2 settembre 2013

Su Indesit parla la Boldrini ed è di nuovo altalena d'aspettative

Qualche giorno fa Flavio Zanonato ha ricordato che sono circa centocinquanta i tavoli di crisi aperti presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Una nota informativa che ha dato l'impressione di contenere un retropensiero non dichiarato, ovvero l'impossibilità materiale di individuare vertenze prioritarie da trattare con un occhio di riguardo e su cui riversare quel quid di passione, energia e risorse che potrebbe risultare utile se non determinante. Certo, il caso Indesit riguarda una crisi di primo piano, sia dal punto di vista dimensionale che sul versante del rischio occupazionale, ma ciò non toglie che - in un'ottica prettamente ministeriale - essa rappresenti soltanto un caso complicato tra i tanti e, per di più, in un settore ormai ritenuto industrialmente insostenibile nei paesi occidentali. Questa relativizzazione e contestualizzazione del caso Indesit - che fa giustizia dell'entusiasmo di quanti immaginavano un apparato ministeriale tutto intento a riflettere sulla crisi del bianco - se da un lato ricolloca negativamente la vertenza, dall'altro può fungere da benefico antidoto rispetto al rischio di una delega risolutoria e taumaturgica ai due tavoli ministeriali; delega che potrebbe riservare qualche amarezza ai sindacati e ai lavoratori della Indesit, specie se l'attività istituzionale non sarà accompagnata dalla capacità del sindacato di alimentare nuovamente l'entusiasmo e la mobilitazione delle prime settimane di giugno. Va quindi inserito in questo quadro generale l'intervento del Presidente della Camera Boldrini che ieri, ad Ancona, ha fatto sapere che incontrerà una delegazione di lavoratori della Indesit e che segue, con interesse e partecipazione, i grandi problemi dell'economia e del lavoro che stanno fiaccando la tenuta del modello marchigiano. I giornali, stamattina, danno ampio risalto alle parole della Boldrini. E non poteva essere altrimenti. Ma il punto è interrogarsi sugli effetti che questo pronunciamento della terza carica dello Stato - già manifestatosi altre volte nel corso della vertenza - può produrre sul negoziato in corso con i vertici dell'azienda. Il dato positivo è che l'intervento cade in un momento di bonaccia, di navigazione faticosa e di divisione sindacale, ossia in un frangente in cui è facile pregiudicare il tessuto unitario e alterare il clima di consenso necessario a dare forza e senso all'azione dei lavoratori. E, da questo punto di vista, la Boldrini ha sicuramente contribuito a riattivare un focus mediatico che si stava progressivamente affievolendo. Ma di fatto, al di là di una generica solidarietà istituzionale, il Presidente della Camera non ha alcun potere concreto di intervento nella negoziazione tra le parti sociali; né può agire sul Ministro delle Attività Produttive se non nella forma, sicuramente autorevole ma di fatto ininfluente, di una pressione sui protagonisti della vicenda in ragione di una alquanto opinabile vicinanza politica. La sfida è, quindi, quella di "utilizzare" la scelta di campo della Boldrini, cogliendone il peso politico ma separandolo da qualsiasi illusione circa una improbabile ridefinizione degli equilibri negoziali. Anche perché, nel suo ragionamento, il Presidente della Camera ha pronunciato una frase killer, sostenendo che il caso Indesit, ultimamente, si è un po' ridimensionato. Il rischio è che con questa affermazione si avvalori, al massimo livello, l'idea di una retromarcia dell'azienda sul numero degli esuberi e sui contenuti del Piano che - come sa bene chi ha seguito passo passo la vicenda - non hanno, invece, subito cambiamenti di sorta. L'intervento del Presidente della Camera incarna, quindi, un tipico caso di arma a doppio taglio, rispetto a cui quale tocca al sindacato distinguere e discernere, evitando che attorno alla vertenza Indesit si rimetta in movimento la solita, infinita e disdicevole altalena delle aspettative.
    

15 commenti:

  1. Ma quando se la finirà di farsi pubblicità personale strumentalizzando ogni facile argomentazione da massaia moderna?

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    1. muuuta deve stare! O_O

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    2. La Boldrini col suo nuovo serie 5 full optional fiammante è meglio che se sta zitta, la COMPAGNA

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  2. Quando si andava a figa e si parlava molto senza concludere, ci si dava del samurai. Ovvero quello che psrla parla e non scopa mai. Qui mi sembra la stessa cosa. Le chiacchiere tante i fatti pochi.

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  3. Ormai bisogna arrendersi all'evidenza che degli operai non gliene frega niente a nessuno. L'Indesit stessa ormai ha quel profumo delle pagine ingiallite... Nel bene o nel male Fabriano non sarà più quella degli anni 70 80 90..

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    1. Seriamente chi pensa che Fabriano possa torna anche un pó come gli anni 90 è da CIM

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  4. Non mi aspetto nulla dalla Boldrini. Armata solo di frasi fatte e di circostanza spesso anche fuori luogo. Come il caso di Civitanova Marche dove dichiarò che non pensava che la crisi fosse così grave. Bene se aspettiamo che si renda conto della situazione probabilmente molti di noi non ci saranno più.

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    1. alla Boldrini degli Italiani non frega una mazza

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  5. Magari invece viene aggiornata dal Buon Rossi suo "collega" di SEL.

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    1. Rimane la questione sollevata da Simonetti. Peso istituzionale solo nella forma. E non nella sostanza.

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    2. c'è una senatrice che nemmeno quello, ha fatto...
      _______________
      G.R.

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    3. La Boldrini li fa contenti e coglionati .ma che ne sa lei che pensa solo a farsi propaganda personale come Pariano a Fabriano .Forse perché sono entrambi presidenti ? Che peso e soprattutto che influenza può dare la Boldrini nella vertenza Indesit ?nulla. Solo propaganda per lei pagata con i soldi dei contribuenti

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    4. Scusa che c'entra Pariano con la Boldrini? Quale sarebbe il nesso? E poi sinceramente la propaganda è parte integrante dell'azione politica.

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    5. Perché Pariano come presidente del consiglio comunale quale posizione a preso a difesa dei lavoratori Indesit ? Tutti a pensare di salvare la propria posizione politica e non dimenticare che dopo 15 anni di sindaci dipendenti Indesit adesso abbiamo il presidente del consiglio dipendente Indesit

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    6. Mica è colpa loro se il Favrianese ciabotto continua a vota PD

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