6 maggio 2013

L'eccidio di Monte Sant'Angelo e il gonfalone assente


Ieri ad Arcevia è stato commemorato il 69° anniversario dell’eccidio di Monte Sant’Angelo quando una rappresaglia condotta da almeno duemila soldati tedeschi  - armati fino ai denti - provocò la morte di 70 persone tra civili e partigiani, compresa una bambina di 6 anni. L’eccidio di Arcevia è uno dei tanti episodi di cui è costellata la storia della Resistenza e del Movimento di Liberazione. Una vicenda complessa e drammatica su cui si possono avere opinioni e sensibilità diverse, talvolta contrastanti, e magari anche un approccio revisionista che punta a rileggere gli eventi in maniera più laica e distaccata, cercando di comprendere le forze in campo e le dinamiche ideali e militari di una guerra civile che divise nel profondo il popolo italiano. Ma quale che sia il punto di vista storico e politico in cui ci si riconosce c’è un fatto incontrovertibile e cioè che la Resistenza rappresenta la patria morale dello Stato democratico e repubblicano e che è quindi compito delle istituzioni agevolare la memoria storica, il ricordo e la commemorazione di quel lungo biennio della storia italiana. Di tutti le istituzioni: quelle centrali, come quelle locali e territoriali. Apprendere, quindi, dai giornali di stamattina che alla manifestazione di Arcevia – in cui lo Stato era rappresentato al massimo livello istituzionale dal Presidente della Camera Laura Boldrini – non era presente il gonfalone del Comune di Fabriano è una di quelle cose per le quali si prova un profondo senso di disagio. E il retrogusto amaro nasce dalla certezza della totale buonafede dell’amministrazione, ossia di una vera e propria dimenticanza generale, di un “mannaggia ci siamo scordati” più figlio del disorientamento ideale della sinistra fabrianese che governa la città che di una malizia politica che, quanto meno, avrebbe avuto il merito di una sua deplorevole chiarezza. Ha scritto giustamente uno storico non ostile al movimento partigiano che occorre evitare di monumentalizzare la Resistenza attraverso la sua cerimonializzazione perché questo approccio ne svuota le radici ideali e l’impeto combattentistico e fondativo. E’ una posizione che, credo, possano condividere tutti i democratici. Ma quel che non si può accettare è che Fabriano, comune capofila del territorio, non sia stata simbolicamente presente col suo Gonfalone in una di quelle montagne dove ha trovato concretezza il sogno popolare della democrazia e della libertà. E auspichiamo sinceramente che il Sindaco Sagramola possa tempestivamente trovare il coraggio politico di chiedere scusa agli arceviesi, ai fabrianesi e alle organizzazioni partigiane.
    

7 commenti:

  1. Il Generale Inverno06 maggio, 2013

    La forma,in casi come questi, è sostanza.

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  2. dal resto del carlino: "Ad accoglierla [laura boldrini], c’erano i sindaci con i Gonfaloni dei Comuni della vallata, parlamentari, gente comune e soprattutto i bambini delle scuole".

    c'era pure la laura...un giro si poteva pure fare...

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  3. e poteva andarci con la macchina in comodato!!!!
    ___________________
    G.R.

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  4. che tristezza...........
    Donna Armanda

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  5. ma noi ce l'abbiamo ancora un gonfalone??

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  6. Quelli di Arcevia non votano per le comunali di Fabriano.
    Con stima M.llo Badoglio

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