13 maggio 2013

La casa chiusa in una città già andata a puttane


Per anni e anni gli abitanti di questa conca - racchiusa e isolata tra quattro cantoni - sono andati in giro per il mondo a raccontarsi come progenie eletta di mastri cartai, tutta manifattura e filigrana, e di fabbri capaci, dopo naturale evoluzione professionale, di catapultare in orbite sconfinate e mercatiste lavatrici, scaldabagni e affini. Un genius loci accompagnato da un vanto etico abusivo, incastonato in un discorso teso a narrare la moralità dei fabrianesi, il decoro dei fabrianesi e la modestia dei fabrianesi. Una virtù di costumi mai spontanea ma sempre indotta e imposta dall'alto da una elite imprenditoriale che, senza leggere Gramsci, sapeva tradurre istintivamente i fondamenti del fordismo, inteso come intima connessione tra produttività del lavoro e repressione dei desideri. Per queste ragioni divenne un mantra condiviso l'idea che a Fabriano non trovassero spazio e lavoro manco le puttane, perchè sesso mercenario e lassismo mal si addicevano ai tempi e metodi della fabbrica metalmeccanica. Questo non significa che i maschi fabrianesi si siano serenamente adattati alla repressione, anche perchè il versante umbro della dorsale appenninica ha sempre pullulato di night club e bordelletti, dove diversi concittadini hanno maldestramente dilapidato tempo, denaro e relazioni familiari. Ciò detto la fine di quel potere economico e imprenditoriale trova indiretta e sociologica conferma anche nella recentissima e clamorosa chiusura di un lupanare, attivo in pieno centro urbano, ad opera del Commissariato della Polizia di Stato. Una casa chiusa che operava a pieno regime, 24 ore su 24, coinvolgendo un numero imprecisato ma consistente di clienti fabrianesi e di forestieri fatalmente attratti dal "vincere facile". Si tratta di qualcosa di inedito per la nostra città; un inedito che non rappresenta soltanto il simbolo della fine di un'epoca ma anche il sintomo di una normalizzazione rispetto agli standard di microcriminalità che coinvolgono le realtà comparabili con la nostra. Ma la fine di un'anomalia tutta fabrianese, ossia l'essere pienamente familisti e allergici a tentazioni e deviazioni, suggerisce anche qualche considerazione aggiuntiva e qualche domanda non oziosa. Come è possibile che una città basata su un controllo sociale a maglie strette -oltre che morbosamente attratta dal pettegolezzo e dalle "scopertelle" - sia rimasta tanto silenziosa e discreta di fronte a viavai in cui sono coinvolti molti fabrianesi e che, solo per questo, avrebbe dovuto scatenare  le "chiacchiere" più feroci e disparate? Per quale misteriosa ragione le parole in libertà hanno lasciato campo libero a un'omertà fitta come una nebbia scozzese e resistente a tutti gli spifferi? Siamo diventati, di colpo e senza preavviso, una comunità di persone discrete o è il profilo della clientela coinvolta ad aver generato una barriera protettiva e - è proprio il caso di dirlo giocando sull'equivoco - a prova di lingua? Sappiamo bene che non è possibile, per ragioni di tutela della privacy, ma sarebbe davvero interessante compilare un elenco dei frequentatori perchè sono convinto che sia proprio in questa potenziale pink list la ragione di una discrezione tanto pervasiva e così lontana dai nostri usi, costumi e consuetudini. E allora, per una volta, faccio il tifo per i fabrianesissimi "chiappacazzi", invitandoli a esercitare il loro mestiere di narratori del vero e verosimile. Titolava ieri la bacheca locale di un quotidiano: "Casa chiusa: i clienti tremano". Lo confesso: oltre a vederli tremare mi piacerebbe pure sapere che se la fanno sotto. E non è detto che non accada davvero.
    

14 commenti:

  1. il fabrianese terrà duro i vizi non attaccheranno molto facilmente e le cattive pratiche verranno estirpate il pettegolezzo non serve abbiamo bisogno di impegno sociale serio e significativo non è tempo di correre dietro a due sottane stracciate, dobbiamo impegnarci tutti per creare un nuovo orizzonte

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  2. Tante domande me le sono poste anch'io. Abito a 15 metri dalla famosa casa, ci passo avanti forse 20 volte al giorno. Non ho la vista diretta sulla casa. Giuro, giuro, di non essermi accorta proprio di niente. Da dopo Natale c'erano questi inquilini nuovi che entravano e uscivano dalla casa ma giuro di non aver intuito NIENTE. Forse sono particolarmente portata a farmi gli affari miei ma per nessun motivo avrei immaginato niente del genere. E' anche vero che sempre a 10 metri dalla casa c'e' un kebab che ha portato a tutte le ore un gran giro di persone e magari questa confusione ha contribuito a nascondere quanto accadeva. Che ci sia anche un po' di enfasi intorno a questa notizia? Onestamente, questo gran via vai.... Mi infastidisce molto il pensiero di non aver capito niente! Ad onor del vero comunque, ed a parziale discolpa, dei vicini attenti ci sono stati e credo che anche grazie a loro sia stato possibile capire cosa stava accadendo. Quello che in realta' colpisce me e' questo degrado sociale che si percepisce a pelle, che comincia a serpeggiare ovunque, nella nostra ridente Fabriano succedono cose che fino a pochissimo tempo fa nessuno avrebbe mai immaginato. E credo che non siamo nemmeno pronti a cogliere subito questi cambiamenti o non vogliamo pensare e credere che certe cose possano accadere anche qui. Ho paura....!

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  3. Ma facciamo un bel quartiere a luci rosse. Così la piantiamo con questo falso perbenismo, incentiviamo il turismo e riduciamo rischi di possibili esplosioni di rabbia.

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    1. Lo facessero a livello nazionale sarebbe un modo di rimpinguare le casse, di investire e di controllare ! Strano che nessun partito nemmeno quelli anticattolici o laici si siano mai sbilanciati !

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  4. Amici adesso siamo diventati tutti sportivi e tolleranti quando questa è una città che ha ammazzato la gente a colpi di pettegolezzi. Su non travestiamoci da illuministi quando non lo siamo mai stati

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    1. be' sarebbe anche ora di inizire ad emanciparsi...leggo commenti di persone che hanno paura per la scoperta della casa d'appuntamenti e il conseguente degrado sociale...con tutto il rispetto, benvenuti nel mondo reale ragazzi!
      per me il problema sociale di attività come la prostituzione (ma non solo) sta nel proibizionsmo, che comporta mercato nero, criminalità organizzata (che gestisce tali attività per le strade e fa pure un sacco di soldi), carceri sovraffollate...

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  5. Antiproibizionista sempre
    M.llo Badoglio

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  6. un tempo, in città, si "mormorava" insistentemente su presunte "ammucchiate" di studentesse e casalinghe a favore di più o meno facoltosi soggetti...ma mai, di prostituzione organizzata.

    anche questa, potrebbe essere una fonte di turismo, a ben pensarci...del resto, di case chiuse (nel senso di vuote, sfitte) ce ne abbiamo parecchie!
    ______________
    G.R.

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  7. Gli affari prosperano quando c'è mercato, da quello che si è sempre vociferato, storicamente, la "casa chiusa" dei fabrianesi è stata la vicina e "ospitale" Umbria ... anche perché il fabrianese è stato sempre specializzato nel dissimulare, nel non apparire, anche nel non far vedere il reale status economico personale ... evidentemente erano finiti gli spazi per il pendolarismo sessuale ... quella che si dice "domanda e offerta".

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  8. ma mica sono le unica case chiuse....sapete quante ce ne sono solo a Fabriano? Adesso fanno scalpore ste due che sono state scoperte.....c'e un giro ultimamente e guarda caso li non c'e mai crisi...la gente i soldi per andare a pu...ne ce li ha sempre!!!! Come mai?

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  9. Da racconti di persone che hanno vissuto la gioventù una 40 ina di anni fà, la prostituzione a casa era moda anche di quell' età.
    Sciogliamo le camere, chiudiamo i gabinetti e riapriamo le case chiuse

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  10. Sinceramente dovremmo apri un night club in un quartiere a luci rosse

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  11. Tutto il mondo è paese e ogni volta è un fatto che si ripete.

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