18 agosto 2012

La disinformazione e le Pussy Riot fabrianesi

Tra i molti problemi che l'affliggono, Fabriano deve fare i conti anche con una questione "minore" ma che, di fatto, incide profondamente nel modo di essere, di pensare e di porsi dei cittadini: la qualità dell'informazione locale e il ruolo della carta stampata. Ho sollevato il problema più di una volta. In particolare come segretario cittadino della Lega Nord. Una riflessione che, purtroppo, è caduta nel vuoto. Ci sarebbero mille aneddotti per dare forma e concretezza al problema informazione a Fabriano, ma è uno solo ad aver incarnato la sintesi della disinformazione quotidiana: il caso Ardo. La questione Ardo è stata trattata senza ricercare la verità ma il suo contrario: alimentando illusioni sul rilancio dell'azienda, sparando locandine che un giorno si e l'altro pure raccontavano di centinaia di operai che tornavano felicemente a produrre, rincorrendo le voci più infondate su acquirenti cinesi e iraniani. Tanto che la gara , a un certo punto, è diventata una specie di lotteria in corpo undici, con un quotidiano ad avvalorare la soluzione cinese e gli altri a confutarla, ovviamente dando per certo il contemporaneo sbarco degli iraniani. Il nodo cruciale è che la stampa locale forma il consenso al contrario: minimizzando le notizie e i problemi più importanti e procedendo a una vera e propria ipertrofia del nulla, con la cronaca più spicciola e ininfluente a farla da padrone nel rilievo dei titoli, nella spaziatura e nel posizionamento degli articoli. Oggi, tanto per restare in tema, sul Resto del Carlino abbiamo avuto modo di contemplare l'ennesimo capolavoro di disinformazione. Titolo: " Ricorso Paoletti, per il Tar illegittimo il ripescaggio". L'articolo comincia così: "Bocciato dal Tar il ricorso di Renato Paoletti che non avrà il posto di consigliere comunale in luogo di Bonafoni. Il Tar ha ritenuto illegittima la richiesta di ripescaggio dell'esponente della lista civica...". Leggendo questo articolo si deducono con certezza alcune cose: che il TAR si è riunito questi giorni e ha ritenuto infondato il contenuto del ricorso di Paoletti sull'attribuzione dei seggi in Consiglio Comunale. Ergo, Bonafoni resta al suo posto e buonanotte al secchio. C'è un piccolo particolare. Il Tar si è pronunciato una sola volta il 5 luglio perchè il ricorso, oltre a richiedere l'attribuzione del decimo seggio all'opposizione conteneva pure una richiesta di sospensiva dell'attività del Consiglio Comunale fino al pronunciamento del tribunale amministrativo stesso. E cosa dice il TAR il 5 luglio? Soltanto che unifica i due procedimenti e che non ritiene si debba procedere a sospensiva in quanto la decisione viene calendarizzata per la fine di ottobre (non ricordo la data precisa) e, quindi, visti i tempi strettissimi non ha senso fermare i lavori del Consiglio Comunale inceppando il sistema per qualche settimana che non modificherebbe la sostanza delle cose. In sintesi il TAR non ha respinto nessun ricorso semplicemente perchè il ricorso verrà esaminato nel merito a fine ottobre. Quindi sia il titolo che il contenuto dell'articolo del Carlino di oggi contengono una notizia tecnicamente falsa. Perchè agiscono in questo modo? Perchè ad agosto non sanno che scrivere? Ci può stare, ma siccome siamo uomini di mondo abbiamo una strana sensazione e cioè che il sistema informativo locale - anche a livello di informazione politica - si sta chiudendo a riccio a difesa dell'esistente e del nuovo corso sagramoliano. In questo senso il Sindaco dovrebbe stare molto attento agli eccessi di zelo di quelli che giocano a essere più realisti del re, perchè rischia di passare per il piccolo Putin fabrianese che fa condannare le Pussy Riot troppo dedite alla provocazione. Che nel nostro caso avrebbero le sembianze non proprio graziosissime di Renatov Paoletowsky, Sandor Romanov e Angelicov Costantinienko. I Pussy Riot della politica pronti a cantare incappucciati il punk del ricorso nella Chiesa di San Nicolò e per questo condannati a cinque anni di lavori forzati nell'azienda agraria comunale di Putido. Con la differenza che per loro non si mobiliterebbero Madonna e Paul Mc Cartney ma al massimo i Motozappa e i Vincisgrassi. Tanto per non tradire mai l'agricola faVrianesità del nostro essere.
    

3 commenti:

  1. Vi ricordate quando i politici di turno incontravano queste improvvisate delegazioni iraniane e cinesi?!Che messe in scena, degne della migliore sceneggiata napoletana e il presidente Spacca era il Merola della situazione.Che tristezza e che squallore la stampa locale. Speriamo che Sagramola riesca a prendere le distanze da questo modo becero di trattare la gente.

    RispondiElimina
  2. Considerato che una sana e vitale opinione pubblica deve necessariamente sorreggersi su una corretta e approfondita informazione, diventa facile comprendere perchè l'opinone pubblica fabrianese risulta così apatica e disinteressata.
    Concordo in pieno sull'impressione che l'approccio dei giornalisti locali sembra completamente indirizzato verso una gestione a-problematica dell'esistente. Questa cosa è certamente rintracciabile nella cronaca politica, in cui si evita accuratamente di fare domande in generale, figuriamoci domande scomode (e che spesso sarebbero sacrosante!). Ma anche attualità e cronaca, nella loro apparente "neutralità" spesso appaiono velate da un certo moralismo di fondo, a tratti rassicurante e di sicuro poco stimolante.
    Si possono fare innumerevoli esempi di informazione locale poco approfondita: in aggiunta a quelli fin qui citati, penso alla recente questione della via crucis a Valleremita.
    In occasione della sua inaugurazione tutti a celebrare le presenze di vescovo/presidente regione/etc., ma nessuno ha fatto notare che, connesso alla via crucis c'è anche il progetto di restauro dell'eremo francescano sovrastante che, per come sembra andranno le cose, porterà alla realizzazione di un ecomostro dal forte impatto ambientale e in grado di snaturare (non di poco) l'essenza culturale/storico/architettonica della struttura!
    Ok per il restauro ma la trasformazione in un centro polifunzionale, con aggiunta di un auditorium/sala conferenze (che implica strade asfaltate e parcheggi) per il turismo religioso "di massa", credo vada piuttosto contro l'idea di raccoglimento e spiritualità connaturata in un eremo francescano!
    Tralasciamo poi i danni ambientali e architettonici, che pure sarebbero gravi ma che probabilmente la nostra opinione pubblica "malnutrita" non riesce neanche a percepire come tali.
    Una situazione del genere dovrebbe creare un dibattito su più livelli, da quelli ambientali/architettonici/culturali per arrivare alla questione di che tipo di "riconversione turistica" si sta decidendo di perseguire sul nostro territorio (senza tra l'altro tener conto del parere della cittadinanza). Invece preferiamo soffermarci sulla comunità in festa che si stringe attorno alle autorità presenti nel giorno dell'inaugurazione!
    Per quanto riguarda la carta stampata la situazione sembra piuttosto malmessa e alquanto irrecuperabile (almeno nel breve-medio periodo)...se non altro ultimamente, almeno su internet, si comincia a trattare in maniera più critica una serie di questioni spinose. Pensare che gran parte del merito sia da attribuire a questo blog (che appunto non è una testata giornalistica) fa riflettere su come siamo messi male a livello di giornalismo locale...

    RispondiElimina
  3. Ti ringrazio per l'articolatissimo commento che hai lasciato, cerco di dare a questo blog un'interpretazione che e' quella a cui tu fai riferimento. Visto lo spunto che mi offri sulla questione del centro polifunzionale di Valleremita mi impegno ad affrontarlo quanto prima . Grazie ancora. Gian Pietro Simonetti

    RispondiElimina

Sarà pubblicato tutto ciò che non contiene parolacce, insulti e affermazioni discriminatore nei confronti di persone