11 agosto 2012

La vergogna della pista ciclabile

Qualche giorno fa l'amico G.R., che legge e commenta spesso i post di questo blog, ha fatto cenno all'unica pista ciclabile di cui dispongano i faVrianesi: quella infilzata tra la circonvallazione di via Aldo Moro e la strada che costeggia il nuovo Campo Sportivo. Sono un frequentatore abituale di quella zona perchè ci vanno a scuola i miei figli e ci vivono i vecchi. E come tutti quelli che si muovono in prossimità di qualcosa ho l'occhio abituato a sorvolare e a non farci caso. Leggendo le parole di G.R., invece, ho fatto di colpo mente locale e quella pista ciclabile mi è apparsa in tutta la sua potenza esteriore di luogo ameno e mezzo abbandonato. Un abbandono che, a progetto completato nel 2007, è costato al contribuente circa 250.000 €, a cui vanno aggiunti i 100.000 € donati da "Accendiamo Fabriano". Insomma un'opera da sovrani babilonesi, un fiore all'occhiello per il Comune e la sua inenarrabile sensibilità ambientalista. Tanto che, a suo tempo, l'amministrazione s'era pure impegnata a piantumare l'area, con l'intento di far crescere un boschetto. Attrezzato di panchine e tavoli da pic nic, perchè la faVrianesità non può prescindere, in qualsiasi progettazione degna di visione prospettica, dalla pagnottella col soppressato e da una fetta di cocomero. Ovviamente consumati al fresco d'una pergola o al riparo di una qualche fronda d'albero. Ma di questo boschetto - ambizioso come un giardino mediceo, popolato di meravigliose e variegate specie arboree e di erba verdissima e tagliata tanto a raso da far invidia a una residenza degli Windsor - neanche l'ombra (leggere per credere). Al posto del pittoresco e verdissimo paesaggio qualche spiazzo sterrato e con l'erba alta, più consono alla fienagione che all'agonismo popolare. Insomma 350.000 euro buttati nel cesso, anche in ragione di una frequenza d'uso della pista al cui cospetto risulterebbe movimentato e popoloso anche un campo sportivo alle falde del Gennargentu. In compenso risultano chiare le regole d'ingaggio per gli utilizzatori: casco obbligatorio; divieto di accesso a pedoni e animali e divieto di ogni attività agonistica. Il che significa che quel percorso breve e un po' bislacco è stato pensato esclusivamente come pista ciclabile, quando una larghezza di 4 metri - come dice l'amico G.R. - consentirebbe una coesistenza pacifica di ciclisti attrezzati, di bipedi corridori, di animali al pascolo e, già che ci siamo, pure di un parcheggio custodito per autobus. Ma i dati di fatto sono due: il primo è che i ciclisti "seri e allenati" non la usano quasi mai perchè per fare 1890 metri impiegano pochi istanti e a forza di girarsi in tondo gli passa pure, del tutto, la smania di pedalare. I pedoni, invece, sono esclusi per default dall'albo degli utilizzatori e anche una mamma o un papà che accompagnano i figli dovrebbero presentarsi muniti di bici e casco. Cosa abbastanza originale e improbabile. In più c'è da ricordare che trattasi di zona ferocemente assolata e quindi poco congrua per utilizzi pedonali tra l'altro ritenuti, in punta di regolamento, meritevoli di sanzioni amministrative. La domanda sorge quindi spontanea: che ce ne facciamo di una struttura recintata, mezzo abbandonata, non agonistica e a uso esclusivo di ciclisti che, giustamente, non se la filano di pezza? Lasciamo che l'asfalto se lo fottano gli agenti atmosferici per farci sopra qualche marchetta manutentoria? Piantiamo il grano negli spazi sterrati giusto per riesumare il mito autarchico del Mascellone di Predappio? Ci dirottiamo i bambini della Scuola Aldo Moro per farli scorrazzare tra la Statale 76 e il West? Oppure ci organizziamo un bel campo di detenzione per politici locali in disuso e in attesa di definitiva rottamazione? Ai miei amici lettori l'adua sentenza.
p.s. questo post nasce dalle osservazioni e dalle parole di G.R. che ringrazio di cuore.
    

19 commenti:

  1. A me sembra una costante arrivare tardi e male con le opere pubbliche. Ma di inconpiute vogliamo dire qualcosa sul cassonetto interrato difronte il bar delle poste ? e del nuovo parcheggio vicino al cimitero di Santa Maria ?
    E le due aree per cani ? Ed i giardini ? Rimpiango i giradini pubblici di 30 anni fà con gli operai del Comune che scrivevano la data con i fiori.
    E poi la piscinia Pubblica vanto della precedente amministrazione, con pavimento all'uscita delle docce per equilibristi professionisti ed una gestione discutibile in termini di servizi/prezzo. Perennemente in ritardo su tutto e con scarsi risultati. Dovremmo domandarci il perchè. Per non parlare dello scempio urbanistico del Borgo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Affrontiamo una cosa per volta. Magari si parte dalla pista ciclabile e poi...

      Elimina
  2. Pino Latini11 agosto, 2012

    A proposito di pista ciclabile e...... della sua vegetazione.
    In effetti qualche albero esiste ai bordi del circuito, ma sarebbe meglio che, almeno uno, non ci fosse o quantomeno fosse oggetto di una bella potatura. Infatti i rami più bassi di questo povero alberello invadono oltre metà della carreggiata e, se non si sta attenti, potrebbero causare una bella caduta o affibbiare una sberla sulla faccia del povero ciclista.
    Inoltre la vegetazione abbonda anche all'interno degli anelli, ma sono tutte erbacce che se non sono cresciute ancora di più, c'è da ringraziare solo la siccità di questa estate rovente.

    RispondiElimina
  3. gli alberi già presenti, non fanno testo....e in effetti, un paio di piccole "ramate" in testa, le ho pure beccate, in passato...ed ero colpevolmente senza casco!!!!!

    la mia opinione, ormai, l'ho espressa più di una volta, al riguardo...se qualcuno di chi "conta" si prendesse la briga di andare, in modo informale, in zona, probabilmente si renderebbe conto che si potrebbe migliorare tanto la situazione, con un minimo sforzo, tutelando anche gli amanti della corsetta; una modifica del regolamento, farebbe bene anche al fegato di quei 2 o 3 esaltati che ogni tanto chiamano i vigili per "punire" i pedoni.

    P.S. grazie a te, Gian Pietro ;-)
    ___________________
    G.R.

    RispondiElimina
  4. Tutto vero, tuttavia, questi 2 km di pista sembrano la Parigi Dakar se paragonati alla "pista ciclabile" realizzata nel nuovo parcheggio degli autobus . . . . . :-)))

    RispondiElimina
  5. Quella pista avevano cominciato ad usarla i tanti podisti fabrianesi invece di fracassarsi i maroni a correre in tondo allo stadio o come alternativa in mezzo allo smog cittadino, fra macchine e pedoni. Poi sono stati cacciati a male parole con l'accusa di averla invasa abusivamente. In realtà quella struttura è molto più adatta alle 2 gambe che alle due ruote. Una vera pista ciclabile la facciano lungo il Giano!!!

    RispondiElimina
  6. La lunghezza (troppo breve) la rende poco adatta ai ciclisti e, in effetti, un'ipotetica pista lungo il Giano sarebbe molto più funzionale (e bella!).
    La tipologia del tracciato sembra più idonea per un percorso-vita, potenzialmente anche molto bello, per podisti/pedoni e, volendo, anche per amici a 4 zampe. Peccato per la colata d'asfalto e per l'inadeguata presenza di alberi (sufficientemente pericolosi per ciclisti ma troppo pochi per ombreggiare un percorso-vita).
    Così, a sensazione, sembra proprio che chi l'ha progettata non conosca le esigenze ne' di chi ama la bicicletta ne' di chi ama fare passeggiate, col risultato che la struttura rischia di cadere nel degrado e nell'abbandono.
    Volendo mantenere la destinazione ciclistica dell'area, con qualche adeguamento si potrebbe convertire in pista per BMX, che rispetto alla lunghezza e al tracciato attuali sembra più compatibile di una pista ciclabile propriamente detta.
    Può sembrare una stupidaggine ma in fondo si tratta di una disciplina olimpica per la quale in Italia c'è una certa carenza di strutture. Potrebbe essere un sito sportivo di attrazione per le generazioni più giovani (locali e non) e che porrebbe la zona degli impianti sportivi di Fabriano all'avanguardia, perlomeno in Italia, anche se...polo d'attrazione per giovani, Fabriano all'avanguardia...no scusate, ho detto proprio una stronzata!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No no!! nessuna stronzata! Anzi se puoi farci la cortesia di dettagliare meglio te ne saremo grati. La conversione sarebbe a costo zero?

      Elimina
    2. Non sono un tecnico ma certamente stiamo parlando di diverse decine di migliaia di euro, cifre sicuramente inconciliabili con le attuali esigenze del bilancio comunale. La mia provocazione intendeva sottolineare l'assurdità della situazione, quando anche un ragionamento ironico e improvvisato risulta comunque più sensato di un progetto per cui sono state spese svariate ore di lavoro e svariati soldini.
      Purtroppo la situazione della pista ciclabile appare piuttosto segnata: da una parte presenta caratteristiche che scontentano sia gli atleti (ciclisti/podisti che siano) sia gli amanti del bivacco (famigliole/singles che siano), e perciò destinata al disinteresse e all'abbandono. D'altro canto ogni tipo di lavoro/riconversione/ristrutturazione comporta delle spese che, probabilmente è l'unica cosa chiara comunicata da questa giunta, il comune non è attualmente in grado di accollarsi (specie per una pista ciclabile!).
      A questo punto, per recuperare la situazione, bisognerebbe trovare fondi da altre parti: ricercare l'intervento privato appare comunque complicato, senza considerare che snaturerebbe la dimensione pubblica verso la quale è destinata un'opera del genere.
      Oppure, nel progetto della pista, si potrebbero inserire lungo il percorso le stazioni della via crucis...forse in questo modo qualche fondo regionale potrebbe anche venir fuori;)

      Elimina
  7. Se vogliamo andare per il sottile, basti osservare il nuovo palazzo annesso alla sede comunale. Una serra (o sauna per chi ci lavora) coi vetri (lavateli!) tragicamente esposti a sud e il rivestimento in corten in palese degrado dopo pochi anni.
    Quanto è costato questo palazzo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quelle che chiami gentilmente palazzo annesso alla sede comunale ebbi a ribattezzarlo ecomostro proponendone la demolizione in quanto esteticamente incompatibile con uno degli angoli più belli di FaVriano. Sarà il caso di tornarci per raccontarne la storia. Grazie per avercelo ricordato. G. Simonetti

      Elimina
    2. Visto che su FB qualcuno ha pubblicato la notizia che il comune l'anno prossimo prevedera' di spendere 22.000 euro in più' per il riscaldamento/refrigeramento degli stabili, la progettazione di questo sgorbio senz'altro contribuisce a questa spesa. Complimenti a chi lo ha progettato, Favriano all'avanguardia nell'edilizia sostenibile!!!

      Elimina
  8. mi consola il fatto di non aver ancora sentito qualcuno che la pensa diversamente da me, sulla pista ciclabile...

    l'ecomostro di piazzale XXVI settembre....poteva essere...ma non è...in compenso, i piccioni, gradiscono di molto la passerella in acciaio e vetro....

    _______________________
    G.R.

    RispondiElimina
  9. E' vero!!! cagano che è una meraviglia...un vero deposito di guano!

    RispondiElimina
  10. Pino Latini13 agosto, 2012

    Per conciliare le esigenze dei ciclisti e dei podisti, visto che la carreggiata della pista lo permette, non si potrebbe tracciare una riga di vernice su tutto il percorso in modo da avere due piste separate?

    RispondiElimina
  11. ma poi quali ciclisti ci vanno? Ci va qualche ragazzetto....oppure le famiglie con i bambini....io ne conosco tanti di ciclisti e tutti mi hanno detto che preferiscono andare su strada perchè è molto meglio, quindi perchè non lasciare un po' di libertà per chi ama la corsa stando liberi dal traffico e dallo smog? Cosa c'e di male? Ecco perchè la pista è frequentata per la stragrande maggioranza da podisti, i ciclisti non ci vanno quindi lasciamo la pista libera a chi vuole correre o semplicemente camminare, che di spazio purtroppo a Fabriano non c'e ne è tanto.....dobbiamo forse fare chilometri di macchina per andarte su a San Silvestro? Oppure correre in mezzo alla strada col rischio che qualche macchina ci investa?

    RispondiElimina
  12. Primo: le piste ciclabili nelle città non devono servire a fare la passeggiata domenicale(o quanto meno non solo), ma devono servire per vivere la quotidianità nella città, ovvero andare a lavorare, a scuola, a fare la spesa eccetera eccetera.
    Secondo: si possono creare condizioni utili a chi va in bicicletta senza fare piste ciclabili semplicemente spingendo sulla riduzione delle auto circolanti, ovvero meno auto significa ciclcisti e pedoni più sicuri, meno smog, città più vivibili e compagnia cantando.
    In Germania ci sono 45 auto ogni 100 abitanti mentre in Italia ce ne sono 85 ogni 100 abitanti, questo è uno dei motivi per cui i teeschi sono più benestanti di noi, se poi uno si crede migliore perchè ha il SUV sotto il sedere, beh ognuno ha i suoi problemi.
    Un saluto

    RispondiElimina
  13. Pino Latini19 agosto, 2012

    Infatti ..... sono d'accordo con Sgraz, specialmente per quello che dice nel primo punto.
    Penso che tante di queste discussioni nascano anche dall'uso inappropriato ( secondo me ) della definizione di pista ciclabile riferito al circuito della nostra città.
    D'altra parte anche il dizionario Devoto-Oli definisce in questo modo la pista ciclabile:

    ciclabile ‹ci·clà·bi·le› agg. e s.f.
    1. agg. Di percorso riservato al transito delle biciclette lungo una strada d’intenso traffico automobilistico: pista c.

    Quindi lasciamo che chiunque ne abbia voglia possa usufruire del circuito, senza tante assurde limitazioni. D'altronde io che la frequento abbastanza regolarmente ho sempre visto pochissimi ciclisti, uno o due al massimo, rispetto alle altrettanto poche persone ( cinque o sei ) che passeggiano o corrono a piedi. Poi di ciclisti "seri", cioè quelli con bici ultraleggere ed equipaggiati come marziani, non ne ho visto mai nemmeno uno.
    p.s.
    Non so se queste nostre segnalazioni e/o lamentele servano a qualcosa, forse a far riflettere questo si, ma quanto far a risolvere i problemi credo proprio di no. Stavo riflettendo su ciò questa mattina, proprio sul circuito, mentre cercavo di schivare i rami dell'albero, segnalato qualche giorno fa, che ormai stanno invadendo quasi tutta la carreggiata. Coraggio!

    RispondiElimina
  14. Bravo Pino Latini hai colto in pieno il mio pensiero, di ciclisti che usufruiscono della pista ciclabile sono sempre di meno....mentre sono tanti chi la usa per passeggiare e fare jogging ed è sbagliato vietarlo oppure porre dei limiti.

    RispondiElimina

Sarà pubblicato tutto ciò che non contiene parolacce, insulti e affermazioni discriminatore nei confronti di persone