7 novembre 2013

Fantasie bizantine in Area Vasta




I progetti di rinnovamento dello Stato e i disegni di razionalizzazione degli enti pubblici, rimandano inevitabilmente un odore incensato di patchouli, una traccia olfattiva bizantina che sa di finzione cerimoniale e di disputa ridondante. E la pompa magna dei proclami di riforma sempre ricorre al nominalismo più estremo e formale, all’uso di segni e significati che trovano materialità in strutture vuote, in contenitori onirici che sotto la patina evocativa nulla di concreto celano e conservano: piastre logistiche, incubatori d’impresa, aree vaste e via fantasticando lungo la via della seta. Ma, qui ed ora, a quale azione salvifica corrisponde un’area vasta intesa come veicolo di riorganizzazione sanitaria in terra marchigiana? Fu legge regionale del 2011 a stabilirne natura, ruolo e confini. E il nome fu quel che ci vinse, la garanzia d'un nuovo inizio davvero efficiente e riformatore, col territorio delle cinque province di colpo mutato e riscritto, e quel che un tempo fu provincia di Ancona sanitariamente divenne Area Vasta 2 Ancona. Del resto nomina sunt consenquentia rerum e quindi per cose elevate d'ambizione solo e soltanto denominazioni alte e dorate. Quindi tocca alle aree vaste il supremo compito, lo stabilire obiettivi di salute seguendo l'indirizzo della centrale unica Asur Marche e poi declinare e pianificare sul territorio, orientare umani e inanimati al conseguimento delle ambiziose finalità e, quindi, disporre, coordinare mezzi e assegnare risorse. Un fare molteplice e complesso, quasi un agire con  le prerogative e l'autonomia d'un feudo sottoposto al dominio comunque fluido d'una corona carolingia. E quando si moltiplicano ambiti e competenze s'ampliano pure la dinamica gestionale, la quantità di bipedi coinvolti, la geometria delle relazioni, gli interrogativi sull’efficienza del servizio erogato e sull'economicità dei processi di gestione: tutto si espande, si allarga e si dilata. E il funzionamento di un’area vasta diviene procedimento autoreferenziale, faccenda che prescinde dalla qualità della cura somministrata al malato e ritorna al naturale alveo di una burocrazia pubblica tecnicamente e weberianamente superiore a chiunque altro nella nobilitazione e legittimazione del proprio strapotere. In questo gioco di specchi e cerimonie è vitale essere sede e centro propulsore, ospitare il gran palazzo della direzione, richiamare da ogni dove personale disposto a percorrere chilometri e chilometri pur di giungere all'onorato sito. Conscio di questa spinta emotiva e propulsiva, appunto bizantina nel suo elegante distacco dalla realtà delle cose, il Supremo Decisore Regionale ha pensato bene d'emulare i romani antichi quanto a guerre puniche, pur di assicurare alla città natìa il ruolo di sede della nuova corte, con dichiarato e rivendicato spirito compensativo e risarcitorio per una terra un tempo ricca d'opifici ed oggi scarnificata e ridotta a parvenza di quegli anni felici. E per garantire la pompa bizantina d'una operazione più politica che sanitaria, s'è focalizzato sull'acquisto d'una sede transata a prezzi di dimora assira: circa tre milioni di euro per un immobile che fu già scomodissima e abbandonata sede di uffici d'unità sanitaria, collocato in luogo ameno, ovvero in strada senza uscita, smilzo di parcheggi e in ripida salita. Ovvero il contrario d'ogni buonsenso ubicatorio. Il nuovo plesso, acquisito a peso d'oro come manco il feroce Brenno sarebbe riuscito a fare, dovrebbe ospitare un paio di cento persone ma ad oggi solo una cinquantina - e tutti autoctoni - hanno raggiunto la corte d'area vasta. I forestieri jesini e senogallici, comandati a trasferta, si rifiutano e ricorrono ai mille impedimenti che sindacalismo e norma mettono a disposizione dei renitenti. E per dare parvenza di verità all'annunciata magnificenza si praticano rimpasti interni, con uffici che migrano da sede all'altra senza geometria nè di formicaio nè d'alveare. Al punto che la vecchia sede direzionale di Via Marconi resta lì, scorticata e vuota, e viene da chiedersi perchè mai si acquisiscano immobili - magari lasciandone parte ad uso del venditore - prima d'aver saturato e messo a frutto sedi già disponibili e di proprietà, manco vivessimo in tempi che consentono prodigalità e scialacqui. E' vero che la sanità è, ad oggi a Fabriano, il principale ramo d'attività lavorativa e di sopravvivenza materiale, ma non sarà l'opinabile scintillìo di nuove corti  e nuove sedi a compensare la fame di un popolo che - vale la pena ripeterlo - chiede pane e non certo croissant in area vasta.
    

24 commenti:

  1. Credo anch'io che si poteva trovare una sede migliore,
    però leggendo il bando,
    (Manifestazione di interesse esplorativa per l'acquisto, da parte dell'ASUR, di uno immobile da destinare a suo ufficio per l'esercizio di attività amministrative dell'Area Vasta n. 2 - Fabriano.
    http://213.26.167.158/bur/12/11.0202/bandi_di_gara/3.html), tutte le tue perplessità erano state evidenziate.

    La cifra di circa 1800 euro/mq (3.3 milioni per 1800 mq) per un immobile con classe energetica A+ ed in regola con tutte le possibli norme per gli edifici pubblici, non mi sembra scandalosa.
    Se fossi un grillino ti direi detto che sei arrivato con un anno di ritardo...
    http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/jesi/2012/06/ospedale---area-vasta-2---piano-sanitario-regionale-presentata-mozione-del-mov-5-stelle.html

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    1. non mi pare in ritardio la valutazione d'inutilità dell'immobile e dell'oeprazione. Così come non fu in ritardo un mio pronunciamento che risale al 25 giugno 2012 che volentieri di linko http://gsimonetti.blogspot.it/2012/06/unarea-vasta-che-spacca_25.html

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    2. Quella sul ritardo era una battuta, che in realtà voleva far rilevare quanto il tuo post "faccia i giochi" degli interessi costieri.

      Molte nazioni hanno regole che impongono che tutti le zone abbiano una distribuzione di uffici pubblici proporzionale al territorio/popolazione.

      Paragonare i problemi di viabilità precedenti, quando c'era un costante via vai di utenti, con una prospettata che non mi sembra prevedere l'apertura al pubblico, è fuorviante.

      Sono d'accordo, sul fatto che non sia una soluzione perfetta.


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    3. per come sta andando a Fabriano il mercato immobiliare, 1800 euro/mq sono troppi, parliamo peraltro di grandi superfici...

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    4. Sono 1800euro/mq al lordo di tutti gli oneri.
      Il costruttore dovrebbe aver preso un 10/20% di meno, se questo è il tuo problema. Non sono un fiscalista...non posso essere + preciso.

      Qui almeno c'è qualcosa di tangibile, parliamo allora anche di quanto speso dal Comune per Accendere Fabriano. Minimo 500mila....ma potrebbe essere anche molto di +.

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    5. Il problema non è l'importo o la metratura ma perchè si sia acquisita una nuova struttura soltanto per spostarci persone già impiegate nelle attuali strutture asur e sapendo che non sarebbe venuto nessun altro. Se considerate questo salta tutto il castello della pura e semplice valutazione immobiliare. Il punto insomma non è la congruità del prezzo ma l'utilizzo dell'immobile. Il valore non è scandaloso in sè ma per il nulla che contiene

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    6. Mi sembra troppo impedire alla Città, per la sola colpa di essere stata virtuosissima per decenni, di avere la sua minima porzione di uffici pubblici.


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    7. Questa città non si salva con lo statalismo

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    8. Mi arrendo e smetterò di scrivere.

      Buona fortuna!

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    9. Davvero non capisco il perché...non e' che si deve avere la stessa idea PWR dialogare... anzi e' vero il contrario

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    10. Prima di cancellare questo blog dai miei preferiti, faccio un'ultima eccezione al mio smetterò di scrivere.

      Quando espongo le mie opinioni, cerco sempre di supportarle da fatti e dati.
      Combattere con chi dice che la "misera" sede dell'Area Vasta è statalismo o con chi prima afferma "acquisto d'una sede transata a prezzi di dimora assira" e poi dopo, che viene dimostrata la possibile congruità del prezzo, afferma con nonchalance che "Il punto insomma non è la congruità del prezzo....".

      Ho smesso anni fa di combattere le battaglie perse e mi ritiro a godermi i pochi anni che mi rimangono.

      Saluti

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  2. 1) Il bilancio della Sanità occupa il 70% circa del bilancio Regionale
    2) Guarda caso dove ci sarebbe spazio realmente per evitare sperperi il Governo Letta neanche sfiora la Sanità con Riforme
    3) Le tecnologie esistenti potrebbero rendere servizi all'avanguardia che puntualmente vengono evitate perchè non in linea ai loro salotti così come le convenzioni e le consulenze.
    4) L'acquisto dell'immobile fà sorgere spontaneamente qualche domanda legittima credo sia il minimo.
    Ma in realtà Off limits chi tocca muore

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  3. sono rimasto un po' indietro...
    ho capito male, o si parla del palazzo di via Turati???
    ________________
    G.R.

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  4. Caro Simonetti, in Regione parlano di green economy, di domotica e di modernizzare le Marche, ma quando si tratta di rendere produttivo il lavoro, utilizzando le enormi potenzialità offerte dai sistemi informatici, si ritorna al vecchio "parco buoi", dove i "buoi" sono i dipendenti che devono essere "traslocati" a Fabriano, per far vedere che a Fabriano la Regione "è presente".
    Naturalmente le logiche del lavoro di rete e con la rete sono una chimera, si deve stare tutti sotto uno stesso tetto, perché bisogna continuare a far "girare le carte" tra un piano e l'altro, poi guarda caso, come Alice nel Paese delle Meraviglie, scopriamo che bisogna affrontare ulteriori costi.
    Non era meglio che i soldi che i pendolari spendono e spenderanno in treno e benzina venissero messi in circolo per acquistare beni e servizi utili all'economia regionale?

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    1. Sottoscrivo senza toccare neanche una virgola

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    2. All'anonimo delle 20,59 permetti che la questione della congruità del prezzo sia dipendente semplicemente dal punto di vista di ognuno ? In un momento dove il mercato immobiliare è pressochè stagnante vendere un immobile intero è vero che in condizioni normali potrebbe aver rimesso un 20-30% ma è altrettanto vero che l'alternativa sarebbe potuta essere di avere un edificio invenduto o sfitto. Quindi un pugno di mosche in mano contro 3.mln di €..

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    3. Scusate anonimo 22,39 error. 20,59 pardon

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  5. La nuova casa di riposo che sembra costerà sette milioni di euro da chi verrà costruita? Qualcuno sa chi ha partecipato alla gara di appalto? Grazie in anticipo per eventuale info .

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  6. L'împresa Carnevali....

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    1. Si la stessa della nuova sede ASUR. E del polo scolastico.

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    2. grazie per le precisazioni, era quello che pensavo.
      Che qualcuno stia preparando gli argomenti per le prossime elezioni regionali? Ci sarà lo scontro entroterra contro la costa?

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  7. Sono un'associazione di imprese tra cui anche i vari Carnevali.

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  8. I Ninno hanno pappato abbastanza e ora sono falliti ! (ma sono boriosi come sempre!)

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