6 settembre 2013

La Mostra dell'Artigianato tra formule, polemiche e sospiri



Ieri, con il consueto taglio del nastro e qualche marcetta di contorno intonata dalla Banda musicale cittadina, si è aperta la 26a Mostra Mercato dell'Artigianato. La seconda se si utilizza come riferimento cronologico il nuovo corso modernizzante dato alla formula concettuale ed espositiva dall'assessore Giuseppe Galli. Come al solito la città si è divisa tra sostenitori della nuova stagione postmoderna e minimalista e nostalgici delle Olive di Cerignola e delle crepes alla Nutella fino a notte fonda, storicamente ubicate in zona uffici postali. Tra questi ultimi diversi commercianti per i quali la Mostra è sempre stata un'occasione aggiuntiva di movimento e di affari, seppur limitati allo spazio ristretto di una tre giorni. Sinceramente la nuova formula, fondata sulla centralità dei plessi e degli spazi chiusi, non appare esteticamente e funzionalmente compatibile con la classica carovana delle bancarelle che fa più sagra che expo. Ma vista la situazione critica del commercio nel centro storico una qualche conciliazione era comunque possibile evitando, ovviamente, la mescolanza dei generi. Di conseguenza si sarebbe potuta lasciare la Expo più elitaria laddove essa è stata poi concretamente ubicata, allestendo nella parte alta del corso - con uno stacco visibile tra le due realtà - un'appendice più direttamente gastronomica e nazionalpopolare. Il problema è che la presenza di leccornie avrebbe rappresentato, per il fabrianese, una sorgente di irresistibile attrazione magnetica, tale da pregiudicare l'afflusso e la circolazione di visitatori autoctoni tra gli eleganti colpi d'occhio della nuova Expo. Ma al di là del modo di concepire la Mostra dell'Artigianato, resta drammaticamente assente dalla scena e dalle pubbliche considerazioni quello che, invece, dovrebbe essere il vero protagonista di questa tre giorni fabrianese: l'artigianato. Ovviamente è del tutto inutile soffermarsi troppo a lungo sulle ragioni che hanno impedito lo sviluppo di un artigianato che, a Fabriano, era invece stato fiorente, rumoroso e colorito in tutta la prima metà del secolo scorso: il dominio della grande impresa, il "piccolo è bello" ridotto a terzismo subalterno e monocliente, l'assenza di un piano regolatore capace di individuare un'area dedicata all'insediamento di imprese artigianali, la progressiva scomparsa dell'artigianato artistico, la scarsa capacità di attrazione delle piccole e piccolissime imprese in un mercato del lavoro locale lungamente condizionato dalle sirene certe e per certi versi "ministeriali" dell'industria locale. Paradossalmente invece proprio quello che stiamo vivendo è il tempo dell'artigiano: fare cose, ripararle, mantenerle e adattarle non rappresenta una tentazione passatista ma un modo di restituire dignità alle cose, alle persone e all'intera economia. Ultimamente si parla sempre più intensamente del turismo come ambito settoriale su cui investire per ridare slancio all'economia locale. Ma, di fatto, non può esistere un turismo radicato e forte senza il supporto di realtà dell'artigianato artistico in grado di da re sostanza commerciale alla presenza di visitatori. Basti pensare a come Fabriano città della carta sia in grado di esprimere realtà artigianali di lavorazione della carta che si contano sulla dita di una mano. Il problema, però, è che senza flussi turistici consistenti l'artigianato artistico non è in grado né di decollare né di sopravvivere. E altrettanto certamente si può sostenere che l'artigianato artistico in sé non contempla la possibilità di uscire da una dimensione di minorità e da una logica di economia della sopravvivenza, considerata al netto di ogni dinamismo e di ogni innovazione innanzitutto tecnologica. In parallelo c'è poi la questione dell'artigianato della meccanica che è l'altro grande interrogativo a cui fornire risposte. Giusto qualche giorno fa Simone Clementi della Confartigianato ha lanciato l'allarme sui rischi commesse che si profilano per ciò che resta dell'artigianato fabrianese e non può essere sfuggita agli osservatori la chiusura, altamente simbolica, della Janus Pres che ha pagato lo scotto di un rischio di impresa integralmente condizionato e pregiudicato dal rapporto di subalternità con quelli che furono i grandi player del distretto metalmeccanico fabrianese. L'artigianato fabrianese si trova quindi di fronte a una sfida che è innanzitutto di sopravvivenza prima che di rilancio. E sinceramente non pare che la Mostra Mercato possa davvero caratterizzarsi come occasione per aprire una riflessione sul tema. Sagramola ha parlato ottimisticamente di rilancio. La classica finzione dialettica e terminologica per non ammettere che anche l'artigianato è stato "coventrizzato" da un sistema economico e di potere locale che non ammetteva diversificazioni e forme autonome di sviluppo produttivo. E ieri gli alleati politici dei carnefici dell'artigianato erano lì a tagliare il nastro della Mostra dell'Artigianato. Segno gramsciano che il vecchio sistema è morto ma il nuovo non vuole ancora saperne di nascere.
    

28 commenti:

  1. BASTA, NON SE NE PO' PIU'!
    O SE NE VANNO LORO O ME CE NE ANDIAMO NOI!!
    Con la scusa dei pochi soldi se ne sprecano a migliaia per caxate clamorose e non per investire in NEURONI e PALLE! Due cose che a questa amministrazione mancano dal primo giorno.

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    1. So stati votati quindi tocca tenerceli per almeno 4 anni, con la speranza che non siano rivotati.

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  2. Ieri ho fatto un giro, pannelli solari ? per ricchi che possono permetterseli, auto elettiche ? Per ecologisti finti ( fino a che compriamo elettricità dai francesi percui dalel centrlai nucleari mi sembra molto ipocrita ), Assicurazioni sulla vita? per chi uno stipendio ancora lo ha ! Ma poi mi sono detto, ma fabriano di Ricchi ne ha ancora molti, ma Fabriano ha la Airforce che con le sue cappe ci salverà ( ammazza che stand, bellissimo ! ), ma Fabriano ha un centro storico magnifico ma rimarrà vuoto, mille passi saranno mille passi nel nulla. Da un tuo articolo sulla Borghesia fabrianese spero che quest'ultima si svegli perchè se smetteremo di pagargli gli affitti, di spendere ancora quel poco nei loro negozi come pensano di sopravvivere... ops forse lo so ma meglio non dirlo !

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    1. I pannelli solari ai prezzi porposti son latrocini.

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    2. Scusate se mi intrometto.... mi chiamo Luca Moretti titolare della Faber Energy Service che non a caso facciamo tutte le energie rinnovabili e green mobility.... dove non posso nascondere che per avere un risparmio futuro bisogna prima investire dei soldi.... ma non è l'argomento che voglio trattare, bensi le faccio notare che oltre ad altri stand di moda e artigianato ...non mensionati.... tra bici e pannelli c'è uno stand che ha tralasciato.... si chiama ORIZZONTI che in collaborazione con lo studio C28.
      Un progetto di turismo e sviluppo rurale che noi 7 ragazzi di tasca nostra e senza aiuti da nessuno abbiamo realizzato e che se avrà piacere di venirmi a trovare le illustrerò in maniera dettagliata!!!!! Solo per convincerla che nonostante tutto c'è chi Fabriano la ama e vede la luce nel tunnel.....

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    3. complimenti! Finalmente qualcuno che non si lamenta e basta, ma passa ai fatti e non si ferma alla finestra a guardare per poi criticare. Magari altre mille di queste idee

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    4. Magari anche scrivere in italiano comprensibile aiuterebbe...facciamo tutte le energie rinnovabili sa molto di cantinaro.

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    5. Te lo spiego meglio: fatti venire un'idea e mettila in pratica anziché stare a lamentarti che non c'è lavoro. E se capisci quello che leggi , il post che ho elogiato faceva riferimento non solo alle rinnovabili ma ad un progetto parallelo sullo sviluppo rurale per fabriano.

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  3. Perché non parliamo di artigianato invece di elogiare i soliti salvatori della patria?

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    1. Caro anonimo noi abbiamo partecipato dietro forte invito dell'amministrazione a questa fiera e non abbiamo certo la presunzione di pensare minimamente di essere i salvatori della patria .il nostro desiderio e' quello di produrre ancora a Fabriaano ed esportare ancora il 100x100 .Comunque condivido con lei che l'artigianato e' da ripostenziare perché può rappresentare una grande risorsa .tanti saluti .urbani

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  4. A tutti i nostalgici delle olive e delle crepes alla nutella comunico che anche quest'anno il 26 Ottobre ci sarà la Fiera delle Cipolle.

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    1. Dove la fanno? Perché l'anno scorso il genio che vuole creare i magazzini Harrods a Fabriano, si era espresso in maniera negativa riguardo le fiere nel salotto buono della città.

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  5. Galli pare l'unico dei politici fabrianesi che si è accorto che Merlonia, i capireparto, le feste con le penne all'arrabiata "è finiti"

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    1. Che piatto e' l'arrabiata ? Un menu' saudita ?

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  6. Infatti all'inaugurazione ieri sera c'erano 4 gatti.

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  7. SI 4 GATTI E UN GALLLLLLLLLLINACCIO !

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  8. Che popolazione invidiosa rosicona insulsa e ignorante non meritate un cazzo, dovete morir chini gemendo sulla catena, l'expo così va bene e va migliorato è la strada buona per riempirsi la panza che già ce ne sono in giro di gigantesche "potrebbero organizzarvi" una immensa abbuffata di bancarelle nel giardino pubblico anzi tutti e due i giardini così vi spendete i miliardi che avete e non dormite per una settimana per quanto vi siete strafogati, siete ottenebrati dal magnare anche se siete infartuati, ma una bella pista ciclabile?

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    1. La pista ciclabile c'è se aguzzi la vista vedi i disegni per terra, mancano le bici elettriche che l'assessore al commercio aveva promesso da Maggio.

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    2. ma tu per pista ciclabile cosa intendi? perché la mia idea di pista ciclabile è differente http://youtu.be/_79SpueG-l4

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    3. Per pista ciclabile intendo quella che la passata Giunta e l'attuale Giunta intendono fare credere che esista.

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  9. Quando si parla di mangiare si parla di prodotto della terra. Se vai in Abruzzo non trovi una expo dove non ci sia il mangiare. Perché è è rimane il settore più redditizio. Il salame di Fabriano la porchetta la carne marchigiana anche la trota salmon Ata e poi la carta. Pensi che il turista che va a Gubbio poi non spenda soldi in queste cose ? Anche un bel negozio medievale ci starebbe bene. Il mio commento ai pannelli solari non É per i pannelli in se stessi o per chi li vende ( approfondito made in ?. Ma É un non capire che artigianato É quello oppure un sottolineare come sembra che tutti piangono ma poi la benestante borghesia Fabrianese É intatta o si sente intatta. Ieri sono uscito di nuovo ero con una coppia di amici del nord che mi fa: questi sono expo da fiere noi da una città bella come questa ci aspettavamo il cartaio il fabbro il salumiere perché sennò alla fine era meglio vedere lo stand dell'indesit con i piccoli elettrodomestici ( anche li mi viene da ridere lancio nazionale ma durante la mostra nemmeno uno stand )

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  10. Quando si parla di mangiare si parla di prodotto della terra. Se vai in Abruzzo non trovi una expo dove non ci sia il mangiare. Perché è è rimane il settore più redditizio. Il salame di Fabriano la porchetta la carne marchigiana anche la trota salmon Ata e poi la carta. Pensi che il turista che va a Gubbio poi non spenda soldi in queste cose ? Anche un bel negozio medievale ci starebbe bene. Il mio commento ai pannelli solari non É per i pannelli in se stessi o per chi li vende ( approfondito made in ?. Ma É un non capire che artigianato É quello oppure un sottolineare come sembra che tutti piangono ma poi la benestante borghesia Fabrianese É intatta o si sente intatta. Ieri sono uscito di nuovo ero con una coppia di amici del nord che mi fa: questi sono expo da fiere noi da una città bella come questa ci aspettavamo il cartaio il fabbro il salumiere perché sennò alla fine era meglio vedere lo stand dell'indesit con i piccoli elettrodomestici ( anche li mi viene da ridere lancio nazionale ma durante la mostra nemmeno uno stand )

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  11. Forse non se n'e' accorto nessuno,ma l'indesit non e' piu' a Fabriano.

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  12. Effettivamente la denigrazione del cibo e' davvero radical chic

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    1. si ma radical chic di 20 anni fa...

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  13. Mi permetto di intervenire per un commento.
    In via preliminare devo dire che per mia impostazione culturale sono aperto alle critiche a condizione però che abbiano contenuto e che pertanto possano alimentare un dibattito costruttivo.
    Per contro non comprendo e sono solo frutto di ignoranza quelle del tutto vuote. Ad esempio 4 gatti ed un gallinaccio. E' in questo caso che subentra un mio totale disinteresse a quella persona (anonima!!) e certamente mi rendo consapevole che il gap culturale in quel caso è incolmabile.
    Ciò detto il percorso della Mostra Mercato Regionale dell'Artigianato è in evoluzione. Il primo anno un nuovo format, il secondo anno una maggiore integrazione dei vari soggetti rappresentativi del territorio.
    Una maggiore presenza di giovani, di attività collaterali all'artigianato e di cui l'artigianato ha bisogno.
    In questo senso il focus sulle fonti rinnovabili (si tratta di stimolare una nuova forma di edilizia che parta dal recupero dei volumi, dalla compatibilità ambientale, valorizzazione economica del bene casa).
    I temi che sono stati trattati nei vari forum mettono in evidenza alcune esigenze e precisamente, tra le principali, la diversificazione economica delle iniziative; la qualità della vita; brand del nostro territorio, il tutto investendo sul capitale umano.
    Sulla base di questi elementi costruire un nuovo ciclo economico in grado di creare ulteriore business, lavoro, con ricaduta sul territorio valorizzato.
    In questa lettura va contestualizzato l'intervento del Prof. Pant con il quale si ritiene plausibile una collaborazione.
    In ragione di quanto sopra indicato contesto in parte le argomentazioni dell'amico Simonetti che mi è parso troppo generico e con l'occhio al retrovisore piuttosto che sui segnali del presente e soprattutto intesi a lanciare una nuova fase (abilmente, il futuro nelle tue mani).
    Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato in questo giorni la loro vicinanza all'inziativa ed in primo luogo gli artigiani presenti all'evento. Ringrazio anche coloro che con le loro critiche propositive consentono di crescere insieme.
    Ass.re Artigianato, Indutria, Politiche del Lavoro.
    Avv. Giuseppe Galli

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    1. Il malato era molto grave quindi è difficile che dopo le prime due "iniezioni"sia guarito. Importante e' tentare di curarlo

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