C'è qualcosa di leopardiano in queste ore che chiudono una giornata intensa e particolare, quasi la sensazione di un epilogo che aleggia sui consuntivi di oggi e si posa sui resoconti di chi già guarda con preoccupazione alle prossime ore. E' uno stato d'animo contagioso che si percepisce nitidamente in città, che si diffonde in forma virale nei social network, circola in mille conversazioni e, come una strana quiete dopo un'ordinata tempesta, si condensa in una sola domanda: e adesso che ne sarà della vertenza Indesit? La sensazione, ancora embrionale ma già ansiogena quanto basta, è che la manifestazione di oggi sia stata una sorta di canto del cigno, il punto di massima tensione prodotta da quel gigantesco e micidiale elastico che é il conflitto di lavoro. Per giorni abbiamo assistito a un crescendo di fantasia e di solidarietà: la fiaccolata, il gatto selvaggio, le deiezioni simboliche, i cinquemila sotto il sole, il tam tam delle magliette e delle condivisioni Facebook. Da domani comincerà a pararsi innanzi il timore delle discese ardite, dei primi segni della fase calante nel ciclo di vita della lotta. E' sicuramente il momento più difficile e impegnativo, quello della vertenza che s'arena nel meriggio, dell'estro creativo che s'inceppa e non riesce più a spiazzare la controparte, della vena che s'inaridisce e smette di produrre iniziative all'altezza della feroce ostinazione della proprietà e del management dell'azienda. In questo senso forse aveva ragione il filosofo francese Georges Sorel quando proponeva una lettura dello sciopero generale come mito in cui si racchiude e si fonde per intero la lotta operaia. Già perchè il mito sembra essersi consumato tra l'alba e il mezzodì di oggi e, da questo momento, sarà sempre più difficile governare e mantenere tensione e temperature. Martedì ci sarà il secondo round del tavolo tra azienda e sindacati, istituito dal Ministro Zanonato, ed è difficile immaginare e supporre uno scenario negoziale radicalmente modificato dalla compattezza e dai numeri della manifestazione di oggi. Il timore è che l'azienda agirà di nuovo con l'obiettivo esplicito di non rompere e quelo esplicito di fruire di un comodo posticipo settembrino. E cosa faranno i sindacati di fronte all'eventualità di questa abile melina suffragata pure da uno snervante gioco di rimessa? Di certo non è mai motivo di vanto il gufare e il pensare sistematicamente al peggio, ma è assai viva e bruciante l'impressione che oggi si sia vinta la più bella battaglia proprio perchè ci appresta a perdere la più importante e strategica delle guerre. Ed è una sensazione che ci rende tutti pensierosi e insonni.
13 luglio 2013
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in coda venenum
RispondiEliminabeatus ille qui procul negotiis, ut prisca gens mortalium, paterna rura bobus
RispondiEliminaexercet suis, solutus omni foenore
ab honesto virum bonum nihil deterret
RispondiEliminano... sappiamo tutti noi lavoratori che la lotta è appena cominciata...ma quale canto del cigno... non ci arrenderemo mai... la lotta continuerà e sarà sempre più dura da parte nostra
RispondiEliminaI sindacati raccoglieranno all'Indesit quello che hanno seminato all'Antonio Merloni.
RispondiEliminaBravo,condivido la stessa idea.
EliminaAll'Antonio Merloni ne hanno fatte di tutti colori i sindacati.
specialmente dal 2000 in poi....
Il problema è che i fabrianesi ancora agiscono per conto di qualcun altro! Quasi nessuna delle iniziative finora fatte è stata realmente totalmente spontanea. E come tali non agitano abbastanza i vertici, che si sentono capaci di poter gestire chi manovra le iniziative! Non so se mi sono spiegata, spero che si sia capito cosa voglio dire.
RispondiEliminaLa vedo in questo modo per diversi motivi che ho potuto notare ieri nel corteo.
C'è gente che vede "violenza" anche solo in un fumogeno, perché evidentemente i sindacati che sistemano ogni angolo del corteo, non li danno in dotazione ai manifestanti!!! C'era la possibilità di fare un po' più di "pressione"; la possibilità di attaccare striscioni in giro per la piazza, di forzare di più il cordone della celere agli stabilimenti Indesit, di improvvisare un sit-in o una piccola occupazione dei cortili avanti gli uffici, impedendo agli impiegati di andare a lavoro... magari sono iniziative altrettanto inutili, ma almeno sarebbero state spontanee, e dall'alto odiano la spontaneità, abituati come sono a muovere i fili che abbiamo attaccati addosso.
Per cambiare qualcosa, per smuovere qualcosa, c'è bisogno che cambino le mentalità dei fabrianesi, vissuti sempre assoggettati al volere della famiglia Merdoni (non è un errore, è voluto!!), tanto che hanno totalmente perso il loro istitnto... è come mettere in libertà animali nati e cresciuti in uno zoo!
E occupando gli uffici cosa avreste risolto ? Diritto allo sciopero vuol dire anche diritto al non sciopero. Che fai rompi le auto aziendali come ripicca ? Per me è stato bello cosi e se non ci fosse stata quella forzatura sarebbe stato anche meglio. Lo sai la foto piu vista quale è ? lo striscione tenuto dai bambini... A piazza Tienanmen ci si ricorda degli scontri o dell'imamgien del ragazzo fermo che blocca i carrarmati ?
EliminaTi riferisci all'umanità, in pochi comprendono le reale potenza della massa, la massa viene nutrita di veleno e istruita alla schiavitù, come pretendi che ci siano diritti se abbiamo solo doveri, l'unica via è la sorpresa, è bello vivere nell'incoscienza tranquilla di una società pacifica attendendo la fine spremuti delle nostre energie, i veri problemi ci saranno ad ottobre novembre quando il piano Indesit sarà effettivo e la cassa della Antonio Merloni, finirà allora avremo le vere sommosse, questo non è avere la palla di vetro è vedere a breve termine e sembra che nessuno lo faccia, vedete un popolo tenuto a bada è pericoloso nel momento della ribellione, come dire ha accumulato energie che verranno rilasciate in un solo momento proprio come un terremoto, vogliono evitare tutto questo o ci stanno portando lentamente verso questa reazione? La regola che attuano è sperare e disperare, mi spiego prima ti fanno sperare e poi ti fanno disperare in un vortice che secondo il loro schema non ha fine, interromperlo vuol dire essere liberi ma perdere l'elemosina del padrone, quella che ti fa vivere, quanti sono disposti a rischiare? Se il rischio viene distribuito nella comunità il rischio è basso se viene assunto da pochi è alto e lo stato delle cose rimarrà immutato ma questo non significa disperato volgo che vi ridaranno il lavoro....i ciclo industriale capitalistico volto allo sfruttamento delle energie umane ripartirà dove il padrone troverà il profitto maggiore.....fosco orizzonte? Preparatevi al peggio, poiché solo così apprezzerete le buone novelle.
EliminaPer l'Anonimo delle 12:54: non parlo di "violenza" o ripicche, parlo di picchettaggi e sit-in! E' ben diverso... servono a creare scompiglio e a far notare a sufficienza la questione. Perché se uno sciopero deve avere un percorso scritto, con tutte le tappe definite, basta cambiare strada per aggirarlo. Se invece si cambia percorso, si fanno iniziative spontanee (SPONTANEO non significa violento!), sarà difficile non imbattersi nella protesta e nessuno potrà chiudere gli occhi di fronte ad essa. E' questo che voglio dire...
EliminaLe manifestazioni di un giorno non hanno senso.Quele vere durano giorni ,tanto da costringere le autorita' ad intervenire in maniera drastica,lo abbiamo visto recentemente nei paesi del nord africa. Solo cosi' la goccia scalfisce la roccia.Lunedi' sara' ancora un giorno di ordinaria fase lavorativa nessuno sara' ancora frastornato dalla mattinata di venerdi'.Succedera' come alla ardo ci si abituera' all'ammortizzatore sociale,quello che sembrava lontano anni luce e' vicinissimo e presto verra' metabolizzato.La sacra famiglia lo sa benissimo e ha calcolato tutto nei minimi particolari.Questa mattina per il corso sembrava non fosse successo niente ,mentre sta per arrivare un'immane tempesta.Non per i merdoni,come dicevano nel post precedente ,ma per tutti.L'aria che si respira in giro e' di menefreghismo totale,come a dire sti merloniniani sono degli sfigati,noi invece che non ne facciamo parte siamo dei privelegiati,ma fino a quando ?
RispondiEliminaLeggete l'intervista a Guerra su Repubblica, capirete perché' non c'è speranza
RispondiEliminaQuando i fabrianesi si incazzano diventano davvero cattivi con i propri signori.Il 1400 insegna.
RispondiEliminaappunto, era il 1400. Sono passati sei secoli e quella cattiveria non si è ripetuta. Incazzatura diluita parecchio e adesso un po' debole, me pare...
Eliminaquesti hanno la panza piena, come i Merloni che li hanno assunti con i sistemi ben noti...
M che scriviamo a fare ,nessuno risponde ,sono tutti a Senigallia altro che manifestazioni.La fame ve la meritate.
RispondiEliminaRicorda che se si affama l'operaio si affama tutto il resto e
Eliminaspecialmente da noi l'operaio è al centro di tutto i commercianti piangono tutti e da tempo.
Fabriano vive un effetto catastrofe naturale peggio del terremoto
E comunque una manifestazione andrebbe fatta a Roma contro il
governo fantoccio che ci rappresenta e che ci sta svendendo a pezzi (guardare la Pernigotti,ecc.) e permette le delocalizzazioni.
no tutti a Palombina
Eliminain un economia di mercato cosa doveva fare il governo per la Pernigotti, sindacare sulla capacità dei turchi di fare i cioccolatini? O farla diventare pubblica per aumentare di qualche migliaio gli assistiti?
EliminaL'ultimo sabato del Palio Osterie piene a Cena dopo di che alle 11 so montati tutti in macchina e la gente è andata a Sengallia, devo aggiungere altro? questo è il Fabrianese medio!
EliminaNon riesco sinceramente a comprendere il sottile godimento che emerge da certi commenti. Sembra che la crisi di Fabriano per qualcuno sia quasi una soddisfazione postuma. E anhe questo svilire la lotta boh...faccio fatica a comprendere. Non mi riferisco ai commenti a questo post ma in generale a una sensazione sempre più forte
RispondiEliminama se il sottile godimento per primo lo provi tu che pretendi se qualche altra persona prova le tue stesse emozioni del resto tu per primo hai lanciato la pietra ammò ritiri il vraccio?
EliminaBè se negli anni il favrianese medio avesse fatto qualcosa per farsi amare magari... invece è successo l'esatto opposto nun ce pò vede NICIUNO
EliminaQuale pietra ho lanciato? e dove vedi il sottile godimento? Io non ho bisogno di fare l'antimerloniano last minute...e avrei goduto molto di più se dieci anni fa questa città avesse avuto un minimo di consapevolezza in più. Oggi sono altri a fare gi iconoclasti
EliminaCome si fa a definirla lotta?? un corteo alla cui testa c'era Spacca? il padre dell'internalizzazione delle aziende, la stessa persona che oggi è al corteo e domani a pranzo con i Merloni, l'ex sindaco Sorci etc..
RispondiEliminaLa maggior parte dei dipendenti Indesit di Fabriano era a casa, preoccupati di non farsi vedere per paura di finire nella lista dei licenziati, e quando finalmente usciranno sarà troppo tardi.
La verità è che tenteranno di fare come i cugini della Ardo, tutti a casa stipendiati per anni..
Io non lavoro all'Indesit, ma alla manifestazione c'ero, e tranne forse per i dipendenti Indesit Campani e i ragazzi del CSA, ho visto solo gente passeggiare e preoccuparsi solo di mettersi al riparo dal sole, e andare via il prima possibile perché iniziava il week end e bisognava andare al mare...
LA verità è che sperano di fare la fine dei cugini della Ardo, a casa per anni in cassa integrazione!
Beh, se questa è la lotta, e se devo lottare per loro, la prossima volta vado al mare!
a Palombina mi raccomando
Eliminala tua visione Francesco è un po' apocalittica dai...io ho la sensazione che il cambiamento ci sia realmente...ma le trasformazioni sono quelle che vanno nel profondo. Dobbiamo dare ai fabrianesi il tempo per elaborare il lutto
EliminaNon avrei mai pensato di vedere un cordone di poliziotti a difesa dei Merloni. Grosso segnale di debolezza. Con stima M.llo Badoglio
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