12 maggio 2013

Salviamo l'affresco dall'indifferenza dei politici


G.Loreti "Crocefissione" (foto di F.Moscè)

Il post dell'altro ieri con la traduzione in vernacolo favrianese delle posizioni del Partito Democratico sul recupero del Centro Storico è stato molto apprezzato dai lettori del blog, che ringrazio calorosamente. In realtà quel testo nasce dalla profonda amarezza per l'incapacità dimostrata dal partito politico che governa da troppo tempo la nostra città, di "produrre cultura": a partire da sè stesso, dalle posizioni che assume e dal modo in cui le comunica. E questo accade quando le organizzazioni decidono di non prendersi più cura dei propri elettori, della qualità degli iscritti e del livello del proprio gruppo dirigente. Anche per questa ragione il Pd di Fabriano è diventato un albero senza fronde, un vegetale rinsecchito che ha scelto, senza remore e con presunzione da ottusangolo, di coccolare i portatori di preferenze piuttosto che investire sui portatori di cultura; una scelta che, tanto per intendersi concretamente, ha consentito a quel partito di privarsi, con quel menefreghismo liberatorio che gli zotici sono solito esibire quando si allontano quelli che "c'ha l'istruzione", di due figure come Piera Picchi e Sonia Ruggeri che, con il loro intelletto profondo e spigoloso, non avrebbero sicuramente consentito di mettere nero su bianco un documento che ha dato del Pd un'immagine più adatta a uno stand della sagra della pannocchia che alla tutela razionale e pensosa di una città in crisi.
Foto F.Moscè
La verità è che, anche per colpa di politici ridotti al rango di scaltrissimi frati cercatori, siamo di fronte a una vera e propria catastrofe culturale di cui, credo, sia vergognosa ed emblematica sintesi il disinteresse che circonda le condizioni della Chiesa del Crocifisso delle Fontanelle. Si tratta di una chiesa del '700, che secondo Balilla Beltrame, faceva parte delle dodici chiesette del "cerchio mistico" ed era sede di una confraternita che il 14 settembre festeggiava solennemente l'Esaltazione della Croce oltre ad essere insignita di speciali indulgenze. Oggi, purtroppo, è una struttura diroccata e cadente che al suo interno presenta un affresco, letteralmente esposto alle intemperie, realizzato dal pittore fanese, di ispirazione bolognese e carraccesca, Giovanni Loreti e che raffigura la Crocefissione di Cristo. Secondo Fabrizio Moscè, che assieme ad altri fabrianesi è stato promotore qualche mese fa di un appello per salvare la chiesa, è già un vero e proprio miracolo che il tetto sopra l'affresco non sia ancora crollato. Vista la situazione sarebbe necessario salvare l'affresco e la campana e pare che non si tratti di un'operazione particolarmente onerosa. Ad oggi la proprietà della chiesa è privata e dispersa tra decine di eredi che, evidentemente, non hanno alcun interesse a finanziare il salvataggio dell'affresco e tanto meno il restauro dell'intera struttura. L'unica via percorribile sarebbe quella di un esproprio da parte del Comune che dovrebbe farsi carico del salvataggio, magari anche in collaborazione con la Fondazione della Carifac. Ma temo che nel caso si debbano fare i conti con la spiccata e rinomata sensibilità della Giunta in materia, e fa tremare i polsi il solo supporre che la questione possa essere oggetto di un altro documento del direttivo Pd: "Noialtri sarebbimo dell'idea de spianalla sta chiesetta, e  de facce un parcheggetto a pagamento che po fa comodo de sabato quanno che il centro è tutto ntasato de machine pe via del mercato".
    

16 commenti:

  1. Una intera classe dirigente da mandare a casa....

    RispondiElimina
  2. A onor del vero siamo in parecchi ad esserci interessati della chiesetta, ultimo in ordine di tempo Paolo Panfili che giustamente ha segnalato la situazione di estremo pericolo rappresentato dalla parete pericolante proprio sulla strada, una vera minaccia per gli ignari parcheggiatori. Ora la facciata è stata ribassata ed è più sicura ma ci sono alcune cose da salvare prima che la struttura crolli del tutto. L'opera del Loreti e la campana in primis, come dici tu Gian Pietro, ma anche gli splendidi stucchi rappresentanti dei putti ed un'acquasantiera in pietra scolpita, sempre che non l'hanno già rubata. Poi se proprio non se ne può fare a meno, che dire?.... buttatela giù sta chiesetta o aspettate che crolli da sola!

    RispondiElimina
  3. Hai ragione. Paolo Panfili è stato un precursore. Mi scuso con lui per l'omissione in totale buona fede

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Panfili propose anche al Comune di espropriare la chiesa, qualcuno si è interessato della questione in Giunta?

      Elimina
  4. In realtà è da almeno quindici anni che in Consiglio Comunale si parla di questa vergogna, varie volte Guido Latini è intervenuto con interrogazioni e articoli di giornale e, ancora nel 2011, il capogruppo del PD Quinto Balducci è ritornato alla carica in Consiglio, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E per fortuna che abbiamo da sei anni un assessore al turismo esperto nel restauro di chiese e da qualche mese un assessore al patrimonio culturale. Nella città del fare e nella città creativa Unesco, è troppo complicato trovare qualche tubo innocente e una tettoia per mettere una pezza a questo scandalo.

    RispondiElimina
  5. Ma la Soprintendenza che dice? Non dovrebbe intervenire in questi casi? Anna

    RispondiElimina
  6. E' vero Quinto Balducci si interessò alla chiesetta, e se non sbaglio anche componenti del Consiglio della Porta del Piano. Dimostriamo di superare logiche di appartenenza e salviamo il salvabile... magari con l'aiuto economico di qualche benefattore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il benefattore c'è per statuto ed è la Fondazione Carifac

      Elimina
    2. La Carifac non esiste più! E la fondazione temo non abbia più le energie e le risorse di una volta. Vedremo lo scempio della chiesetta consumarsi giorno dopo giorno finchè tutto non sarà perso irrimediabilmente, come sta succedendo per la chiesa di S.Claudio a Castelvecchio. Meglio essere realisti che illusi.

      Elimina
    3. Purtroppo temo tu abbia ragione per quanto riguarda il destino delle chiese. Per i resto Carifac non esiste più ma la Fondazione si e ci girano anche molti soldini. Sicuramente ci si finanziano svariati restauri. E' che si preferisce destinare risorse altrove. Ma si tratta di scelte non di automatimi o di fatalità

      Elimina
  7. Magari anche la curia potrebbe manifestare un interesse per dare un sostegno economico. Sapete se é stata sconsacrata?

    RispondiElimina
  8. "Noialtri sarebbimo dell'idea de spianalla sta chiesetta, e de facce un parcheggetto a pagamento che po fa comodo de sabato quanno che il centro è tutto ntasato de machine pe via del mercato". OTTIMA IDEA PROCEDETE

    RispondiElimina
  9. si fosse trattato di un capannone, probabilmente du' soldarelli ce l'avrebbero pure spesi...
    _______
    G.R.

    RispondiElimina

Sarà pubblicato tutto ciò che non contiene parolacce, insulti e affermazioni discriminatore nei confronti di persone