11 novembre 2013

Il reddito degli assessori e l'empatia con la città



 
Stamattina il Resto del Carlino pubblica i redditi degli assessori e dei consiglieri comunali. Fare i conti in tasca a chi governa è diventato quasi più importante che giudicarne gli atti politici, come se nel livello di reddito si possa racchiudere la vocazione all’onestà o quella magari più larvata e rimossa alla cleptomania. Si tratta di una linea divisoria che nasce da fantasia inquisitoria, perché l’onestà in politica non dipende dal portafogli ma dall’etica individuale e dalle finalità che ciascun decisore assegna al proprio agire. Ragion per cui si può essere ricchi e disonesti, poveri e specchiati, facoltosi ed etici, indigente e farabutti perché la realtà è mediamente più mossa delle rappresentazioni tetre e tridentine che emergono dalle diagnosi dei sospettosi. I redditi dei politici fabrianesi eletti nelle istituzioni sono pubblicati on line - con relativa documentazione di dettaglio – e quindi a disposizione di tutti i cittadini. In questo modo ciascuno può leggere, meditare e farsi un’opinione non mediata, rilevando curiosità, anomalie e talvolta anche sorprese. Nell’insieme emerge una classe politica che è specchio fedele dei vizi e delle virtù italiane, ma, ad onore del vero, non si riscontra - tenendo conto che si è in regime di autocertificazione - alcuna traccia peculiare d’una indegnità legata alla carica o ai rinomati e a volte inesistenti agi riservati alla burocrazia politica. L’elemento politicamente interessante è un altro e cioè il valore cumulativo di reddito attribuibile alla Giunta, considerata in solido come organo del Comune. Il reddito complessivo di Sindaco e assessori ammonta a circa 566 mila euro, ossia a una media che si aggira attorno ai 70 mila euro pro capite. Si tratta di una media reddituale che si colloca a distanza di sicurezza dai valori di guadagno statisticamente attribuiti alle realtà di crisi personale e familiare. Ovviamente siamo ben contenti che Sindaco e assessori possano vivere e agire in tranquillità e sicurezza, ma da questo dato cumulativo emerge anche una precisa conseguenza politica e cioè che la Giunta Sagramola non riesce a governare il declino di Fabriano non tanto e non solo per le note ristrettezze di bilancio ma perché è distante dall’anima materiale della crisi, da quel pathos nero che trasforma la quotidianità di chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo in una sfida infernale, senza sosta e senza riparo. C’è una bellissima parola che descrive e sintetizza la capacità di sintonizzarsi con gli altri e condensa un requisito che dovrebbe essere obbligatorio per una buona politica: empatia. L'empatia non è una semplice immedesimazione virtuale ma vuol dire provare le stesse passioni e sentire dentro moti dell’anima condivisi. La crisi economica e occupazionale, giova ricordarlo, è un distruttore di empatia come pochi altri ed è capace di tracciare linee di demarcazione profonde e feroci tra la burocrazia politica che ci governa e la platea magmatica e spesso indifferenziata dei governati. Una Giunta da 566 mila euro di reddito cumulato, che piaccia o meno, si sovrappone a una città in ginocchio come un vincolo da rimuovere, un tallone da evitare e una strozzatura da cui liberarsi. Non si tratta di una postura pauperistica o della condanna a priori di una volontà che non c'è ma un problema di sintonia istituzionale con la natura e la portata dei nodi da sciogliere. Quando l’assessore al Bilancio dichiara 122 mila euro, politicamente già possiamo dedurre e immaginare un rosario di conseguenze: approccio arido ai numeri; feticismo dei saldi contabili, nessuna deroga emozionale e sentimentale rispetto al male di vivere che si cela dietro le nude cifre, primato ideologico e morale del patto di stabilità. Insomma, se si provasse a guardare il portafogli degli amministratori attraverso la lente degli effetti prodotti invece che con lo sguardo annebbiato da rivalse e demagogia potremo trarre indicazioni per il futuro piuttosto che esacerbare gli animi spiegando tutto con i soliti e retorici privilegi della casta.

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12 commenti:

  1. Sono d'accordo con premessa e conclusione (in cui, ovviamente, si invita a resistere al canto della sirene populiste imperanti oggigiorno secondo le cui argomentazioni - di una persuasione quasi disarmante nella loro pochezza - se rivesti anche la più ridicola carica nel tuo condominio appartieni ad una banda di malavitosi profittatori del popolo sovrano), ma su quello che c'è nel mezzo ho qualche perplessità...
    L'empatia?
    Il ragionamento proposto è più o meno il seguente. Una giunta che ha un reddito non certo da nababbi (ché, siamo onesti, 65k non può esser considerato così nella realtà, sia nel caso del medione aritmetico di trilussiana memoria, e ancor di più qualora si decidesse di esser un po' più sofisticati considerando la varianza o mettendo da parte il reddito dell'assessore al Bilancio che è evidentemente fuori range...) non sarebbe in condizioni di elaborare e rendere effettive politiche vicine ai redditi bassi della popolazione proprio per mancanza di "empatia". Perchè solo un povero può capire cosa prova un altro povero e, di conseguenza, solo lui potrebbe essere in grado di trovare soluzioni confacenti a tale stato di disagio economico e sociale. Ma che questa premessa emozionale (su cui, in linea di principio, si potrebbe anche concordare) si trasferisca pari pari ad una condicio necessaria per ben operare in politica mi sembra una forzatura. Con la stessa logica, occorrerebbe esser malati per fare bene il mestiere dell'assessore alla sanità? Una volta si criticavano deleghe improbabili date in mano a persone assolutamente a digiuno di quella materia; e il ragionamento, finchè restava limitato al campo delle competenze, poteva avere un senso (salvo poi ricrederci tutti nell'andare a toccare con mano che i "tecnici", con la loro summa conoscenza, non erano la panacea per tutti i mali). Ora si arriva anche alla richiesta di condividere il reddito di chi si deve rappresentare. In sostanza, nel ragionamento, un revival dei discorsi che si facevano in Francia ai tempi degli Stati Generali, prima del 1789.
    Sicuramente morirò di ingenuità, ma son convinto che dalla politica si possa (si debba) uscire anche da questi schemi vetero-classisti.

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  2. il rapporto tra empatia e classimo meriterebbe qualche approfondimento

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  3. Soldi buttati dalla finestra. Non producuno un cazzo. E' la realtà, non populismo.

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  4. La distanza è data non solo per rilevanza di reddito ma da come ricevi e ti cade addosso il reddito. Ovvero certezza assoluta di incasso perlomeno fino ad ora per coloro che sono nel P.A. e incarico sopraggiunto per motivi politici. Non di certo per la qualità del C.V. Questo crea distanza, e la poca sensibilità nell'immaginare gli sforzi che il povero cristo affronta quotidianamente per sbarcare il lunario. Senza aver nulla in contrario su chi si guadagna la pagnotta tramite le sue qualità professionali e il suo impegno e fatica.

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    1. anche la sicurezza del posto di lavoro, da una tranquillità che non ha niente in comune con la precarietà di disoccupati e cassintegrati...
      ______________
      G.R.

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  5. Condivido. Questo blog non è cattocomunista quindi non ritiene il lecito arricchimento nè peccato spirituale nè peccato materiale. Ma la distanza di percezione sociale dei problemi è legata intimamente anche al reddito. Non per cattiva volontà ma per senso personale delle priorità

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  6. Caro amico GPS, ma li hai visti bene tutti..??? Io ne ho saltati due/tre con il proposito di rivederli,ma di quelli ritenuti " normali"... x me ci sono cose alquanto clamorose, ma vorrei che fossero i cittadini a verificarlo di persona, quindi mi astengo!!!
    Il M5S ci andrà a nozze...io credo che vedremo una serie di esposti denunce...basta confrontare le dichiarazioni di Arcioni-Romagnoli e le altre.. ci sarà da "ridere" per noi, ma per altri che credo si siano dati la zappa sui piedi!!!!!
    Come al solito a differenza di altri mi firmo.
    Giorgio Fraticelli....

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    1. Da privato cittadino ho visionato tutto e valutato. Chi ci intinge il pane non so anche perché le sorprese sono diverse e trasversali. Non ti pare?

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  7. Il Problema non sono i redditi del Rag. Tini, il problema è il rag. Tini.

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  8. Ma praticamente Arcioni campa di politica ?

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  9. Non penso che ne abbia minimamente bisogno

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