27 settembre 2013

Fabriano risorgerà quando smetterà di essere democristiana d'animo



 
Ci sarà tempo e modo per capire, al netto delle attuali passioni, come sia potuto accadere che un modello di industrializzazione decantato dai sociologi e proposto come formula distrettuale da imitare da schiere di politici, analisti e consulenti, sia potuto declinare e schiantarsi in tempi così irragionevolmente brevi. Di certo la crisi occupazionale, e la carenza sempre più acuta di opportunità di lavoro, non facilita la comprensione di quanto realmente accaduto. Si moltiplica, di conseguenza, l’appello a guardare avanti, a ignorare ogni riferimento al passato, a fingere che tutti i gatti siano neri. Non è così come dimostra il convegno nazionale sugli elettrodomestici organizzato nel 1980 a Fabriano dall’allora Partito Comunista (di cui a breve pubblicherò alcuni articoli e forse anche alcuni frammenti delle relazioni che vennero presentate in quella sede) e la ricerca realizzata nel 1999 dalla Fondazione Censis sul rischio del modello Fabriano e sulla necessità di riflettere su nuove linee e nuovi driver di sviluppo (grazie alla gentilezza di un amico ho avuto l’occasione di avere lo studio in formato digitale, con la possibilità, attraverso questo blog, di metterlo a disposizione di tutti i fabrianesi) ma conviene farlo credere, in modo tale che una intera, ramificata e inamovibile classe dirigente possa godere di un’indulgenza plenaria per i propri peccati sociali e di potere. Ma questo tentativo di offuscare il passato, facendone una palude lattiginosa e senza vita, è causa di fraintendimenti e di nuovi pregiudizi che inficiano anche la comprensione del presente. Leggendo i tanti interventi che sono stati postati su questo blog negli ultimi tempi e scandagliando tra parole forti, insulti e dileggi d’impronta più toscaneggiante che marchigiana, ho visto delinearsi, in tutta la sua potenza divisoria, una vera e propria linea di frattura tra chi lavora e chi ha perduto questa possibilità. Una contrapposizione muscolare tra guelfi e ghibellini, dove spesso chi lavora si scaglia sulla presunta vita facile e comoda di chi il lavoro lo ha perduto. Una criminalizzazione che richiama i vade retro medievali, quando la povertà era ritenuta peccaminosa e maligna, come ha straordinariamente raccontato, in tanti suoi libri, lo storico polacco Bronislaw Geremek. E dentro questa divisione se ne scorge anche un’altra, largamente infondata e irreale, che prova a decodificare la linea di faglia tra lavoro e non lavoro come fosse il risultato di una divisione nitida tra raccomandati e non raccomandati. Da questo punto di vista è del tutto evidente un’istintiva rimozione rispetto alla vera storia e alla lunga vicenda del potere fabrianese. Il concetto di raccomandazione non è applicabile al nostro contesto perché l’idea del raccomandare richiama alla mente azioni individuali, one to one, tra il raccomandatore e il raccomandato. A Fabriano la raccomandazione non era una modalità di contrattazione individuale ma un fondamentale meccanismo di inclusione nel sistema di potere merloniano. Un potere che si è declinato attraverso la funzione mediatoria e di coagulo tenacemente svolta dalla Democrazia Cristiana, che ha interpretato, in forma collettiva e in raccordo con il sistema associativo animato dalle parrocchie, lo stesso ruolo, bonario e imperativo, che il “capoccia” svolgeva all’interno del sistema mezzadrile. Abbiamo, quindi, conosciuto una “DC delle frazioni” che governava il consenso del contado, attraverso il sistema inclusivo delle raccomandazioni estese e l’assunzione, previa iscrizione al partito ma non sempre necessariamente,  alla Antonio Merloni. Così come è esistita una “DC statalista” – quella dei Mercia e dei Medici per intenderci – capace di applicare in modo sistematico e spietato un vero e proprio spoil system su tutto ciò che potesse ricondurre all’assunzione in enti pubblici come l’ospedale, l’azienda sanitaria e il comune. E, per finire, è esistita e ha prosperato una “Dc tecnocratica” che ha filtrato e drenato l’accesso dei fabrianesi al resto delle aziende del gruppo Merloni; una DC questa che, nel corso degli anni, si è fatta carico di selezionare una classe politica – almeno ai suoi massimi livelli – di origine prevalentemente aziendalista.  Questa Democrazia Cristiana una e trina ha egemonizzato tutte le pieghe della vita cittadina, alternando bastone e carota e stabilendo chiare linee di demarcazione tra chi era dentro e chi era fuori dai meccanismi di inclusione e di consenso fissati a tutela del sistema di potere. Un sistema che premiava la fedeltà, il voto e la sindacalizzazione smuntarella e gialla raccomandando e inserendo nell’attività produttiva interi nuclei familiari comprensivi di estese sequenze parentali e generazionali. La crisi industriale e il tramonto dei vecchi patriarchi dell’industria locale ha logorato e consumato i fili di questo modello di welfare basato non sul diritto ma sulla concessione inclusiva. Ma è assolutamente falso e fuorviante, dal punto di vista storico e sociale, narrare una città improvvisamente divisa tra puri e raccomandati. Raccontarlo significa, ancora una volta, ricorrere a una visione lunare delle cose in cui si semplifica e si assolve per dimenticare. Finchè saremo democristiani non risorgeremo mai.
    

40 commenti:

  1. Ottima riflessione ma non penso che sia solo Fabrianesi a dover essere più Democristiani ma anche i poteri centrali a Roma. Che di fatto si alimentano e sopravvivono ancora raschiando il fondo.

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  2. Ottima riflessione ma non penso che sia solo Fabrianesi a dover essere più Democristiani ma anche i poteri centrali a Roma. Che di fatto si alimentano e sopravvivono ancora raschiando il fondo.

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  3. Errata corrige: che siano solo i Fabrianesi e non dover

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  4. trovo l'analisi corretta...ma forse dovresti chiarire meglio il succo delle ultime due frasi ;-)
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    G.R.

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    1. -) -) si è Venerdì e mi sono incartato. Ciao e buon week.

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  5. Non c'è lavoro, non si trova lavoro a Fabriano, qualche cazzata si, tipo devi spendere più soldi di quelli che ci guadagni, meglio stare fermi no, ma il lavoro quello dove lavori e prendi il tuo maledetto stipendio quei pochi maledetti e subito, il lavoro quello fatto con le mani il lavoro quello fatto di vendite, il lavoro quello con la "L" non c'è più! Poi l'amministrazione comunale per carità non ha il compito di trovare lavoro, deve fare rotatorie indispensabili, manco per sogno una pista ciclabile e manco per sogno una società partecipata pubblico privata per l'assunzione di invalidi civili tanto meno per i disoccupati, l'amministrazione comunale si occupa di tares di fantomatici istituti per anziani, far passare appalti e cene fra amici, però pensare alla città che muore e i cittadini che muoiono senza lavoro? Non è assolutamente una responsabilità della amministrazione comunale, che ce frega a noi, siamo chiusi qui nessuno può entrare siamo nel nostro bunker ci paga lo Stato poi dei disastri degli altri che ce frega che ce frega, morissero tutti siamo nel bunker! Ci si muove solo per bacini di voti, Ardo e Indesit gli altri devono andare a ruota, perché sono la ruota sono l'indotto. L'ufficio per l'impiego inutile, inesistente, basterebbe la metà del personale impiegato, dipendenti la cui vita serena assomiglia a quella di un principe, allora oggi non c'è lavoro e quindi non c'è bisogno di personale....così iniziate a precipitare anche voi nella vita dei disoccupati poi vedrete che bella vita quando toccherà a voi tanto toccherà pure a voi, voi che non avete mai fatto un emerito cazzo, che non vi siete sentiti mancare sulle macchine voi della pausa caffè e noi delle tre pisciate in otto ore, voi che il sudore sulla vostra pelle lo vedete solo al mare, ecco toccherà anche a voi sentirvi esuli in casa e ricordatevelo esuli in casa. Avete impoverito la massa quella che vi nutriva, che nutriva il vostro non fare un cazzo, il vostro ozio, il vostro girarvi sulle poltrone, l'alzarsi inutile per dimostrare che essere li o su una panchina non era la stessa cosa, chiusi nelle stanze di provincia e comune e regione, asl e inps, uffici delle entrate, equitalia con l'aria condizionata a palla, tutti enti inutili si inutili siete inutili e campate sui nostri pochi giorni di lavoro, ora che non lavoriamo più morrete pure voi, lo vedete no si chiude, chiude il tribunale, chiude l'ufficio delle entrate, e via di seguito perché non esiste solo il pubblico, se il privato non c'è più il pubblico chi lo mantiene? Quindi oggi soffro io ma domani tocca a voi! E tocca a voi perché toccherà a voi e quando toccherà a voi che non avete mai fatto un cazzo allora si che saranno cazzi amari per voi! Non per noi, perché noi quelli delle tre pisciate ogni otto ore di turno la sofferenza la viviamo!

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    1. cmq sia (in teoria)chi sta dietro una scrivania e' perché ha studiato (ed ' stato disoccupato da 18 anni a minimo 25anni per conseguire una laurea)un operaio a 16 inizia a guadagnare.
      sono confronti inutili.
      poi ,gli operai in cassa integrazione ,vivono sulle spalle di chi ancora un lavoro lo ha.
      quindi per la sopravvivenza di tutti e' meglio che qualche istituzione che rappresenti lo stato ci sia ancora in un territorio.
      la guerra tra poveri e' assolutamente controproducente per tutti.

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    2. Ho visto laureati a catena e gente con la terza media fare i direttori di produzione.Dipende sempre da chi conosci e il grado di stronzaggine.

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    3. in alcuni ambienti puo' essere cosi(nel settore privato soprattutto)del resto un imprenditore puo' permettersi il lusso di scegliere chi gli pare come direttore- se poi non e' capace di fare nulla sono cavoli suoi.e le conseguenze le pagheranno chi gli sta dietro(sotto o davanti)dipende dai punti di vista!!

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    4. teoria appunto solo teoria

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  6. Morirete democristiani.
    Peggio!
    Morirete SPACCAPDMENOELLEITALIANISENZAVALORECITTADINICREATIVIEPOETICIPOSTINDUSTRIALITURISTICICLIENTELARICOMUNISTISVENDUTISAGRAMOLIANI.

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  7. La nostra società (piccola) è divisa tra puri e raccomandati, guardatevi in giro dalla banca agli uffici pubblici ci sono solo figli di e parenti di , Simonetti come fai ma anche come cazzo fai a dire il contrario?

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  8. nel 1990 quando fui eletto consigliere comunale per il Pci Antonio Merloni prese più di ottomila preferenze personali (a quelo tempo non c'era l'elezione diretta e tutti venivano votati per il consiglio comunale) e la Dc arrivò al 55% dei voti eleggendo 17 consiglieri comunali su 30. Monocolore. Cosa pensi che quello fosse tutto amore? C'era un consenso di sistema che veniva ripagato con le assunzioni. Non devi soffermafrti solo sull'aspetto parentale per capire ma fare una sorta di albero genealogico per risalire alle relazioni politiche ed economiche. Chi ha resistito a quel sistema è stata un'infima minoranza. Il resto era dentro.

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    1. Quindi pochi puri e molti moltissimi raccomandati, sarà per questo che chi vale se ne deve andare.

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    2. Il bello e' che chi valeva se n'è già andato, impoverendo il territorio.

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  9. Ti consiglio, in merito, un prezioso libro scritto da Dalmazio Pilati "Fabriano in cifre". Lo trovi anche in Biblioteca Comunale.

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  10. Fabriano ricorda il modello Sheffield, e anche tu ne hai parlato tempo fa. La politica sosteneva l'industria locale fino ad esserne impregnata così tanto da non riconoscere dove cominciava l'una e finiva l'altra. Con la fine dell'industria ci sarà la fine della dc. E' inevitabile che col tempo ci sia questo passaggio anche nelle menti dei fabrianesi. O almeno, di quelli che non sono riusciti ad andarsene.
    Aggiungo una cosa: magari ora ha poco senso distinguere tra puri e raccomandati, ma è ovvio che in un sistema come quello che hai descritto, chi non faceva parte "del cerchio magico" se la passava male, veniva deriso e messo all'angolo. Gli strascichi si sentono ora e si sentiranno a lungo, da una parte gli ex dc che dicono "è stata colpa di tutti" e dall'altra gli ex esclusi che dicono "ben vi sta" e chiaramente sentono di avere avuto una piccola rivincita.
    Samuele S.

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    1. Sulla sindrome Sheffield scrissi nel 2007 un pezzo per l'azione e mi diedero del pazzo....purtroppo le parole dischi non ha altro potere che la parola non fano mai molto breccia....

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    2. Slah tu da che parte stai?

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    3. Samuele permetti una cosa, il sistema DC usava i portaborse amici, vale pure per il sistema 5stelle ?

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    4. Daje Axel che se casca il governo da portaborse passi a ...portaborracce.

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    5. Mi riferivo proprio a quell'articolo sulla sindrome di Sheffield. Almeno lì una volta caduta l'industria siderurgica è nata la new wave. Da noi non so.
      Non rispondo ad anonimi,non sono iscritto a nessun movimento o partito, non so chi sia Axel. Faccio l'architetto e vivo a Roma, sono andato via da Fabriano anni fa riuscendo a centrare un paio di risultati notevoli appena messo piede fuori da quella logica di clientelismi di cui ora vi lamentate. Vedi un pò te.

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  11. Certo che analizando la storia viene ancora di piú da dire che "I Fabrianesi se meritano tutto quello che gli sta a succede"

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  12. Se volete divertirvi andate a vedere i componenti del CDA della Fondazione CARIFAC passando per il Comitato di Controllo, Assemblea ecc e poi date uno sguardo ai posti di lavoro dei figli e magari uniteci anche l'ASUR e il Comune. Un tempo anche le vecchie Cartiere Miliani.erano un buon serbatoio. E non finisce lì.

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    1. Penso che siano cose che a Fabriano sappiamo tutti.

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    2. Si a Fabriano sappiamo sempre tutto ma sempre zitti e chiotti

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  13. Quando le cose andavano davvero bene e Fabriano era una piccola Cortina il merito era di tutti,dalle istituzioni all'imprenditoria,ora che le cose vanno davvero male la colpa non e' di nessuno.
    E' proprio vero che la vittoria ha molti padri e che la sconfitta e' orfana.
    L.

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  14. Simonetti riusciresti a ritrovare un vecchio articolo su Fabriano,del corriere della sera dal titolo:-come si vive bene nella ricca Merlonia.-
    Cosi' potremmo commentarlo perché mi ricordo che era davvero interessante.
    Grazie.

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    1. Parlando dal 1996 in poi ma,,
      le mitiche campagne elettorali del sig.Viventi ve le ricordate?
      io si,vedevo gente che a comando si assentavano dal lavoro per andare a fare propaganda elettorale per fabriano e dintorni e al ritorno la facevano anche dentro i stabilimenti,telefonate a casa ecc.
      Poi in clima elettorale si metteva dento gente con contratto a tempo indeterminato quasi da subito,anche se non serviva per raccimolare voti su voti.
      La ditta in quei tempi era diventata piu che mai come la"vigna dei coglioini"
      tutti ci andvano a cogliere l'uva.
      Per me uno più di tutti ne ha colta di uva....

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    2. E poi Viventi cosa ha raccolto? Un par de ...

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    3. ha raccolto e difatti lo hanno piazzato bene

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  15. ansiosissimo di leggere gli estratti dal convegno del PCI e dalla ricerca del Censis...grande gps!

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  16. Simonetti sai cosa sarebbe interessante avere come dato? A gennaio vorrei che esanimassi i dati degli emigrati da Fabriano nel 2011-2012 e 2013 analizzando fasce d'età e livello di istruzione.

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    1. I dati sui flussi demografici ci dovrebbero essere anche mensilizzati. Non cedo sia invece possibile fare una comparazione coi livelli di istruzione perchè dunito che l'ufficio anagrafica gestisca questo tipo di informazioni

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