4 maggio 2013

Un tiranno alla Cultura

Esattamente sei giorni fa ho scambiato qualche parola con il Sindaco Sagramola avanti al Bar Centrale. Il discorso è caduto sulla cultura ed essendo una conversazione informale e amichevole mi guardo dal riferire, rendendole pubbliche, le posizioni espresse del primo cittadino. Ma nulla mi vieta di raccontare il mio punto di vista e cioè che Fabriano, sul versante della cultura, ha assoluto bisogno di un tiranno messo al riparo da qualsiasi filtro di democrazia, dotato di poteri pieni e insindacabili, di relazioni importanti e di competenze manageriali, perché cultura e il turismo non sono soltanto valori dell’anima ma anche business e mobilitazione di risorse. Nel caso specifico si tratterebbe di un Papa straniero, di un tecnico da remunerare profumatamente che si faccia carico di coordinare e unificare la gestione della Pinacoteca, del Museo della Carta, della Biblioteca e di tutto ciò che direttamente o indirettamente fa riferimento alla cultura. In questa città, in cui il massimo dell’aspirazione era battere la mazza da Merlò e dove la cultura era considerata perimetro maledetto di fannulloni e spostati, è stata rasa al suolo qualsiasi competenza, sensibilità o visione che non fosse riconducibile agli oblò e ai cablaggi. Il che significa che è letteralmente demenziale anche il solo immaginare una gestione autoctona del patrimonio culturale e il semplice supporre un qualche sporadico illuminismo rimasto indenne rispetto alla desertificazione industrialista imposta dalla Sacra Famiglia a una comunità ben disposta a sopportare il signoraggio e geometricamente propensa alla gradazione standard del “culo puzzò”. Da questo punto di vista bisogna anche prendere atto di alcuni punti fermi: a partire dall’estinzione di qualsiasi vagito politica della cultura, frutto dei limiti evidentissimi, strutturali e congeniti di un’assessora che ci ha subito abituati a “sovrumani silenzi e profondissima quiete”,  più frutto di vuoto pneumatico che di rimembranza leopardiana. In questo senso turismo e cultura appartengono allo stesso spazio concettuale ed è sempre più chiara – da questo punto di vista - l’inadeguatezza di Rossi e Balducci, a cui il Sindaco, se avesse un minimo di palle, dovrebbe togliere le deleghe, tenersele ad interim e individuare un papa straniero a cui dare i pieni poteri in materia, una griglia di obiettivi a breve e medio periodo e una tempistica di realizzazione pianificata e condivisa, per fare della cultura e del turismo spazi economici e intellettuali di nuovo sviluppo cittadino. Ma la verità, e sia detto come attenuante per il malpancismo sagramoliano, è che nessuna forza politica dispone di quel senso del limite e di quel riconoscimento del proprio deficit di conoscenza che è alla base di una delega integrale e fiduciaria a un tiranno della cultura. Perché di fondo, tutti i politici – quelli vecchi come quelli di nuovo conio – sono convinti di essere i figli della gallina bianca e di avere in tasca la ricetta che trasforma un presente a tinte fosche in una cromoterapia radiosa e di successo.
    

8 commenti:

  1. Oltre alla persona giusta ci vogliono risorse fino a quando la nostra Regione regala i soldi per far giocare la poetessa della famiglia non si va da nessuna parte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è tutto molto po-etico, più po.

      Elimina
  2. Una volta nei partiti avere una posizione sull cultura era considerato una condizione essenziale. Oggi è invece fondamentale non averla

    RispondiElimina
  3. personalmente sono contrario ad ogni forma di tirannia, ma questo post lo prendo come una provocazione che, amaramente, ci sta tutta!
    il problema culturale che c'è a fabriano andrebbe affrontato da un'opinione pubblica convinta e consapevole, che dovrebbe concretizzarsi in un associazionismo serio e possibilmente "in rete", da cui poi emergerebbero inevitabilmente figure adatte a dettare linee guida in materia di cultura e turismo.
    purtroppo questa bella teoria si scontra con una desolante realtà che in effetti può portare ad invocare un deus ex machina in grado di risolvere problemi in tempi relativamente brevi.
    solo che bisognerebbe trovare quello giusto e bravo (cosa non semplice)...e chi lo sceglie? questa giunta? sono molto scettico sulle sue capacità di valutazione delle competenze in questi ambiti...e poi bisognerebbe pagarlo, credo profumatamente...poi dopo le ausiliare del traffico chi le tiene?

    RispondiElimina
  4. L'idea di far venire qualcuno da fuori probabilmente è irrealizzabile, e dovrebbe trattarsi comunque di un personaggio illuminato che oltre a conoscere le potenzialità della città e del territorio ne conosca anche la storia e sia in grado di interpretare i limiti culturali sui quali lavorare. Certo è vero che "gli intellettuali" fabrianesi (i pochi superstiti) sono più abituati alla speculazione che all'azione, e che c'è bisogno di competenze da management culturale per una politica a lungo termine. Certo se si mettessero insieme, come dovrebbe succedere per il comitato di curatela onorario (e volontario) della pinacoteca, qualcosa potrebbe venir fuori, ma il volontariato in certi casi comincia a diventare squalificante e penoso per chi si presta e non vede riconosciuta appieno l'utilità della propria professionalità dalle istituzioni. Il lavoro andrebbe retribuito, sempre, soprattutto quello di pubblica utilità. La programmazione manca totalmente da sempre, e ogni bene sembra sopravvivere a sé col minimo sindacale, ovvero col rimanere fruibile (vedi pinacoteca e teatro) e neanche tanto (vedi chiese). Non ho ancora capito quando aprirà il grande polo bibliotecario, che ruolo avrà e se ad esso si accompagnerà il polo delle arti visive. Se questi progetti dovessero venir realizzati (e non me pare l'aria) avrebbero senso solo se inseriti in un contesto di programmazione e valorizzazione costante, che parte dalla chiusura e riqualificazione del centro storico. Poi serve qualcosa che ci porti i turisti, e a quel punto sarebbe il caso di farsi trovare pronti. Chiaro che non può essere lontanamente la soluzione della crisi economica, ma Fabriano ha bisogno di essere guardata con nuovi occhi, prima di tutto da chi ci abita. E non solo Fabriano, ci sono frazioni con beni culturali da salvaguardare e ottimo potenziale attrattivo che sono arrivate a uno stato di degrado che è un'offesa per il più comune senso civico. Avoglia a dire ai ragazzini che devono rispettare il patrimonio comune se poi li facciamo crescere in mezzo alle macerie.

    RispondiElimina
  5. Non ti capisco Simonetti. Le posizioni sulle politiche culturali del Sindaco sono quelle scritte nel suo programma, se dovesse aver espresso posizioni diverse, allora vuol dire che Sagramola ha preso in giro i suoi elettori e se davvero li ha presi in giro, con le solite frasi fatte prive di contenuti che si scrivono nei programmi elettorali, vuol dire che nella realtà dei fatti lo stai coprendo, tacendo le reali posizioni del Sindaco.
    Non puoi lanciare il sasso sul blog rivelando la tua conversazione del Sindaco e poi mascherarti dietro il doveroso rispetto. Potevi limitarti a scrivere di cultura, senza fare riferimento al vostro incontro informale e privato.
    Le decisioni sono del Sindaco, della Giunta e della maggioranza consiliare che li sostiene. Quindi se Rossi e Balducci risultino inadeguati se ne prenda atto e siano sostituiti da chi li ha scelti e da chi ne ha approvato fino ad ora l'operato. I meriti e i demeriti sono di tutti. Smettiamola con i personalismi assessorili.

    RispondiElimina
  6. Sagramola mi ha detto delle cose che non riguardano gli assessori ma azioni che intende compiere. Io gli ho detto che a mio avviso ci vuole una gestione "tirannica" del settore.E quel che ho detto a Sagramola l'ho scritto. Il giudizio di inadeguatezza su Rossi e balducci è mio non di Sagramola. E credo sia condiviso da tantissimi fabrianesi. Per il resto nessuno prende in giro nessuno e se il Sindaco prenderà posizioni lo farà con la Giunta e con la maggioranza e non con un umile blogger fabrianese. Quelli che chiami personalismi sono assenza di decisioni di figure che hanno ricevuto una delega a decidere su quei temi. Smettiamola con la finzione delle decisioni collegiali quando sappiamo bene quanto siano gelosi i singolo assessori dei loro spazi di decisione...

    RispondiElimina
  7. Fabriano città del fare o del fare ridere? Piano strategico di sviluppo culturale e turistico, Polo delle arti, Distretto culturale evoluto dell'appennino, Sistema turistico, Fabriano città creativa Unesco ... dimentico qualcosa? Probabilmente si. Non sono al dentro dei vaticini culturali e turistici del Comune, ma leggo i giornali e ho buona memoria. Di sicuro siamo troppo abituati a dimenticare presto quello che dichiarano sui giornali i nostri amministratori, per questo siamo sempre indulgenti con loro quando non realizzano quello che promettono o millantano.

    RispondiElimina

Sarà pubblicato tutto ciò che non contiene parolacce, insulti e affermazioni discriminatore nei confronti di persone