparmio annuale è una semplice azione, ma con grandi risultati a livello di sistema cittadino.

    Se poi, alcune aziende locali che fanno isolamento per frigoriferi riuscissero a entrare in questo settore, tanto meglio...

    Queste sono esempi di idee attuabili in brevissimo tempo e che "mettono" soldi nelle tasche dei cittadini...

    Come ha detto Caio (Francesco, non l'amico di Tizio) per la rete internet nazionale,
    abbiamo bisogno di un mix di soluzioni.
    Quindi bene il turismo, facendo attenzione al rapporto investimenti/ritorni occupazionali, ma bisogna portare avanti anche tante altre strade.

    Possiamo fare un grande investimento o tanti piccoli passi verso una maggiore vivibilità, efficienza e competitività del territorio.

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