6 febbraio 2014

Fabriano zona franca? Dopo una bufala ne viene un'altra


mandria 

Qualche settimana fa il segretario provinciale della Fiom, Fabrizio Bassotti, ha preso il toro per le corna rimarcando la verità che l'intero sistema economico e politico cittadino sta cercando ossessivamente di nascondere: il 25% dei fabrianesi è senza lavoro e un altro 25% è in cassa integrazione, ovvero circa metà della popolazione locale in età lavorativa è fuori dai circuiti della produzione di reddito e ricchezza. Di fronte a questi dati nudi e crudi - che evidenziano tassi di non lavoro comparabili con le zone croniche della disoccupazione europea come la Grecia e certe realtà dell'Andalusia - viene naturale ricercare scorciatoie legate a provvedimenti di natura straordinaria anche se, purtroppo, tutti sanno bene che il lavoro non si crea per decreto o attraverso le finzioni interventiste dello Stato imprenditore. Ed è proprio quel che ha cercato di fare l'assessore Paglialunga proponendo, per Fabriano, la condizione speciale di zona franca urbana. Ora, è sicuramente apprezzabile il tentativo dell'assessore di portare questa amministrazione fuori dalla sabbie mobili in cui si è impantanata a forza di adattarsi al dominio dei bilanci, ma proporre una zona franca significa coltivare l'ennesima fantasticheria che prima illude i cittadini - con promesse da romanzo - e poi li getta nella depressione più nera, grazie alle montagne che puntualmente partoriscono i topolini. La proposta di un regime speciale sarebbe, infatti, andata bene nel 2008, quando la crisi economica era appena agli inizi e Fabriano era già in una condizione avanzata di decadenza. Tirarla fuori oggi dal cassetto significa infrangersi contro una realizzazione impossibile perchè attivare una zona franca vuol dire investire su un'eccezione e oggi l'Italia avrebbe bisogno ovunque di zone franche e di regimi speciali. E da questo punto di vista è sufficiente dare uno sguardo spassionato allo stato di crisi di tantissimi distretti per comprendere come difettino ragioni oggettive che possano spingere il Governo a preferire Fabriano rispetto ad altre realtà che attraversano difficoltà comparabili con la nostra. Tra l'altro, come si dice in questi casi, l'assessore Paglialunga ha scoperto l'acqua calda, visto che nel mese di dicembre del 2013 la Confindustria della Provincia di Ancona ha prodotto un corposo documento di indirizzo, relativo alla possibilità di creare, nel territorio di Fabriano, una ZES (zona economica speciale) finanziata con i fondi destinati all'Accordo di Programma e pensata con l'obiettivo di attrarre investitori "interessati a fare affari in una zona dove ricevono un trattamento di favore, nonché di sostenere le aziende già insediate sul territorio per rilanciare la loro attività". Il problema strutturale è che un'area speciale non si crea con una dichiarazione di intenti o per il tramite di una bacchetta magica, ma ha bisogno di essere promossa attraverso specifici provvedimenti legislativi, in quanto le misure che generano attrattività sono prevalentemente riconducibili alla fiscalità generale e statale (IVA, imposte sul reddito delle società, ritenute alla fonte per i dividendi, agevolazioni contributive, imposte sulle proprietà immobiliari ecc.) e necessitano anche di un assenso dell'Unione Europea sulla natura delle agevolazioni previste. In più va considerato che una eventuale operazione "zona franca" determina, inevitabilmente, la creazione di nuovi enti e nuovi baracconi pubblici, pronti a essere colonizzati dalla politica con un'ondata di consigli di amministrazione, di gettoni di presenza e poteri di veto che trasformerebbero un'iniziativa finalizzata a sollevare economicamente una comunità e un territorio in una riserva di caccia per burocrati famelici e per politici in cerca di consenso. Tra l'altro la messa a punto di una zona franca non è un colpo di pistola, ma ha bisogno di una tempistica adeguata e di una organizzazione funzionale ed efficiente. Di fatto l'iter legislativo regionale e nazionale, e il via libera da parte dell'Unione Europea, comporterebbero un cronogramma di almeno due anni che vanificherebbe ogni possibile effetto positivo della zona franca nel nostro territorio, visto che essa non può declinarsi in un deserto ma in un ambito in cui il sistema delle competenze professionali sia ancora utilizzabile, magari dopo opportuni processi formativi di manutenzione e riqualificazione. E non è certo il caso di una città, come ricordava il segretario provinciale della Fiom, in cui il 50% della popolazione è fuori dai processi produttivi. Ancora una volta, insomma, la politica fabrianese si affida a proclami altisonanti con l'illusione di tenere a debita distanza concretezza e costrutto: una volta è il distretto creativo; un'altra è la città del fare; un'altra ancora è l'etichetta Unesco. Quando è che cominceremo a misurarci con l'odore delle stalle invece di spargere a iosa polvere di stelle?
    

11 commenti:

  1. Quindi alla fine sei d'accordo con me :)

    RispondiElimina
  2. Paglialunga è fuori di testa, purtroppo non sa cosa dice, farebbe meglio ad andare a casa.....................

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aspettiamo ancora: le telecamere di sorveglianza, harrod's a fabriano, e che soprattutto....SE NE VADA A CASA !!!

      Elimina
  3. 2009: fu il ministro Scajola a millantare una zona franca per Ascoli Piceno e Fabriano, durante la sua visita nelle Marche. In seguito sono stati in molti a parlare di zona franca. Nel 2013 il Movimento 5 Stelle ha presentato anche una mozione in consiglio. Il tempo quindi non mancava, ma al solito difettano le teste e gli attributi e, soprattutto, non ci sono zone franche che tengano se a livello regionale e, soprattutto, nazionale, non si ha idea di dove andare. La crisi di Fabriano non si può certo risolvere con questo Governo e un Sindaco, parliamoci chiaro, può far davvero poco, visto che il pesce puzza dalla testa.

    RispondiElimina
  4. Nonostante le critiche a chi se ne fregia o ai ritardi,
    spero che il progetto " zona franca" sia seriamente valutato e portato avanti.
    I vantaggi possono essere notevoli!
    www.spiegel.de/international/europe/german-government-wants-to-create-special-economic-zones-in-europe-a-835224.html

    RispondiElimina
  5. Ai voglia a risparmià a favrià.
    Co' na botta sola la Boldrini (che ne pensano quei 2\3 che votano ancora sellino (dove si accomoda il PD)? ha fatto di tutto per regalare 7,5 miliardi alle Banche. In pratica 6oo euro a famiglia. Ai voglia a risparmià sulla carta igienica nelle scuole.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi dai dei riferimenti per quello che dici?

      Elimina
    2. Ho capito.... sono tutte parole al vento!

      Elimina
  6. Ci sara o caduta giunta o rimpasto...vedremo, molto mare mosso e venti artici..pagllialunga in attesa di sistemzione ad ancona, nn possiamo fare altro disoccupato e senza ammortizzatori sociali..la rossi e' prossima alla fuga dice"troppi matti nn ci si trova" vedremo lunedi...a me va bene uno sciogliamo le righe e tutti a casa!!!!!
    g.f. cav

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusa ma un condannato in primo grado trova spazio in un ente pubblico ? Dove di grazia? Ma nemmeno a San Luca o Bovalino succedono ste cose. O forse è questo che si intende per zona franca?

      Elimina
  7. Incredibile, ancora ci sono alcuni cittadini che credono alle favole di Paglialunga e soci, alla zona franca...ma è possibile sentire cazzate del genere e trovare e che trovano sponda da un Bartolozzi che fino a prova contraria stupido non è!!!!
    Ma sono tutti collusi???
    g.f. cav.

    RispondiElimina

Sarà pubblicato tutto ciò che non contiene parolacce, insulti e affermazioni discriminatore nei confronti di persone