15 agosto 2012

Truffe, servizi e spending review

L'azione dei Carabinieri di Fabriano, che hanno stanato una quindicina di extracomunitari che truffavano l'INPS incassando pensioni che non avevano più diritto di percepire, è un'occasione ghiotta per riflettere ma anche per evitare due interpretazioni speculari ed errate. Quella di chi si sfrega le mani leggendo nella truffa una sorta di patologia naturale dell'immigrato e quella di chi, a dispetto dei numeri e degli aneddoti, si ostina a rifiutare la realtà, implorando retoricamente di non fare di tutta un'erba un fascio. Il problema non è infatti ideologico ma squisitamente economico. Lasciamo quindi da parte l'annosa discussione "nazionale" del problema - quote, flussi, respingimenti, questione profughi - e concentriamoci sugli aspetti materiali e municipali di cui questo fatto può dirsi metafora. Il sistema di welfare, anche nella sua dimensione locale, presenta maglie molto larghe, una forte propensione a risolvere le questioni con azioni ad personam; una gestione dei servizi sociali che, nella ricerca del pietismo, alla fine risulta iniqua e punitiva; un senso di colpa, anche amministrativo, che per paura del razzismo cede e concede su tutta la linea. In questo quadro è del tutto naturale che qualcuno ne approfitti. Ed è naturale che sia più facile approfittarne quando il legame con la città e il Paese che ti ospitano è puramente strumentale e quando la via del ritorno alla terra d'origine rappresenta un anello forte per costruire situazioni e posizioni al limite della legalità. Mi racconta spesso un amico, davvero immune da tare razzistiche e xenofobe, che conosce situazioni e situazioni di persone che si spacciano per povere in canna e che nel loro Paese vivono tra gli agi, anche grazie al buonismo di cui siamo tutti indomiti e cattolicissimi dispensatori. Le graduatorie delle case popolari ne sono una rappresentazione forte anche se ormai incapaci, per la loro cronicità, di evocare rilievi, obiezioni e indignazioni. Oppure pensiamo al modello ISEE che sembra sempre meno adatto a fornire risposte giuste e solidali in relazione all'accesso ai servizi alla persona. L'assessore Saitta ha solennemente dichiarato che nella gestione dei servizi sociali vuole dichiarare guerra alla povertà e al disagio. Personalmente mi accontenterei di molto meno e di molto meno roboante: sarebbe sufficiente una spending review rigorosa e approfondita sulle contribuzioni ad personam e scelte di indirizzo generale che non ci facciano pentire di essere italiani e fabrianesi. Magari accompagnate da un'autocritica della classe politica locale che non proferì parola - tranne lodevoli eccezioni - quando si promuovevano i ricongiungimenti familiari, promettendo mari e monti che non sarebbero stati mantenuti e col solo scopo di superare i 30.000 abitanti, in modo tale da eleggere più consiglieri comunali e avere maggiori trasferimenti finanziari dallo Stato centrale. Parafrasando De Andre: per quanto noi ci riteniamo assolti siamo lo stesso coinvolti. Buon Ferragosto a tutti!
    

1 commento:

  1. quello che mi sorprende, è che da noi, ci siamo arrivati almeno un anno dopo che in Emilia avevano già trovato molti casi analoghi...ma gli inquirenti, non leggono i giornali????
    il modello ISEE (che ho avuto la sfortuna di conoscere lo scorso anno), è una gran baggianata... all'epoca, presentai (tanto per) la domanda per il contributo a fondo perduto della regione...a guardare la graduatoria, non sapevo se ridere o incazzarmi; a detta di alcuni bene informati, tra gli assegnatari c'erano anche persone che lavoravano (chiaramente in nero) in locali pubblici...una, in particolare, aveva il compagno proprietario di almeno 2 locali!!!!
    questo, era magari più evidente tra i "comunitari", ma penso che ci fosse un po' dapertutto.
    non va bene l'attuale sistema di aiuti...non si fanno controlli incrociati con le associazioni come la Caritas...c'è gente che sciala di assistenzialismo e gente che non riesce nemmeno ad accederci per carenza di facciatosta.
    le case popolari, se si da retta ai numeri, saranno sempre più dei ghetti; io, nelle case popolari, ci sono cresciuto, all'epoca c'era un po' di tutto...dal consigliere comunale al maresciallo dei cc, dal ferroviere al cartaio...
    ci sono anche persone che ufficialmente non avevano lavoro...con 3-4 figli e moglie a carico, che ricevevano anche assistenza dal comune e dalle associazioni (già allora) ma che poi s'è venuto a sapere che avevano delle proprietà (alcune anche di una certa rilevanza) fuori città
    i problemi dell'attribuzione dei contributi, ci sono da sempre...ma ora, con le nuove tecnologie, non dovrebbe essere difficile fare controlli approfonditi su tutto il nucleo familiare, durante le istruttorie....
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    G.R.

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