17 luglio 2013

Mutande in acciaio Inox per i lavoratori Indesit. Specie sul lato B.



E’ il giorno del pensiero unico sul caso Indesit. E’ il giorno dello spiraglio, dell’ottimismo ma prudente, del “forse ce la facciamo”, della possibile soluzione. Magari non proprio dietro l’angolo ma quasi. Ma questa è una città con la memoria corta, che ha archiviato e dimenticato rapidamente gli schemi fasulli, le dichiarazioni menzognere, le finzioni e il gioco delle parti che scandirono, passo dopo passo, l’implosione fallimentare della Ardo. La scena è, fortunatamente, diversa e comparare le situazioni sarebbe sbagliato e fuorviante: li c’era uno stato fallimentare oggettivo anche se non dichiarato, mentre qui si parla di un’azienda che macina tuttora sostanziosi utili. Ma di certo colpisce il riproporsi del medesimo entusiasmo, tra l’ingenuo, il pastorale e lo sciocco: a quel tempo il gas esilarante era la parola “rilancio”. Oggi ad anestetizzare è il termine “spiraglio”. Fossi un lavoratore Indesit da oggi indosserei mutande rinforzate in acciaio Inox. Specie sul lato B.

La funzione del sindacato è siglare accordi vantaggiosi per i lavoratori e non lesivi della produttività dell’impresa, perché quando un’impresa va male i lavoratori non hanno polpa da contrattare. Per raggiungere i propri obiettivi negoziali il sindacato utilizza strumenti di lotta e di mobilitazione dei lavoratori. I sindacati, sul caso Indesit, hanno fatto una scelta suicida dal punto di vista negoziale ma molto chiara, chiedendo all'azienda di ritirare il Piano perché solo il ritiro del Piano, coi suoi 1.425 esuberi, avrebbe consentito di intavolare una trattativa vera tra le parti. Su questa piattaforma estrema – e quindi debole - sono stati mobilitati i lavoratori: scioperi articolati, blocchi stradali, serpentoni automobilistici, presidi notturni, scioperi generali e una manifestazione con 5.000 persone venerdì scorso. Ieri al Ministero è stata sufficiente una generica disponibilità della Indesit a entrare nel merito del Piano per cambiare profondamente l’atteggiamento delle federazioni metalmeccaniche. La sensazione è che più che la Indesit sia stato il sindacato a fare una clamorosa retromarcia rispetto all'atteggiamento combattivo tenuto sino ad ora. Fossi un lavoratore Indesit da oggi, anche su questo versante, indosserei mutande rinforzate in acciaio Inox. Specie sul lato B.

La Indesit in questo mese, forse consapevolmente o forse no, ha messo a repentaglio la propria immagine gestendo coi piedi il piano di ristrutturazione sin dal momento dell’annuncio. E per un’azienda quotata in Borsa, che punta sul valore aggiunto del marchio, non è esattamente il massimo: una proprietà muta come un pesce, un amministratore delegato graniticamente immobile sulle sue posizioni, l’azzeramento di ogni relazione industriale e, dulcis in fundo, atteggiamenti arroganti e insensati – poi corretti da goffe marce indietro – come la serrata nello stabilimento di Melano. Ma un’azienda che sceglie questa linea di comportamento, al punto da mettere a repentaglio la propria immagine, può fare marcia indietro, rimettendo in discussione i capisaldi del Piano senza perdere definitivamente la faccia? E’ possibile che Indesit Company abbia scatenato questo caos sociale con il solo scopo di alzare il tiro per elemosinare qualche prebenda pubblica? Ieri in Senato Milani ha confermato le linee del Piano – e a farlo sono stati alcuni parlamentari marchigiani del Pd - proprio mentre al Ministero cominciavano a circolare spiragli e disponibilità. Qualche conto sinceramente non torna. Fossi un lavoratore Indesit da oggi indosserei mutande rinforzate in acciaio Inox. Specie sul lato B. Magari evitando di portare in fabbrica, a furor di popolo, il busto del Fondatore Aristide, come ha scritto oggi un quotidiano locale.

Lo strumento per ammorbidire il Piano Indesit – come scrive il Sole 24 Ore – è l’accordo di Programma della Antonio Merloni. Opportunamente rifinanziato, come hanno chiesto le organizzazioni sindacali. L’accordo di Programma, ovvero un sistema di incentivi a tutela del territorio, nasce per la crisi Ardo, come risposta demagogica e inadeguata a un default aziendale e a una perdita totale di posti di lavoro. Riproporne i termini per un’azienda comunque in salute come la Indesit non ha, evidentemente, alcun senso. Anzi un senso ce l’ha ed è la presa d’atto che tocca alla collettività farsi carico delle esigenze di redditività dell’azienda, finanziando linee di intervento di cui si fatica a scorgere l’utilità e il senso in termini di tutela e difesa del lavoro. I sindacati, in modo particolare la FIM Cisl, hanno subito omaggiato la scelta dell’Accordo di Programma e in questo senso dovrebbero rispondere a una domanda: ritengono forse il modello Ardo una buona prassi a cui fare riferimento per gestire in modo brillante la vertenza Indesit? Errare è umano perseverare è diabolico. Fossi un lavoratore Indesit indosserei mutande rinforzate in acciaio Inox. Specie sul lato B. Ed è tutto un programma! Anzi un Accordo di Programma.

Il Governatore ha ricordato che il Piano Indesit prevede, da parte dell’azienda, un investimento di 70 milioni per lo sviluppo in Italia. Spacca ha rilanciato con la proposta di una piattaforma di sviluppo e innovazione tecnologica a Melano, finanziata coi 70 milioni di Indesit e con la partecipazione finanziaria della Regione. Considerato il numero di operai in esubero e le loro mansioni è difficile immaginare tutta questa manodopera riassorbita in attività di ricerca e sviluppo, che al massimo impiegherebbero una cinquantina di persone ad elevatissima professionalità. Fossi un lavoratore Indesit indosserei mutande rinforzate in acciaio Inox. Specie sul lato B. Per metterlo al riparo dalla ricerca e dallo sviluppo. Perchè i pertugi temono sempre gli spiragli
    

9 commenti:

  1. come si dice "tre indizi, fanno una prova"...bella non è, come disse il porco sul tavolaccio!
    _____________
    G.R.

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  2. Dalla stampa si apprende che ieri Indesit abbia dichiarato la propria disponibilità a rivedere il piano industriale sulla base degli strumenti messi in campo dalle Istituzioni.
    Poiché non credo che sia interesse di Indesit disturbare o mettere in imbarazzo il Governo con proposte estemporanee, penso che questa mossa sia stata concordata con il governo ed infatti, appena fatta, il Ministero ha provveduto in fretta e furia a convocare un tavolo istituzionale già per venerdì prossimo.
    Possibile soluzione: qualche euro buttato sul piatto da parte dello stato e delle regioni, Indesit allunga il tempo di attuazione del piano da due a tre anni e nel frattempo viene garantita la cassa, cala leggermente il numero degli esuberi. La chiusura di Melano rimane ma viene mascherata con la proposta di Spacca di un centro per l’innovazione ed il design.
    Questo è il bel pacchetto che poi verrà regalato ai sindacati che non credo avranno il coraggio di respingerlo.
    Con stima M.llo Badoglio

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    1. I lavoratori Indesit saranno i nuovi parastali, mantenuti da chi tira a campare. Con buona pace del gallinaccio spelacchiato che sul post di ieri strillava che non c'erano più i soldi per la cassa e che quindi bisognava chiamare l'esercito.
      Un vero somaro ragliante.

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  3. Rinforziamo le mutande.

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  4. mi pare che l'acciaio con il laser si taglia, non trovo materiale idoneo per farmi queste mutande.

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    1. cammina con le spalle al muro, allora...

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  5. Blablablabla.
    2017: nessun licenziamento operaio, si lavora meno in CDS e si rimette circa un centone al mese, quindi niente mutande, giusto un cerottino, per le tute blu.
    Il problema saranno gli impiegati, che non godono della stessa sensibilità sociale, i quali verranno liquidati con "gentlemen agreement" leggermente superiori alle imperative di contratto (alias un anno di stipendio pagato e tanti saluti).
    E saranno molti di più rispetto ai fatidici 150 che ora appaiono ai media.
    Ergo, le braccia Indesit e la testa di.... Whirlpool? La butto la'.
    Ovviamente il notizione, che è finito prima sui giornali che nelle comunicazioni interne, del megaesubero dei fatidici 1425 serve solo a far movimento mediatico.
    Tattiche di guerra fredda ed elementi basilari di contrattazione.
    Si parte dalla posta più alta (prospettando il massimo della tragicità, con enfasi emotiva) per arrivare a quello che per i sindacati sarà un ottimo compromesso e per l'azienda semplicemente un budget, già calcolato, forse anche in sovrastima.

    A dirla tutta, arriverei anche a prevedere una prossima uscita della famiglia per riguadagnare punti nei confronti del popolo e dei sudditi.
    Infondo a cosa serve il potere se non hai nessuno su cui esercitarlo ed altri tuoi "colleghi" che te lo invidino?

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    1. Analisi tragicamente e ferocemente realista

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    2. nemmeno riesco a sperare, che non sia verosimile...
      ________________
      G.R.

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