14 ottobre 2013

Il grido di guerra dei renziani d'Attidium

 
Esattamente tredici mesi fa – era il 10 settembre 2012 – scrissi un pezzo sul Pd di Fabriano e sulle grandi manovre in corso per rimpiazzare Claudio Alianello, che si era dimesso da segretario del partito a seguito della nomina ad assessore nella Giunta Sagramola. La designazione del nuovo segretario pareva procedere senza scosse e sulla linea di un tragitto sostanzialmente piano e sereno, nonostante il comprensibile spirito di rivalsa della vecchia guardia diessina, sbaragliata alle comunali e alla ricerca di un ruolo compensativo al vertice della sezione locale del partito. In realtà i democristiani vincenti del Pd non avevano alcuna intenzione di fare prigionieri e di mollare l'osso al risorgente Mingarelli e per questo si misero a lavorare di tombolo per raffreddare la situazione, confidando sul ruolo omeopatico del tempo che passa e taglia le unghie alle emozioni. Prese corpo, con immane previdibilità, la solita comoda e abusatissima fase di transizione – che si immaginava mediamente breve e invece dura tuttora – gestita collegialmente da un Comitato di Saggi, che ebbe l’incarico di dilazionare le scelte, onde ostacolare l’accesso alla carica segretariale di Graziella Monacelli, esponente di primo piano d'una rimanenza di vecchia quercia diessina e già infilzata dal gioco delle preferenze nelle elezioni comunali della vittoria sagramoliana. Un anno di confinamento nel limbo e di immobilismo collegiale hanno logorato a fondo l'appeal e la motivazione della Monacelli che ebbe un unico, letale sussulto il 20 dicembre 2012 quando, in occasione della votazione sul registro delle coppie di fatto, riuscì a salvare il partito dalla deriva impostagli dal clericale Sagramola, costringendo i consiglieri del Pd a votare a favore delle unioni civili. Un sussulto di orgoglio sinistro che lasciò un retrogusto amaro tra i democristiani e restituì della Monacelli un'immagine anfibia di pokerista pronta a rafforzare le proprie posizioni e di militante ingenua, intenta a scivolare laddove erano ad attenderla gli avversari scudocrociati e non. Fatto sta che da quel momento, che sia un caso o meno, nessun segnale di vita è più giunto a noi da quel pianeta. Né dalla Monacelli né dalla sinistra del Partito Democratico. Una schiena piegata che ha trovato il suo culmine simbolico in occasione della crisi Indesit e della sentenza Ardo che, almeno in linea teorica, avrebbero dovuto rappresentare temi congeniali di intervento per quella componente socialdemocratica che prova a resistere alle battute a effetto e al vuoto pneumatico del Sindaco di Firenze. Insomma segnali di resa sul versante diessino e spifferi di fine corsa che trovano una conferma proprio in queste ore, perchè, a quanto si dice e si scrive, la partita per la segreteria del Pd fabrianese è in procinto di concludersi in una sfida a due, in stile Leone: da un lato Graziella Monacelli, consumata da tredici mesi di frontiera senza sbocco politico; dall’altro Michele Crocetti, giovane renziano della prima ora ma anche figlio dell’attuale capogruppo consiliare del Pd, ossia espressione di quel rito antico e deprimente che spinge la sinistra a intendere il ricambio generazionale come passaggio di testimone tra consanguinei più che come rottura di routine e di quadri culturali. A prima vista sembrerebbe una partita senza storia, perché il profilo, l’esperienza e il peso dei due candidati risultano oggettivamente incomparabili e sbilanciati a favore della Monacelli. Ma, appunto, di apparenza si tratta perché è assai probabile che la candidatura Crocetti vada ben oltre il legittimo desiderio di ruolo rivendicato da un giovane esponente locale del culto rottamante. Attorno al figlio del capogruppo, infatti, è plausibile il coaugulo e la danza propiziatoria di quel renzismo di ritorno che già si vide all’opera nel primo turno delle primarie dell’anno scorso, quando i democratici fabrianesi schiaffeggiarono i bersaniani locali (in primis Mingarelli e Monacelli) prima di tornare all’ovile nel secondo turno, ma soltanto per temporanea e maldigerita disciplina di partito. E da questo punto di vista è sintomatica di un orientamento generale, la metamorfosi renziana che ha contagiato il drappello dei parlamentari marchigiani, a partire da quel Lodolini che su Fabriano esercitò influenze non banali e raccolse, alle primarie per le candidature al Parlamento, ricchi e abbondanti consensi di volata. Si profila, insomma, una resa dei conti, non certo epocale ma di sicuro conclusiva, tra i “socialdemocratici” e la nuova orda liberal-democratico cristiana, che probabilmente uscirà trionfante dalla disfida per l'impoverito scranno. A meno che non si faccia avanti qualche suggeritore di felpata saggezza e di comune origine sanitaria, che convinca la Monacelli a convertirsi rapidamente al renzismo. In tal caso la contesa per la segreteria si ridurrebbe a gara personale e senza retroterra politico, dove la ex pasionaria del Pci potrebbe pure spuntarla, anche se al prezzo di una pesante rinuncia culturale e ideologica. Transazioni sicuramente amare ma umane. Del resto vincere è sempre meglio che partecipare anche se, come diceva il sinistro cantautore, perdere ogni tanto c'ha il suo miele.
    

7 commenti:

  1. ahahahahahahahahahahahah......, era ora......., finalmente in arrivo il KO finale? E quando sarebbe il giorno del verdetto? E perche' i renziani hanno scelto un candidato cosi' giovane e con cosi' poca esperienza? Buaaaaa......, mmmmmmmmmm........, che puzzetta, che odorino.....!

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  2. ma il giovane virgulto rottamerà anche il padre?

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  3. Capisco che il direttivo del PD di Fabriano evoca pensieri evanescenti e liquidi, più che gassosi, beato com'è nel suo proverbiale scollamento dalla realtà, ma bisogna riconoscere che Michele Crocetti non è un pivellino perché alla tavola rotonda del partito dormiente siede dal 2008.

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    1. perché secondo te per candidarsi alla segreteria devi essere catapultato da Marte il giorno prima? Invece di giudicare quello che fanno o non fanno gli altri con il culo in poltrona, proponiti, esponi le tue idee, il tuo programma, facce sogna'!

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  4. Sono quella delle 18,13. Chiarisco il mio punto di vista: per me i giovani devono avere COMUNQUE chances e quindi piu' che bene Crocetti junior. Faccio ovviamente il tifo per lui! E' il contorno che...... brrrrrrrr...!

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  5. I DS non contano piú una mazzaaaaa

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    1. Comandano i democristiani, ma da mooooooooooo

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