19 novembre 2013

Rottura Indesit: il cerino in mano e il tempo poco galantuomo


 

“E' saltata la trattativa per la Indesit al ministero dello Sviluppo economico, dove sindacati, azienda e istituzioni erano riuniti dalle 17.30 circa di ieri. Secondo quanto si apprende da fonti sindacali, la situazione è degenerata ed è stata aperta la procedura di mobilità per 1.425 lavoratori”. Con queste parole un’Ansa ha chiarito l'esito di una trattativa che si è protratta al Ministero dello Sviluppo Economico per quasi dodici ore. Nella negoziazione sindacale la notte svolge una precisa funzione di sfinimento delle controparti e viene strumentalmente utilizzata per superare lo stallo. Di solito la maratona notturna o prelude a un accordo o sancisce una rottura, e la linea che separa l’una dall’altra possibilità è molto più sottile di quel che può apparire a primo e superficiale esterno. In assenza di informazioni più precise – che probabilmente emergeranno nel corso della giornata – si possono soltanto azzardare alcune ipotesi deduttive. Innanzitutto che questa tornata di confronto al Ministero non contemplava approcci di routine o prosieguo di annusamenti, ma era stata pensata col preciso intendimento di concludere un accordo tra le parti, lavorando non sulla revisione strutturale del Piano ma su una limatura dei saldi relativi agli esuberi. Su questa base era stato già messo in conto il no della Fiom, contraria a qualsiasi accordo non collegato a una nuova politica industriale degli elettrodomestici di ispirazione governativa. Ma questa posizione dei metalmeccanici della CGIL ha lasciato scoperto il fianco alle due federazioni di Cisl e Uil, ideologicamente più propense a sottoscrivere un’intesa con Indesit. Il problema, come spesso accade in queste circostanze, è “chi rimane col cerino in mano”, ovvero chi si piglia la responsabilità di dire per primo “io ci sto”. Anche perché la presenza massiccia dei lavoratori avanti alla sede del Mise ha di certo rappresentato un elemento influente di pressione e alterazione del clima negoziale. E la sensazione è che a forza di passarsi il cerino si sia giunti a fine corsa subendo un nulla di fatto, ma senza una qualche specifica ragione fondativa e di contenuto per un niet così denso di effetti e conseguenze. Un po’ come la prima guerra mondiale, che scoppiò senza una specifica ragione e senza che nessuno ebbe la forza di fermare il processo innescatosi con l’attentato di Sarajevo all’arciduca Francesco Ferdinando. Non a caso la Indesit ha parlato di un no incomprensibile all’accordo, rimarcando, passo passo, tutte le migliorie apportate a un piano in cui, va detto, la zuppa era rapidamente diventata pan bagnato e poi golosamente narrata come un piatto di fumanti passatelli romagnoli. L’azienda, convinta che ieri fosse il giorno buono per chiudere la vicenda e portare l’accordo al tavolo della fusione con un possibile, grande player internazionale, ha annunciato che aprirà una procedura di mobilità per i lavoratori coinvolti nel Piano. Questo significa che le linee guida della ristrutturazione aziendale verranno applicate in forma unilaterale e senza ulteriori impacci contrattuali e negoziali. Per ora potrebbe trattarsi di un’azione di rilancio mediatico, di una prova di forza finalizzata a ricondurre il sindacato a più miti consigli, ma certo è che il tempo stringe anche per Milani e per il suo disegno di partnership strategica. Il problema per i lavoratori e per il sindacato è di altra natura ma altrettanto pressante, ossia comprendere se gli effetti della rotturasiano da ritenersi migliori di quelli generati dal peggiore accordo possibile e immaginabile. Ed è in questo frangente che spicca, in tutta la sua nitida criticità, l’assenza di un contro piano sindacale, capace di dare sostanza e valore sia all'assenso che al diniego. Ma recriminare, giunti a questo punto, serve a poco. Resta il fatto che è stata sancita una rottura violenta, che la rottura genera escalation e l’escalation restringe il campo negoziale e la possibilità di riprendere efficacemente in mano il bandolo della matassa. Siamo in un vicolo cieco e se ne potrebbe uscire solo tirando una riga e ricominciando daccapo. Ma il tempo, stavolta, non sembra davvero galantuomo.
    

22 commenti:

  1. era logico se la Fineldo ha incaricato la Goldman S. di trovare un investitore di maggioranza fra Samsung, Lg, Haier, Arcelik come potevano accordarsi oggi? Quando il 21 Milani dovrà dire riferire al cda Indesit dello stato delle trattative relative alla ricerca dell'azionista di maggioranza? Questo compariva domenica nella pagina di economia del messaggero, aperta la procedura di mobilità adesso diventa ancora piú facile comprare Indesit il nuovo proprietario che avrá la maggioranza delle azioni dovrà intetrssarsi solo dell'aspetto economico e di mercato di Indesit e non del problema sociale. Vedrai Simonetti il 21 novembre il cda Indesit comunicherà il nome del nuovo proprietario. E dopo si che diremo ciao ciao Fabriano. Le lingue per i sindacalisti sono importanti lingue come il coreano il cinese il turco. Però adesso risolta con la mobilità il boccone Indesit si sgranocchia bene nel mercato globale.

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    1. La città ancora non ha preso consapevolezza della dura realtà... La società è in liquidazione, e quando verrà acquisita farà la fine della best o della faber

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    2. La società non è affatto in liquidazione, anzi, se la passa pure bene!
      Il problema sono gli azionisti, non disposti a perdere neanche un centesimo e stanno semplicemente trovando il modo per far si che quegli spiccioli ce li metta lo Stato!

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    3. non si parla di liquidazione certo ovvio ma di un socio in maggioranza che entri nel gruppo quindi nuova proprietà e nuove decisioni e nuove missioni l'era Merloni si è semplicemente conclusa con 1425 mobilità e poi cosa ci attende?

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    4. pastorizia, agricoltura, etc

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    5. Torniamo semplicemente a zappa la terra ... Chi é fortunato che la tiene ;) gli altri neanche quello

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    6. che tristezza......la fine di un'epoca per questa citta'.ora si tornera' alle origini,non piu' metalmezzadri,solo mezzadri.

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  2. Rientra tutto nei piani.
    Non i "piani industriali", ma quelli della partita a scacchi tra Capitalismo e Assistenzialismo.
    Indesit sa che il sindacato è un pesce senza pinne né cervello, lo Stato un ipocrita strumentalizzatore, gli operai dei facili pedoni che avanzano sull'eccitazione morale della massa, mentre gli impiegati dei validi alfieri che mai si opporranno al dito che li muove e che all'ordine di "ritirata", se ne andranno cornuti e maziati con tanto di sorriso perché agevolati da un anno di stipendio pagato.
    Ma questo non subito, è ancora tempo di mungere.
    Prossima mossa?
    Ottenere i contratti di solidarietà, disorientare i mercati, giocare sulle Azioni.
    State tranquilli, da qui al 2017 nessuno verrà cacciato, se non di sua sponanea volontà ;)

    Vogliamo davvero fare qualcosa di concreto?
    SMETTIAMO DI AIUTARLI AD OTTENERE ENFASI MEDIATICA, BASTA STRISCIONI INUTILI.

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  3. dopo il 21 novembre Indesit a Fabriano scompare, chiudono uffici e produzione

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  4. Perfetto il comunicato stampa di Indesit prima dell'apertura della Borsa.
    L'annuncio della apertura della mobilità per tutti i 1425 esuberi, farà schizzare il titolo.
    Niente da dire, bravo Milani con questa mossa ha messo il sindacato con le spalle al muro e farà guadagnare il titolo.

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    1. Per dovere di cronaca, al momento del tuo post il titolo perdeva il 2,5%.

      F.to Movimento per una maggiore qualità dei contributi sui forum.

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    2. Aspetta la fine della settimana

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    3. sì, aspetta che perde 'n'artro 10%!

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  5. Sicuramente,ieri sera, addirittura cisl e uil hanno provato a far firmare la fiom. La firma della fiom per loro sarebbe stata una perfetta foglia di fico. La fiom non si è smossa e tutto è degenerato. La rottura non è nel merito ma nella forma. E' una frattura non tra sindacati ed azienda ma sul fronte sindacale. I sindacati avranno difficoltà a scrivere un comunicato stampa per spiegare le ragioni del NO. Se sbagliano a scriverlo si mettono ancor più con le spalle al muro. Unica soluzione è che vadano da Miliani e si facciano cambiare una virgola del piano per avere scusa per rientrare.

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    1. Ottimo commento.

      F.to Movimento per la qualità dei contributi sui forum

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  6. http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-11-19/indesit-salta-trattativa-i-sindacati-avviata-procedura-mobilita-084349.shtml?uuid=ABGnR7d
    Che si siano accordati per avere ancora di più ? Troppa politica sia nell'azienda che nel sindacato !

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  7. Non ha portato davvero bene la visita di Prodi e la videoconferenza di Letta .Questi portano davvero sfiga.

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  8. La dico grossa: e se arriva davvero qualcuno da fuori, ma da tanto fuori, che comincia a premiare il merito VERO senza badare a chi e' entrato per conoscenza, per amicizia, per parentela, per letto? E se fosse una bella occasione per ripulire da questi spocchiosi che da anni si credono di essere il sor c _ _ _ o solo perché "lavoro alla Indesit"? E si riesce a fare una vera pulizia, tagliando il surplus scadente che rallenta tutto il resto? Lo so, e' fantascienza..... ma pensate che BOTTA!

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    1. Se arrivano gli americani, si chiude in 12 mesi, se arrivano i tedeschi si chiude in 6 mesi.

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  9. è fantascienza chi entra come socio di maggioranza ha gia ul suo staff, il nuovo socio di maggioranza taglierà rami secchi e alberi sacolari. Aloisius Bell Sballetz

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