17 maggio 2012

Disertori ma felici

Non potevo perdermi il voce a voce radiofonico tra i due candidati. E’ stato una morte lenta della democrazia, coi cittadini totalmente privati del “non verbale” che decide vincitori e vinti, quanto meno dal punto di vista mediatico: espressioni del viso, smorfie, rivoli di sudore, sopracciglia aggrottate, camicie pezzate dall’umido corporeo, oscillazione dei piedi e delle gambe. Unica concessione il video in differita di stasera, che è come vedere la finale dei mondiali dopo che la coppa è stata assegnata e il giro di campo di festeggiamento compiuto. Ma anche via radio si è capito il trucco. Sagramola con la voce a saetta, che divorava parole su parole e il tono inequivocabile di chi legge, perché nel leggere salta quella punteggiatura verbale fatta di pause, sospiri, momenti di vuoto che dà sapore, colore e calore alle idee che si esprimono. Didascalico e inespressivo il candidato del centrosinistra, totalmente incapace di toccare corde sentimentali, se non in forma retorica attraverso la rivendicazione delle origini, i forni abbandonati e i lavatoi di Marischio da rianimare. Un discorso da nonno saggio, da zio zitellone che rimpiange il piccolo mondo antico che non c’è più e più non tornerà. E’ andato appena meglio Urbani, perché il poco che aveva da dire lo ha memorizzato, ripetendolo come un mantra, dopo giorni e giorni di video propedeutici col fido Gattucci. Voce più decisa di quella del contendente, ma resa fragile da inflessioni dialettaliprofonde  e altrettanto profondi limiti di sintassi; parole chiave pigiate e rimarcate da metalliche sottolineature di tono, come moniti da scaraventare sul viso di ascoltatori subalterni; un ragionare bonario per toccare le corde del popolino e artigliato per tenerlo a debita distanza. Ma alla fine è stato un pareggio sostanziale, anche perché entrambi hanno toppato l’appello finale. Sagramola intortando una noiosa filippica di educazione civica sul voto come dovere, sul sangue versato per conquistarlo e il richiamo a scegliere uno dei due come se questo o quello fossero la stessa cosa. E di certo lo sono, ma è strano che sia lui a dirlo. Urbani invece – non dimentichiamolo capogruppo del PDL in consiglio comunale per cinque anni - ha sbagliato per il continuo proporsi come inatteso coniglio uscito dal cilindro dell’antipolitica e custode abusivo del 62% di chi non ha votato Sagramola, ma almeno sincero nel dire di voler essere il nuovo Sindaco. Come elettore interessato ma neutrale, coinvolto ma senza passione, posso dire che mi è salita dentro una voglia matta di meteo, di spiaggia e bibite fresche da consumare al sole. Invece saranno ancora giorni di pioggia. Ma pure col diluvio un’alternativa la si trova, perché Sagramola e Urbani un miracolo urbamolato sono riusciti a compierlo: levarci dalla coscienza e dalle balle l’ultimo senso di colpa di fronte all’astensione. Disertori ma felici.
    

3 commenti:

  1. Ho cancellato un commento perchè conteneva parole ingiuriose nei confronti di persone. Questo spazio è aperto a ogni commento ma la civiltà delle parole e dei rapporti è qualcosa a cui tengo in modo particolare. Vi prego quindi di esprimere qualsiasi opinione vogliate ma sempre col massimo rispetto per le persone anche quando le riteniamo distanti dal nostro sentire e del nostro modo di pensare.

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  2. spero che l'autore non se ne abbia a male. Non è certo censura ma soltanto buona creanza e in questo blog consento anche commenti anonimi. A condizione che si rispettino certe regole non scritte

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  3. in quello che hai scritto, mi ritrovo molto...qualche appunto alla tua "critica", lo farei, ma per il solo fatto di aver visto il video e non seguito la diretta radiofonica, comunque, sui punti salienti siamo daccordo!
    Urbani è molto pieno di "io" "mio" e "disgrazie letterali"...cavalca quel 62% come fosse una sua creatura; sta cosa m'ha dato talmente fastidio che mi veniva da scalciare per tentare di disarcionarlo.
    Sagramola....boh?...per certi aspetti, mi sembra più adatto alla poltrona, ma pure lui è caduto in tentazione e s'è schierato "contro"!....ecco...forse, il maggior disgusto, ce l'ho proprio per questo essere "contrari" all'altra parte, come s'è fatto sempre da noi...non valgono tanto le "nostre" idee, quanto valgono meno le idee degli avversari....
    boh?...per me, alla fine, conta la città...che poi il bene, venga da destra, da sinistra, o da San Silvestro, poco importa.
    _________________
    G.R.

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