11 febbraio 2014

La Fabriano che non vuole le scarpe di cartone



 
Ogni volta che penso alla Giunta Sagramola mi viene in mente l’Italietta che affrontava la seconda guerra mondiale con i carri armati di plastica e le scarpe di cartone. Sono sempre più convinto che sia il livello di turbolenza del contesto a stabilire il posizionamento dell’asticella, sia in termini di aspettative che di modalità di giudizio nei confronti di chi governa. Ragion per cui il valore politico di un’amministrazione si delinea a partire dal modo in cui quella specifica compagine politica è capace di rispondere e di adattarsi al cambiamento di scenario. La Giunta Sagramola, come dicevamo, difetta dei requisiti minimi di adeguatezza: è un sistema chiuso, senza evoluzione, quasi coccodrillesco nel suo immibilismo genetico e biologico e incapace di dare alla comunità anche solo la sensazione di una guida salda e prospettica. C'è da dire che questa amministrazione non ha adottato provvedimenti degni di memoria futura e tale profilo basso l'ha messa anche al riparo dal rischio di fare danni. Ma un fatto è certo: essa esprime una caratura politica adatta a stagioni diverse da quella in cui viviamo, ad andamenti lenti in cui dalla politica ci si aspettava redistribuzioni a pioggia, e senza il barlume di una pianificazione, del grasso prodotto dal benessere e da una spesa pubblica dilatata e allegra.  Il problema di questa Giunta non è, quindi, ciò che essa fa o non fa ma la sua identità profonda, il suo “essere nel tempo”. La critica politica che sale da questo blog - come un fluido balsamico - non è un cartellino rosso di natura ideologica, di schieramento o legato, in qualche modo, a una dialettica tra destra e sinistra, che non è mai esistita a livello territoriale e di prossimità. La censura attenta e a tema dei Bicarbonati deriva dal contrasto, sempre più acuto e palpabile, tra il livello dell’emergenza economica e sociale del territorio e la qualità delle risposte politiche e amministrative che quotidianamente registriamo. Lavorare per chiudere la parentesi sagramoliana non significa, quindi, nutrire pregiudizi personali, nè essere di destra o grillino e tanto meno coltivare un'acredine che non avrebbe ragion d'essere. E’ sufficiente soltanto essere depositari di uno stock fisiologico di senso civico per capire che la conclusione dell’esperienza Sagramola è, sempre di più, una priorità politica e sociale. Questo bisogno di trasformazione pone un problema anche all’opposizione. E quando parliamo di opposizione facciamo riferimento a un arcipelago assai più vasto di quello rappresentato dalla minoranza consiliare, perché in essa convergono cittadini trasversali, movimenti di nuovo conio, personalità qualunquiste, che provano a riconoscersi in esperienze inedite di cambiamento, e spezzoni di elettorato del centrosinistra che percepiscono, con preoccupazione crescente, quel vincolo di inadeguatezza che pregiudica la qualità delle scelte e dellem opzioni politiche. Quel che colpisce è che la radicalità della situazione fabrianese ha fatto sì che, in pochi mesi, si siano profondamente accorciate, nella valutazione dei problemi cittadini, le distanze che separano un elettore di Forza Italia da uno del Movimento Cinque Stelle o da un cittadino astensionista. Di fatto, al netto di una legge elettorale comunale che falsifica la rappresentanza in nome di un’idea ambigua di governabilità, c’è una Fabriano nettamente maggioritaria che è all’opposizione rispetto a questa esperienza di governo cittadino. La nota dolente è che si tratta di un arcipelago popolato da isolotti che faticano a costruire ponti e a federare diversità per ora irriducibili. Sono molti gli impedimenti che rallentano la costruzione di percorsi unitari: personalismi esagerati e a volte patologici, un’idea verticale di appartenenza e l’adesione a logiche romane rispetto alle quali il territorio diventa una pura e semplice declinazione di sigle l’un contro l’altra armate. La sfida che l'opposizione ha di fronte è quella di trovare una linea di connessione tra il Movimento 5 Stelle, la sinistra radicale e una grande area civica, di centro e di centro destra, capace di sganciarsi dalle logiche di partito e di aggregare non solo personalità ma innanzitutto elettori e forze sociali vive e radicate nella società fabrianese. Si tratta, quindi, di conglomerati di forze che prese singolarmente possono contendersi l’accesso al ballottaggio, ma senza una qualche forma di reciproca desistenza non sono in grado di battere la sinistra, nonostante rappresentino la maggioranza della città e un desiderio di cambiamento che le attraversa orizzontalmente e nel profondo . L’impegno dei Bicarbonati, nei prossimi mesi, sarà orientato esattamente a questo: a saldare le differenze e far vincere chi non vuole andarsene da questa città, che è il nostro utero sociale e il nostro orizzonte di riferimento. Senza sconti e senza marchette ma soltanto con la formidabile passione di chi pensa la politica come arte del possibile e il duello come logica e metodo dialettico.
    

17 commenti:

  1. Hai perfettamente ragione, per scardinare questa situazione, ci vorrebbe unità di intenti, continuare a viaggiare sparpagliati, si rischierebbe di lasciare Fabriano alla stessa maniera!!!!!!!!!!!!
    g.f. cav.

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  2. Caro GianPietro, seguo il tuo blog e tutte le opinioni da diversi mesi. Devo dire che le tue considerazioni sono spesso molto condivisibili e fotografano purtroppo in modo molto oggettivo, il processo di decadenza del nostro territorio. Ho scritto solo una volta un mio pensiero dopodiche' mi sono limitato ad ascoltare chi sicuramente ne sa piu' di me visto che per motivi aziendali sono quasi sempre in giro tra Italia ed Europa. oggi su facebook ho viato un fotomontaggio che rappresenta la piazza della fontana con il palazzo del podesta' ridotto ad un rudere e alcune pecorelle che brucano sul prato che e' cresciuto sotto di esso. Mi ha fatto molto pensare. credo sia giusto per il bene della nostra città e di noi cittadini tentare con tutte le nostre forze questo lento ed inesorabile declino. vedo nel tuo blog che ci sono diverse persone animate da un desiderio di rinascita e di futuro migliore. penso sia necessario ora andare oltre lo scambio di opinioni e tentare di fare qualche cosa che possa rendere migliore il governo di questa città magari anche supportando l'attuale giunta sempre che questa lo permetta. forse sono troppo ottimista ma credo che con la determinazione ed infatti si possono raggiungere grandi obiettivi. il tempo scorre inesorabile e questa deriva culturale e politica non ci porterà da nessuna parte.
    ancora complimenti per gli interessanti articoli che pubblichi sul blog.

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    1. Caro Agabiti Rosei, il processo di decadenza del territorio e del nostro tessuto sociale lo esasperano purtroppo soprattutto gli articoli strapopulisti di simonetti ed i commenti di tenore barbarico, e solo pieni di insulti, di alcuni tra quelli che intervengono.
      La situazione è durissima, lo sanno tutti e lo so anch'io sulla mia pelle, ma lavorare ogni giorno solo per denigrare e distruggere non porta veramente da nessuna parte. Spero che la gente che ha sale in zucca e non solo veleno nel sangue capisca che bisogna fare proposte costruttive e pacate anche a coloro i quali attualmente amministrano questa Città. E che bisognerà saper scegliere bene anche chi ci governerà domani: non soloni populisti ma gente che ha veramente a cuore la nostra gente. Saluti

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    2. Ovviamente il 50% di disoccupati in età da lavoro li ha creati Simonetti. Ci vuole la faccia come il culo e che ce l'hai si vede anche se uso l'intwervento anonimo.

      Invece ringrazio con calore Fabio che è tra i tantissimi che mi incoraggiano ad andare avanti e a non mollare. Faremo sicuramente qualcosa. di importante in questa città. Ma distruggere le ultime sacche di regime è la prima missione da compiere. E ci stiamo lavorando senza sosta giorno dopo giorno. E più mi criticano più alzo il tiro. Orgogliosamente solone e orgogliosamente populista. Grazie ancora Fabio

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    3. Di solito chi non sa argomentare i disastri di questa città' si trincera dietro l'aggettivo populista. E' davvero POCO...

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    4. Con chi non ragiona vuoi argomentare???
      Tempo perso, meglio concentrarsi ad organizzare la resistenza, simonetti sta per scatenare l'offensiva decisiva contro le ultime sacche di regime ... che paura, ragazzi ...

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    5. Si si però vieni qui a leggere...e ci ritorni di continuo....coniglio...anzi un esercito di conigli

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    6. Giampietro questi so 4 poracci che se sentono scotta' la sedia sotto al culo. L'assali perde, so meno de gnente.

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  3. Simonetti hai visto? Sono tornati quelli del PD a dirci che siamo tutti barbari!! Che branco di fighette

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  4. Lasciali parlare....pori stelli

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  5. "gente che ha a cuore la nostra gente".....la "vostra" gente sta per venirvi a prendere nelle "vostre" case.

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  6. Caro Fabio Agabiti Rosei, come tuo padre ho aderito alla lista Cresci Fabriano perché credevo nel progetto e nella persona di Sagramola.
    Ho seguito il 95% dei consigli comunali da cittadino, per un anno e mezzo mi sono sentito con il Sindaco per vari motivi, quando mi è stato chiesto ho dato dei miei pareri disinteressati; non la faccio lunga, è stato solo tempo perso.
    Ora chi vuole fare il bene di Fabriano, deve adoperarsi per mandarli a casa quanto prima!!!
    Questo ora è l'obbiettivo primario del sottoscritto e di Simonetti!!!
    g.f. cav.

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  7. Devo dire che anche se in modo molto meno partecipativo mio malgrado mi rispecchio nella tua esperienza.

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  8. E' tutto ingessato e paralizzato qui. Bisogna tagliare via il marcio per far ricrescere cose nuove. Collaborare, affiancare questa giunta vuol dire assecondarla, rinunciare a qualcosa. E invece servono idee belle, nuove, forti, dirompenti. Il sistema qui si basa sul silenzio, sul non detto e non si può' dire. E invece e' ora di URLARE, con tutto il fiato in gola. URLARE! G.

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  9. per vigilare sul loro operato, iniziamo a frequentare i consigli comunali. Appuntamento nella sala consiliare domani 13 febbraio ore 18:00

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  10. Gian Pietro, non mi sembra una grande prospettiva di cambiamento quella di mettere insieme tanti isolotti uniti solo dal comune intento di battere alle elezioni un altro insieme di tanti isolotti uniti solo dal comune intento di vincere le elezioni.

    Ottenuto il primo obiettivo, vincere le elezioni, la storia si ripeterà.
    Ogni isolotto farà pesare la sua % di consenso ad ogni delibera di giunta o di consiglio comunale.
    Cosa ci sarebbe di diverso da oggi?
    Avremo sempre un sindaco, che con questa legge elettorale in teoria è paragonabile a un dio in terra, continuo ostaggio di questo o quell'isolotto.

    La gente è stufa di chiacchiere, di programmi elettorali basati solo su visioni, anche belle per carità, ma senza progetti che le rendano concrete.
    I progetti, questi sconosciuti in politica (basta vedere lo Statuto Comunale e i regolamenti mancanti)...
    Se sogno la Silicon Valley ma non dico come lo rendo concreto questo sogno, che progetto c'è dietro (quindi azioni concrete, risorse umane ed economiche dedicate, competenze che ho e competenze che devo acquisire, tempi, etc.) ho raccontato solo una bella storia.
    Salvo improbabili conigli che escano dal cilindro al momento opportuno un mese prima delle successive elezioni.

    La sfida per qualunque forza politica è a mio avviso questa. Presentarsi alle prossime elezioni con un programma elettorale con progetti concreti, e subito operativi nel momento in cui si inizia a governare e con un sindaco e una squadra di assessori che siano credibili in relazione agli obiettivi dichiarati nei progetti. Si faccia campagna elettorale su cose concrete, ci si confronti sui progetti operativi e sulla capacità delle persone che si mettono nella squadra di governo di realizzare questi progetti.

    Altrimenti sarà il solito déjà vu.



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    1. sono daccordo sul fatto che il REGIME attuale, vada annullato il prima possibile, perchè una giunta autoreferenziale, non serve a niente...soprattutto al bene della Città.
      lo spunto di Stefano Stopponi, però, penso sia molto utile per darsi un obiettivo, più concreto e attuabile possibile, altrimenti, si rischia di continuare coi tentativi e con "speriamo che ce la mandi buona"...
      _______________
      G.R.

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