30 maggio 2012

Gianchannibal e l'Anticiclone di Bernacca

Nicolò Machiavelli, cercando di dare contorni precisi al profilo del suo Principe, scriveva: “Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio non sia spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l’altra metà, o presso, a noi.”. Il che, tradotto brutalmente, significa che la botta di culo origina circa la metà dei successi in politica. L’altra metà, invece, dipende dalle manovre degli uomini e dal loro agire losco. Certo, il Fiorentino in quanto a cantonate era un esperto mica male, tanto che aveva incarnato la sua alta scienza in un figuro come Cesare Borgia, figlio viziato di un papa trombatore e simoniaco oltre che vitellone romagnolo avvezzo ai coltelli e agli strangolamenti, ma politicamente insulso. Proiettare Machiavelli e la scienza politica del cinquecento sulle vicende da caminetto della politica nostrana, effettivamente è un po’ come dare Ferrero Rocher ai porci. Però, se Sagramola si affidasse di più alla dea bendata avrebbe fatto il filotto che gli serve. Perché se è vero che la totalità del suo libero arbitrio è stata conculcata dagli appetiti dei partiti è altrettanto vero che un 50% di culo pieno potrebbe rigirarselo a suo favore. Il culo di Sagramola alberga nel clima politico che avvolge il Paese. Se lo annusasse come Hannibal Lecter annusava le fragranze di Clarice Starling e senza mettersi controvento, potrebbe far provare ai partiti un dito insabbiato e tenerli zitti, buoni e seduti: imponendo le sue scelte, dettando l’agenda e trasformando i capobastone dei partiti in cagnolini consenzienti, come i pupazzetti che una volta dicevano di si dal vetro posteriore delle Fiat 600. Con l’aria che tira e il grillismo che spiana i fortilizi elettorali nessuno sarebbe tanto folle da azzardare un ammutinamento. Ma dico, ve lo immaginate il partito vorace e insoddisfatto che fa cadere la giunta o inventa un ribaltone, utilizzando la sfiducia costruttiva, per punire il Sindaco di richieste non accolte? Farebbe la fine del sorcio in cantina. E allora il Sindaco deve giocare su questa debolezza del sistema: i partiti hanno bisogno di prendere tempo per sopravvivere, di evitare altri appuntamenti elettorali, di tenersi al riparo dallo tzunami dell’antipolitica tenendosi in disparte. Meno si fanno vedere più è alta la possibilità di salvarsi le chiappe. Non è la convinzione ma il clima che li costringe alla moderazione, alla ponderazione e all’inazione. Invece Sagramoletto da Marischio non sembra appassionarsi alla meteorologia politica. Gli manca la stoffa del Barnacca e si ostina a non vedere che razza di anticiclone spazzanuvole gli ha messo in mano la perturbazione politica generale. Se lo metta in testa: i partiti di maggioranza non possono fare nulla che lui non voglia e disponga: se gli dà il dito i partiti si prendono il dito ma se si prendono il braccio vuol dire che il braccio gli è stato offerto di buon grado. Qualcuno ha sollevato un precedente illustre ed emblematico, ossia la vicenda Castagnari, il Ceruleo Mazziniano che venne affossato per l’indole alla Francesco Crispi e per la propensione alla bastonatura pedagogica dei partiti. Tutto vero e fondato, ma era diverso il clima e spiravano venti dolciastri di scirocco, non certo le tramontane secche di oggi: il quadro politico si era stabilizzato dopo le tempeste di Tangentopoli e – diversamente da ora - non si sgambettava più nella turbolenze economiche e morali. Sagramola ha una grande opportunità per mettere in riga il partitismo scalpitante. Ma deve iniziare a sfruttarla perché, come diceva un mio vecchio compagno di servizio militare, “aveccelo e non metteccelo è compagno de non aveccelo”.
    

2 commenti:

  1. vuoi mettere, poi, quanto "guadagnerebbe" in credibilità?!?!!?
    speriamo sia audace....e aspettiamo...
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    G.R.

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  2. sull'audacia di Sagramola non farei troppo affidamento.

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