9 agosto 2012

Mastro Lindo e il Vestito di Arlecchino

"Dell'Aquila il rostro, l'ugna e l'ala". E' il motto della Nobile Contrada dell'Aquila, in quel di Siena. E forse anche il grido di battaglia di Giancarlo Sagramola che stamattina ha rilasciato, al Messaggero, un'intervista politicamente ricca ed efficace. D'attacco. Alla Zeman per intenderci. L'uscita del primo cittadino appare davvero ben congegnata e, probabilmente, preparata a tavolino. Innanzitutto sotto il profilo personale perché Sagramola evita di presentarsi come il Mastro Lindo della situazione, riconoscendo la complessità dei problemi e togliendo alla figura del Sindaco quell'aura fastidiosa di Unto dal Popolo che deriva un po' dall'elezione diretta e un po' dalla sempre incombente "vertigine del successo". Questa scelta del basso profilo è un modo situazionista di mettere a frutto un'incoronazione di minoranza - non dimentichiamo  che Sagramola è stato eletto dal 27% degli aventi diritto al voto - trasformandola in una linea di demarcazione politica e psicologica rispetto al passato. E qui lo stacco con Sorci si fa sostanziale e trova il suo compimento in un'azione che Sagramola avrebbe dovuto sviluppare subito dopo il voto: aprire all'opposizione in nome dell'emergenza. Il Sindaco, in verità senza una riflessione d'alto profilo sul ruolo dell'opposizione negli enti locali che avrebbe dato lustro alla sua svolta, si rivolge alla minoranza rimarcandone l'approccio costruttivo ed arrogandosi il merito di un inatteso quanto positivo ritorno al centro della scena del Consiglio Comunale. E questo è il dato politico più rilevante dell'intervista che, se raccolto, potrebbe comportare anche una frattura nella minoranza tra la componente più governativa e quella teoricamente più ruggente. Ma c'è un altro passaggio importante perché delinea un conflitto con Sorci che non sembra destinato a risolversi a tarallucci e vino. Sagramola infatti ufficializza con parole nettissime una rottura col passato, connessa allo stato dei conti e del bilancio, affermando che i numeri attuali non gli appartengono e non se li sente addosso, che la Giunta sta sviluppando solo azioni di tamponamento e che a partire da settembre si avvierà la fase dello sviluppo che ha in mente. Un quadro di volontà e di vincoli aggravato dalla diminuzione dei servizi a domanda individuale che pone un problema occupazionale a cui Sagramola intende dare una riposta volontariamente rifondarola: lavorare meno per lavorare tutti. Che è un modo per garantirsi anche la non ostilità di Rossi. Su questo versante c'è da dire che l'intervista di Sagramola somiglia un po' al vestito di Arlecchino perché cerca di tenere assieme molte posizioni e molti colori: l'ispirazione sociale del vendolismo, il rigore ragionieristico del Vicesindaco Tini, la rottura culturale prima che politica con quel che resta del sorcismo. Il gioco di Sagramola è politicamente rischioso ma è l'unico possibile per un Sindaco che sente il peso di un quinquennio difficile, cosparso di trappole, tagliole e bucce di banana. La forza di Sagramola è che la sua maggioranza è tenuta assieme dalla paura. E la paura è un collante forte su cui è possibile imbastire anche una geometria variabile di relazioni e di alleanze e un trasformismo alla Depretis. In questo momento a Sagramola serve avere Tini per fermare Sorci. Poi magari serviranno Ottaviani e Rossi per fermare Tini. E' un gioco a forte contenuto tattico che presuppone un'abilità manovriera non da poco e mica da ridere. Ma il gioco può funzionare solo incastrando al meglio tutti i tasselli del mosaico. Dentro e fuori il Consiglio Comunale. Dentro e fuori la Giunta. Con uno snodo nel rapporto con l'opposizione che passerà anche per il sottovalutato, ma d'ora in poi strategico, Pariano. E per gestire questa trama complessa Sagramola si dovrà giocare davvero tutti i peli della barba e quei pochi bulbi che gli restano in testa. E non sarà di certo il tanto atteso e vituperato portavoce l'artefice di questa trama affascinante e bizantina. Potrà essere solo lui. ne sarà capace? Chissà. Intanto faccio mia una confidenza di un esponente dell'opposizione che non si vede ma conta parecchio: "Sagramola sarà un osso duro. Più duro di Sorci".
    

2 commenti:

  1. Dall' io io io io io io io io io si è passati al pio pio pio pio pio pio pio

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  2. L'onomatopea è una divertente figura retorica.....

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