11 luglio 2013

Domani tutti metallurgici feriti nell'onore


Venerdì sarà sciopero generale in tutti gli stabilimenti Indesit. Una giornata di protesta sociale che troverà il suo culmine nella grande manifestazione che si terrà a Fabriano, quartier generale del gruppo. Fabriano fu già teatro di uno sciopero nazionale che ebbe tra i suoi protagonisti i lavoratori piemontesi dello stabilimento di None. Ho ancora davanti agli occhi l’immagine degli operai fabrianesi, in jeans e camicia, che si staccavano dal corteo per andare a comperare il pane, dimenticando che si sciopera in tuta da lavoro e che la bella giornata non è mai motivo valido di diserzione. Ma era un’altra città, ancora convinta di sfangarla senza troppa fatica.  Oggi siamo di fronte a un’altra scena, del tutto diversa e incomparabile che spinge a cogliere e misurare fondamentali variazioni di atteggiamento. Ad esempio, che piaccia o meno a chi analizza e decifra la realtà attraverso le lenti del pregiudizio, la fiaccolata del primo luglio ha attivato, in città, un vero e proprio click, uno scarto comportamentale, una svolta umorale che ha dato alla partecipazione un risvolto di emozione inedita e seducente. E’ come se la città si fosse strappata di dosso un involucro frenante, un “vorrei ma non posso” che rendeva eternamente titubanti, una tendenza al  ripiegamento privato sempre più percepito come limite di visione e di prospettiva. I fabrianesi hanno cominciato a sciogliere “le trecce ai cavalli” e questo senso di libertà – se vogliamo anche superficiale e ingenua – è ciò che ha spinto i lavoratori a contestare Spacca in Regione e i ragazzi del Fabbri a irridere la Famiglia, ricorrendo al simbolico olezzo della più basilare tra le sostanze organiche esistenti in natura. E in questo quadro di autonomia culturale e psicologica dei fabrianesi, che si compone e si rigenera passo dopo passo, c’è un altro elemento ad elevato simbolismo che non è stato colto a sufficienza; un tassello in grado di restituire la sensazione di una città unanimemente schierata a difesa del lavoro, come forse non accadeva dai tempi della Fiorentini e della Marcia della Fame del popolo di Castelletta: la decisione unitaria di CNA, Confartigianato e Confcommercio di aderire unitariamente alla manifestazione di sabato, invitando i propri aderenti a fare altrettanto. Si tratta di una novità di cui è giusto sottolineare la valenza, perché si tratta di associazioni di categoria che fanno riferimento all'universo datoriale e i cui associati sono imprenditori, qualifica che, ovviamente, prescinde tecnicamente dal profilo societario e dalla dimensione d’impresa. Alla proprietà e al management Indesit ovviamente interesserà assai poco che alcune importanti associazioni di categoria siano schierate a fianco dei sindacati, ma è straordinario pensare a come il Piano di salvaguardia e razionalizzazione, presentato da Milani, sia riuscito nel duplice miracolo di smontare un blocco sociale e di creare il clima adatto alla sua rigenerazione creativa, fondata su un nuovo assetto identitario, culturale e sociale. Se il 4 giugno, appena avuta notizia del Piano, ci avessero raccontato che 37 giorni di lotta sarebbero bastati per cambiare pelle alla città, avremmo accolto la profezia col sorriso che si riserva agli ebeti e ai dementi. Invece, la realtà è stata più rapida e puzzona di ogni previsione, perché i cambiamenti prodotti da eventi traumatici sono i più difficili da inquadrare, i meno governabili nella tempistica e negli effetti ma anche quelli più ricchi di opportunità. E domani niente metalmezzadri ma solo metallurgici feriti nell'onore.
    

10 commenti:

  1. Caro Miura, concordo con te. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale. La fiaccolata è stata lo spartiacque.

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  2. La trovata della famiglia sara' dividere in due i lavoratori Indesit.Diranno che ci sara' una selezione , chi dentro chi fuori.Cosi' gli animi si calmeranno sperando di non essere tra gli esclusi.Per paura non andranno piu' a manifestare.Vi ricorda qualcosa,forse qualche accadimento recente????Acc..non vorrei avere dato un'idea alla sacra famiglia.

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  3. Per il momento. l'unica soluzione sono le 32/35 ore per TUTTI, poi quando le cose migliorano si sale.

    Al tempo stesso il taglio dei "privilegi", delle varie categorie.

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    1. l'unica soluzione accettabile....
      il problema è che se ci sarà la cessione, sarà dura poter ottenere anche molto meno.
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      G.R.

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    2. Le cose miglioreranno ? ah ah ah ma allora davvero vivete dentro una bolla !!!

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  4. come già accennato...sono completamente d'accordo con la tua analisi!
    è iniziato il cambiamento...onestamente, non c'avrei scommesso manco 10cent, per la certezza di perderli...e invece, tak!...guarda qua!
    spero, domani sera, di poter essere ancora più fiero dei nostri concittadini.
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    G.R.

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  5. Quando cercavamo noi della ex ardo la solidarieta' di quelli dell'Indesit abbiamo avuto niente in cambio,come dovremmo comportarci ora ?

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    1. da signori...
      del resto, sbagliare è umano...e il perdono, rende liberi! ;-)
      non puoi negare che molti tuoi colleghi hanno visto la cassa integrazione come un'opportunità per farsi "qualche lavoretto"...e qualcuno, ci sciala ancora; del resto, alle manifestazioni di allora, in molti non si degnavano manco di un atto di presenza.
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      G.R.

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    2. Da non sottovalutare le verità nascoste che hanno diluito nel tempo la gravità della situazione. Questo ha creato una azione di attesa e speranza in complicità con il sindacato.

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    3. in effetti, in quel periodo, tutti pensavamo che si sarebbero sistemate le cose...non così!
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      G.R.

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