12 agosto 2012

Unifabriano: sotto il vestito niente...

Stamattina, prima di partire per qualche giorno di vacanza, ho dato uno sguardo al Corriere Adriatico. Sarà stata l'ora quasi albeggiante e il sapore allegro del caffè quando pure il palato stacca la spina, ma non ho dato molto peso alla notizia del rilancio di Unifabriano. Poi, pensandoci bene, mi sono reso conto che non glielo avrei dato lo stesso. Innanzitutto perchè ogni volta che i quotidiani parlano di rilancio bisognerebbe fare le corna a terra e poi tradurre al contrario, ossia in un arco di possibilità che va dal declino all'estrema unzione. E poi perchè Unifabriano non è mai riuscita ad appassionarmi. L'ho sempre vista come un polo universitario fittizio, un distaccamento concepito più in modalità clientelare che accademica, una forzatura a qualità ridotta all'osso che mi ha sempre suscitato un sentimento di rifiuto mescaolato a un moto di solidarietà verso gli studenti iscritti. Quegli studenti che non ho mai capito bene se cercassero un pezzo di carta senza sacrificio e disciplina o se, più semplicemente, non avessero trovato modo migliore per mandare a puttane qualche anno di studi e un po' di gruzzolo familiare. Di fatto la finzione storica di Unifabriano ha sempre ruotato attorno alla laurea in Ingegneria della Produzione Cartaria, considerata, con gran delirio ombelicale, una declinazione originalissima e irripetibile del genius loci fabrianese. Un titolo civetta su cui si è basato il modestissimo marketing praticato in questi anni di singhiozzante attività. In realtà la produzione cartaria ha cessato da tempo di rappresentare un fattore distintivo della fabrianesità, dato che le grandi scelte industriali del Gruppo Miliani non sono mai transitate in riva al Giano ma, più esattamente, per il Poligrafico dello Stato prima e per il Gruppo Fedrigoni poi. Una volta smascherata la finzione del binomio carta-Fabrianonon c'era più motivo, per uno studente attrezzato con dosi minime di cervello, di incarcerarsi a FaVriano per frequentare un corso di laurea in ingegneria meccanica privo di qualsiasi requisito e prova provata d'eccellenza. Privata della sua unica ragione sociale Unifabriano ha chiuso i battenti, rivelando i limiti culturali, politici e accademici di un campanilismo soggiogato dall'illusione di fare sviluppo popolando il territorio di scatole vuote. Oggi, di fronte a questo fallimento totale, si parla di rilancio di Unifabriano come polo formativo: corsetti d'italiano per stranieri, qualche ora di sicurezza sul lavoro che lascerà la stessa impronta di una pisciata sul marmo, e varie amenità new age che alla fine ci stanno sempre di mezzo come il pomodoro, per non dire di peggio. E' per questo che, sinceramente, mi incazzo quando sento dire che la chiusura di Unifabriano è uno dei sintomi della crisi della città, Nossignori! La chiusura di Unifabriano è solo la fine di una mistificazione burocratica e statalista che con la crisi di Fabriano non c'entra davvero una beata minchia. In soldoni: "Sotto il vestito niente"! E non è solo il titolo di un vecchio film degli anni ottanta ma una pennellata sintetica e conclusiva sulla piccola storia e senza nostalgia di Unifabriano.
    

29 commenti:

  1. Cavolo... Vorrei proprio rispondere a questo bell'articolo... Ma non riesco a trovare le giuste parole. Perché papà mi hai pagato la retta per 3 anni in questo posto?! Non sono nemmeno in grado di rispondere! Mannaggia i pescetti! Vorrei riuscire a esprimermi in termini forti come quello usati da questo signore in questo articolo! Perché papà? Perché mi hai iscritto qui?! Se mi fossi iscritto da un'altra parte magari ora sarei un ingegnere coi cosiddetti! Peccato papà... Peccato...

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    1. Che ironia sublime.....dove aver letto il suo commento ho perso le parole...come nella canzone di Ligabue. Lei è troppo avanti! Davvero! Complimenti!
      G.Simonetti

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  2. E' stato tuo padre a decidere sede e facoltà? allora mi sa che fanno bene a chiuderla

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  3. Ahahaha io spero vivamente che prima di scrivere suddetto articolo il signore Gian Pietro abbia fatto uso di stupefacenti senno non riesco a capire come uno si permette a giudicare una realtà che lui non ha vissuto. Signore lei è del 68 quindi ha una certa maturità e una certa intelligenza quindi prima di giudicare senta i diretti interessati

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  4. Io spero che lei, prima di vergare questo commento, abbia dichiarato la propria incompatibilità con la lingua italiana. Magari, vista la difesa a spada tratta, saprà anche fare la carta. Ma le do un consiglio...non ci scriva mai sopra.
    Gian Pietro Simonetti

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    1. Non condivido nulla del tuo articolo ma il consiglio "non ci scriva mai sopra" è geniale!!!

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  5. :))) Quanto sei antipatico!! Il "ragazzo" ha espresso la
    sua "modestissima" opinione!!

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  6. Lei ancora non ha risposto.. Perché si è permesso di giudicare una realtà che Lei non ha mai vissuto?

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    1. Le rispondo con un ragionamento molto elementare. Se uno dovesse giudicare solo ciò che ha vissuto gli unici titolati a giudicare sulla droga sarebbero i tossicodipendenti. Molti ad esempio giudicano i parlamentgari ladri ma non sono mai stati eletti in Parlamento. La conclusione è che ognuno giudica quel che vuole giudicare. E Unifabriano non è la Madonnami permetta. Visto che incalza pensando senza conoscermi di mettermi in difficoltà - cosa che le assicuro è di una complessità assoluta - mi dica lei come mai Unifabriano chiude. Strano per un distaccamento universitario di eccellenza. o no?
      G.Simonetti

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    2. Nessuno la vuole mettere in difficoltà, ci mancherebbe, non abbiamo nemmeno un adeguata sofistica per tenere testa ai suoi discorsi signore. Ma sa, se permette la Madonnina che lei cita per noi conta molto. Credo comunque che questa discussione non abbia più senso. Ma oggi come oggi, in un mondo dove tutti sono giornalisti, poeti, filosofi e illustri oratori dispensatori di giudizi, se non si scrive un annuncio che getti merda su qualcosa non sei nessuno. E sei ancora più nessuno se non ricorri a volgari espressioni. Spero di leggere ancora i suoi articoli!

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    3. Vedo che fa il muscoloso.Posso avere l'onore di sapere il suo nome e cognome o fare il tozzo vale solo sotto anonimato consentito dal volgarissimo titolare di questo blog?

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  7. In effetti risultano iscritti provenienti da Milano-Roma-Bologna ha un certo richiamo Nazionale.

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  8. Unifabriano costa oltre 300 mila euro annui.

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  9. Unifabriano chiude perchè non aveva senso. Se uno vuole fare ingegneria va ad Ancona. Costa 300 mila euro e non si tiene in piedi perchè è stata una gigantesca finzione.

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    1. Forteee! Vorrei proprio avere il suo background culturale!
      Ah. E comunque ora siamo tutti a Ancona. Sa, quel pezzo di carta che ci è stato regalato ci andava un po' stretto.

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    2. Mi dispiace per lei. Ma non avevo nessuna intenzione di pagare le tasse per finanziare una onerosissima comodità. G Simonetti

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  10. No a noi dispiace per lei. Amen. Buona serata

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  11. Credo che quando si parla di ingegneria di Fabriano, non si parla di studenti impreparati o di spreco di soldi. Perché non attacca realtà di spreco che avvengono in tutta Italia con corsi f requentati da due studenti in tutto e professori pagati migliaia di euro per avere un ruolo nullo nella carriera accademica di uno studente. Le consiglio di non colpevolizzare il singolo ma polemizzare sul generico, in questo modo il suo articolo renderà più giustizia a dei ragazzi veramente preparati nel settore della meccanica gestionale.

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    1. Io riflettevo su Unifabriano ms vedo che ognuno la trasforma in una questione individuale di cui poco mi importa...

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    2. La mia non era una questione individuale visto che mi sono laureato nella più "utile e blasonata" ingegneria di ancona....

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  12. Frank Gino13 agosto, 2012

    Mah, si certo... Una persona che magari ha lavorato durante il periodo universitario per permettersi "un pezzo di carta senza sacrificio" , magari non sapendo le condizioni economiche della propria famiglia (Con i rispettivi sacrifici), solo perchè ha frequentato l'Unifabriano invece che la "Bocconi" o "Cattolica del sacro cuore" allora la sua laurea varrà come "impronta di una pisciata sul marmo"...

    Ma prima di scrivere certe cose, si informa???

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  13. Sta leggendo con i suoi occhi che l'Unifabriano non è e non sarà mai un fallimento. E con questo concludo.
    Ps: spero vivamente che alle prossime elezioni comunali la lega nord sia visibile in qualche locandina. Salut

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  14. Frank Gino13 agosto, 2012

    Si vabbè, si va in Ancona, pagando l'affitto, da mangiare, mezzi pubblici, bollette ecc. senza contare le tasse,solo perchè L'unifabriano "non ha senso di esistere"...
    Poi quando torni a casa e vedi la tu famiglia che non ce la fa più a mantenerti sei contento lo stesso perchè sai che la tua laurea presa in Ancona, vale di più di quella presa a Fabriano!

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  15. :)))))))nessuno che riesce a spiegare come mai Unifabriano così ricca di prestigio e di iscrizioni non si regge in piedi e deve ripiegare su un generico polo della formazione. Riuscite a spiegarlo per una volta? Come mai non regge. Se me lo spiegate vi ringrazio invece di farla lunga co sto vittimismo pseudoproletario che a Fabriano non si addice a nessuno visto il grasso che è girato tra fabbriche orti e campi. Quindi commentate pure ma provate a esprimere un pensiero critico oltre che la lagna.

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    1. Ritchie Blackmore14 agosto, 2012

      No ma spiegacelo tu, visto che capisci tutto quanto, anche sul valore dell'università, sul valore della laurea, sugl valore della formazione degli studenti usciti dall'Unifabriano...
      Se lo sai, allora perchè ce lo chiedi?????

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  16. Non si regge in piedi perche' una sede universitaria non puo' essere solo un contenitore di aule e laboratori, ma deve produrre ricerca. Se questo non riesce a fare, meglio sarebbe chiuderla.

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  17. Al di là dei personalismi comprensibilissimi degli studenti che si celano dietro fantasiosi nick name la riflessione di Simonetti non fà una piega, cerchiamo di essere obiettivi..

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