Il 25 luglio 2012 sui quotidiani
venne pubblicata la notizia relativa alla decisione del Tribunale di Ancona di
nominare un perito con l’obiettivo di verificare la correttezza delle modalità
di vendita della Ardo al Gruppo JP Industries. Questa azione era una delle
azioni possibili generate dal ricorso presentato da un pool di banche, esposte
con la Antonio Merloni per circa 180 milioni di euro, che chiedevano
l'annullamento della vendita, perché essa sarebbe avvenuta sottostimando i
valori di mercato e quindi azzerando la possibilità, per gli istituti bancari,
di recuperare i crediti evitando, quindi, di metterli a bilancio come
inesigibili. Da questo punto di vista è bene ricordare che stiamo parlando di
un gruppo che nel 2007 esprimeva un fatturato consolidato di 850 milioni di
euro, 10 siti produttivi e circa 5.000 dipendenti e che l’acquisizione della
Ardo da parte di JP Industries – comprensiva di 210.000 metri quadri di
superfici coperte - comportò un esborso complessivo di poco più di 13 milioni
di euro, di cui 10 cash più tre di crediti precedentemente vantati. La perizia,
dopo una lunga e approfondita valutazione da parte del consulente, è stata alla
fine consegnata e depositata. E attenzione: trattasi di perizia non di parte ma
disposta dal Tribunale, ossia dal soggetto terzo deputato a decidere. E la
perizia sostiene che la vendita fu sottostimata di almeno quattro volte il
valore effettivo di vendita. Questa valutazione, che è squisitamente tecnica,
costituisce uno strumento di supporto rispetto alla autonoma decisione del
giudice, che, ovviamente, potrebbe anche ritenere equa e corretta la vendita di
Ardo a JP Industries. Ma il buonsenso lascia presagire una decisione del
Tribunale coerente con quanto emerso e riconosciuto dalla perizia perché è raro
che un Tribunale smentisca una perizia da esso stesso disposta. Il che significa
che i settecento assunti in JP, come nel Gioco dell’Oca, ritorneranno come in
passato ad essere dipendenti Ardo, al pari dei “sommersi” che non hanno beneficiato
della riassunzione da parte di JP Industries. Il problema sorgerà nel caso in
cui Porcarelli dovesse fare ricorso rispetto a questo eventuale pronunciamento
del Tribunale, perché si aprirebbe una fase di transizione, una sorta di limbo
giuridico, in cui sarà davvero difficile capire cosa accadrà ai lavoratori e
come si potranno ricollocare all'interno del quadro degli ammortizzatori
sociali. In attesa di un altro pronunciamento che, magari, contraddirà quello
del Tribunale, riaprendo tutti i giochi e rimbalzando duramente sulla pelle dei
lavoratori. Quel che è certo è che sul territorio sta per atterrare un’altra
tegola pesantissima. Al peggio non c'è mai fine
2 luglio 2013
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Più che una tegola la definirei l'ennesima zozzeria . Ma tutti zitti e chiotti.
RispondiEliminaIn un paese serio dopo i Cinesi e gli Iraniani ed essere diventati la prima provincia per chiusure di attività commerciali la testa del Governatore delle Marche una vera opposizione l'avrebbe chiesta.
RispondiEliminaSpacca intanto ha portato la sanità a Favrià, aproprosito quale sarà il palazzo che ospiterà le strutture?
EliminaTra l'altro ci sarebbe anche il problema, credo, dei macchinari venduti. Se si dichiara non valida la vendita alla Jp con che titolo sono stati venduti i macchinari?
RispondiEliminac'è anche un altro problema.....che la vendita è stata approvata dai Commissari nominati dal Ministero del Tesoro
EliminaSiamo alla frutta... prugne per tutti siamo in un mare di Mer*a
EliminaPenso, da ignorante in materia, che i commissari possano sempre dire che dopo 3 anni e tocca l'offerta di Porcarelli era l'unica sul tavolo. O mangi sta minestra o salti la finestra
EliminaCaro Miura sai qualcosa che noi non sappiamo visto che alla JP stiamo lavorando anche se a singhiozzo ?
RispondiEliminaIo spero che lavoriate sempre e non più a singhiozzo..
RispondiEliminaNon me pare l'aria
EliminaBene, è stata una finta vendita e il tutto dovrà passare per le regole del libero mercato. L'Azienda è fallita, il terzismo si fa altrove e il marchio Ardo partì in ritardissimo rispetto allo tsunami dello spostamento del baricentro produttivo-economico verso altre nazioni e continenti. Adesso il giocattolo economico-finanziario è appannaggio di Russia, Cina e India e dintorni. All'Europa non resta altro che essere sottoposta alle telecamere-spia come succede all'ultimo dei dipendenti rompicoglioni che un'azienda decide di mandare a casa con effetto immediato. Così come a prodigarsi in soluzioni alternative dovranno finalmente adattarsi tutti i Fabrianesi e i dipendenti cassaintegrati per troppo tempo, in una forma di neo assistenzialismo che nessuno può più permettersi. Alla politica la guida, ma una politica totalmente differente da questi quattro pretoriani ormai inservibili neppure per essere mandati a quel paese. Fanno solo pena.
RispondiEliminaDirei, rileggendomi, che sono un capisciotto, capisciotto industriale.
RispondiEliminagenerale sei fuori stagione ma ci stai sempre troppo dentro!
EliminaAnche un bambino di 8 anni capisce che non è stata una vendita ma una svendita, e poi per fare?? per continuare a fare il terzista per qualche ordine?? l'unico scopo è stato quello di continuare a fare la cassa integrazione per tutti, oramai si sta tenendo in vita un'azienda morta e sepolta, che fa una lavorazione anacronistica.
RispondiEliminaIo personalmente non ne posso più di vedere gente che sta a casa da anni, salvo qualche piccolo periodo di lavoro, con il suo bello stipendio, decurtato ma pur sempre uno stipendio.
E per chi si lamenta che i soldi sono pochi, che non ci si riesce a vivere, beh, c'è chi prende gli stessi soldi per lavorare tutti i santi giorni, e non per stare a casa, al bar o per andare a fare il secondo lavoro, o sui monti a cogliere i funghi, a guardare gli anziani etc.. (la lista è lunga).
Tutti questi soldi sarebbero potuti andare ad aziende sane, che lavorano e investono, non sicuramente per la Ardo.
Parole Sante
EliminaDevono andare a casa tutti !!!
EliminaÈ semplice parlare bla bla bla bla stiamo vivendo una realtà paurosa e si salvi chi può. È inutile usare paroloni e fare i politici nessuno sa come andrà a finire.
RispondiEliminaDissento, non stiamo parlando di calamità naturali ma di azioni e reazioni che pochi (spero) manovrano. E i molti che sanno tacciono.
Eliminategola?...questo è un cornicione intero!!!
RispondiEliminasta a vedere che alla fine le chiacchiere da bar hanno più di un semplice fondamento...
cari amici capisciotti, qui i discorsi stanno a zero...o ce capite troppo, o portate una sfiga maledetta!!!
______________
G.R.
Credo sia ora di cominciare a rimboccarci le maniche e pensare a girare pagina. In che modo non ho idea ma sicuramente continuare a parlare di zozzerie varie passate non ci aiuta a rialzarci. Ormai dobbiamo smettere di chiamare questa cosa crisi ed iniziare a chiamarla con il suo vero nome, nuovo stato delle cose. Chi pensa che si possa tornare ai livello di un tempo temo che si illuda.
RispondiEliminaIn bocca al lupo a tutti noi..
Evito ogni commento su quanto successo finora, la storia ci dirà se qualcuno di quelli che il Vescovo ha definito "quelli nella stanza dei bottoni" dovrà pagarne le conseguenze.
RispondiEliminaDi sicuro le conseguenze le pagano e le pagheranno i lavoratori Ardo e dell'indotto, la città sempre più in crisi e anche quelli che pagando fino al 70% tra tasse e contributi sul reddito che generano ogni anno, alimentano loro malgrado questo sistema folle che si chiama Italia.
Però concordo con l'anonimo delle 23.29, è ora di iniziare a rimboccarci le maniche e cominciare ad utilizzare i 35 milioni dell'accordo di programma (altra barzelletta italico-umbro-marchigiana per come è stato congegnato) per progettare il futuro dei nostri figli visto che il nostro presente è ormai pregiudicato.
L'accordo di programma per come è strutturato non ha portato un solo euro investito a Fabriano. Se qualcuno ha notizie contrarie me lo faccia sapere, perché a me oggi non risulta niente a parte un capannone acquistato sempre dal fallimento Ardo per metterci una produzione di stampaggio plastico.
Le poche aziende fabrianesi che potevano utilizzarlo stanno di fatto chiudendo i propri stabilimenti e delocalizzano all'estero.
Cosa significa? Che non basta mettere sul piatto le risorse per assumere la gente se non hai niente da fargli produrre perché il mondo è già pieno di elettrodomestici.
Il lavoro non si crea per decreto, per decreto puoi creare posti di lavoro dal futuro sicuro: CIG, CIGS, MOBILITA'.
Le risorse dell'accordo di programma vanno liberate dal vincolo di dover assumere a tutti i costi delle persone, devono servire per creare iniziative che poi come conseguenza creino lavoro e posti di lavoro.
Se ad una startup gli ci metti sopra il fardello delle assunzioni per decreto, quella startup è destinata a fallire miseramente.
Le risorse dell'accordo di programma vanno svincolate dai settori indicati come privilegiati: Domotica, Green Building, Fotovoltaico, Meccanica di Precisione. Il mercato sta andando in molte altre direzioni e non puoi limitare l'iniziativa imprenditoriale solo perché in questi settori potresti reimpiegare subito tanta manodopera. Perché il rischio che nessuno ci investa e che la gente rimanga a casa è elevatissimo.
Liberare le risorse dell'accordo di programma dal vincolo dei mega progetti: abbiamo un tessuto di aziende medio piccole che con poche risorse possono fare grandi cose.
Liberare le risorse dell'accordo di programma anche per l'autoimprenditorialità degli ex.Ardo e di tutti gli ex dell'indotto e di tutti i futuri ex.
Perché lo slogan di cui tanti si riempono la bocca in questi giorni "Il lavoro è dignità e vita" diventi una pratica concreta.
Parafrasi del proverbio cinese: "Dai un pesce ad un uomo e lo sfami per un giorno. Insegnagli a pescare (e dagli la canna da pesca così fa prima) e lo sfami per tutta la vita".
e vaglielo a fa capi a sti geni
EliminaOh, ma per rimboccarsi le maniche c'è sempre bisogno dell'aiuto che piove dal cielo? Se non te danno la canna da pesca, te la poi costruì da SOLO !!!
Eliminascusate per l'anonimo ma ho capito solo ora come si mette il nome.....
RispondiEliminacome la vedete Fabriano fra 5 anni?
RispondiEliminac'è la domanda di riserva?
EliminaFabriano tra due anni sarà la seconda città della TUNISIA
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