29 luglio 2013

L'Indesit pentastellare che un po' riluce e un po' cannibalizza

Il Movimento 5 Stelle è l'unica forza parlamentare che si è fatta politicamente carico della questione Indesit. Organizzare una manifestazione con una ventina di deputati e senatori di sabato pomeriggio, radunando quattrocento persone e "costringendole" a sfilare in corteo, nel giorno più caldo del 2013, non era nè scontato nè facile. Si tratta, al di là del valore dei numeri, di un evidente successo politico per almeno due ragioni: innanzitutto perchè la piazza grillina era molto più numerosa di quella che, tanto per fare un esempio, ha accolto la Camusso e poi perchè qualsiasi altro partito politico avrebbe radunato, al massimo, un decimo dei partecipanti mobilitati dai grillini. Il Movimento, nella sua declinazione locale e fabrianese, aveva estremo bisogno di una prova di forza, perchè fino ad ora non era riuscito a dare una rappresentazione plastica ed efficace di quella leadership elettorale che, a Fabriano, gli era stata riconosciuta dalle urne. La manifestazione di sabato, sostenuta emotivamente anche dalle recente esperienza ostruzionistica praticata in Parlamento, è stata quindi un'operazione di riposizionamento politico e di rivendicazione egemonica nei confronti di un voto operaio che, nella nostra città, sembra ormai in libera e definitiva uscita rispetto agli schemi e alle fedeltà centriste del passato. E forse non è un caso che i parlamentari grillini, seppur con diverse sfumature e sensibilità, abbiano approcciato alla vertenza Indesit in forma manichea, ossia proponendo alla piazza uno schema moralmente bipolare e politicamente semplificato: da una parte un gruppo industriale ispirato dal maligno che fa utili a palle e scappa col malloppo; dall'altro una comunità ferita nella sua fedeltà storica che osserva, atterrita e incredula, il tradimento di una famiglia e di un'azienda. Si tratta di una semplificazione comprensibile e legittima, di un taglio di accetta che sicuramente inorgoglisce e mobilita la rabbia operaia e il senso di appartenenza dei grillini, ma che non colloca il naturale bisogno di schierarsi e di prendere posizione in un contesto di mercato assai più stringente e spietato di quel che si vuol far credere ricorrendo alla rappresentazione di una lotta tra il bene e il male. I parlamentari grillini, che giustamente rivendicano un esercizio del mandato fondato sullo studio e sull'informazione, dovrebbero essere i primi ad ammettere che il mercato degli elettrodomestici è ormai ridotto a una decina di player dei circa 400 che operavano all'inizio degli anni settanta; che i più competitivi sono gruppi giganteschi fondati sulla diversificazione e quindi su azioni economiche e finanziarie compensative all'interno del proprio "portafoglio delle attività", che a Indesit non sono consentite, in quanto azienda integralmente scolpita dalla produzione di elettrodomestici; che i mercati dove Indesit è più forte sono quelli più colpiti dalla crisi dei consumi e dal crollo degli indici di fiducia delle famiglie; che la competitività, quando il mercato restringe le sue dimensioni, è direttamente legata a feroci razionalizzazioni di costo e in queste condizioni il mercato costringe a sopravvivere o crescendo attraverso acquisizioni o mettendo a punto alleanze con altri player che preludono a una cessione. Questo è il quadro generale e dentro tale perimetro va collocata la vertenza, a prescindere dal fatto che si decida o meno i schierarsi dalla parte dei lavoratori. Una complessità che non mi pare sia emersa con chiarezza da questa prima tappa itinerante del Parlamento in Movimento. Da ultimo c'è un'altra questione su cui vale la pena riflettere e cioè quali effetti possa produrre l'iniziativa politica dei grillini sull'esito della vertenza Indesit. L'impressione è che l'effetto non potrà che essere minimo in quanto le pratiche di concertazione - e i relativi tavoli di confronto - non attribuiscono alcun ruolo specifico al Parlamento, delegando la materia all'autonomia delle parti sociali e alla moral suasion del Governo. E in questo contesto occorre anche tenere conto di un ulteriore elemento negativo di contesto e cioè la tensione, latente e irrisolta, tra Movimento 5 Stelle e sindacati, innescata dalle dichiarazioni di Beppe Grillo contro la Triplice durante la campagna elettorale. Un tempo, quando i sindacati erano le cinghie di trasmissione dei partiti politici, era sufficiente una presa di posizione della politica per generare un automatico adattamento del fronte sindacale. Oggi non è più così e i sindacati non accettano interferenze nel loro spazio egemonico, che è quello della rappresentanza dei lavoratori. Ragion per cui è assai probabile che il sindacato possa aver percepito come un'invasione di campo o come il rischio di una cannibalizzazione della sua funzione sociale il veder sfilare un corteo a difesa dei lavoratori di chiara e dichiarata emanazione politica. E, che piaccia o meno, certe cose contano e incidono profondamente sulla strategia delle alleanze su cui si basa lo sviluppo di una qualsiasi vertenza. E l'affaire Indesit, già segnato dai compromessi e dai cedimenti, ha più che mai bisogno di unità e di attenzione ai giochi di ruolo che lo alimentano.
    

16 commenti:

  1. Un plauso al M5S , io aspetto ancora di vedere sfilare gli assessori

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  2. A me fa ridere, veder affrontare ogni situazione singolarmente.
    Il problema è della politica industriale italiana.

    Poi anche tutte le tasse sui carburanti, di certo non aiutano l'esportazioni...

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  3. Diciamo che il trentennio anni 50-80 ha prodotto una serie di imprenditori, dirigenti e classe politica che hanno creato danni per qualche centinaio di anni. Basta vedere i palazzinari in tutte le città hanno costruito in maniera vergognosa distruggendo paesaggi e creando trappole di cemento. La politica ha creato lobby che ingessano il paese e i dirigenti sono stati molto poco lungimiranti.

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    1. anche nel trentennio 80-10 non si è scherzato...

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  4. "Importante" è aver saputo dal palco di sabato, che il M5S ha chiesto di istituire una commissione d'inchiesta parlamentare per calcolare quanti aiuti pubblici ha "ottenuto la Fiat dal dopoguerra ad oggi".
    Ne è seguito un grande applauso.
    Lo sappiamo quanti aiuti ha preso la Fiat ma, quando lo avremmo saputo dalla commissione del M5S, a cosa sarà servito? Cosa facciamo? Cosa farà il M5S? ne chiederà la restituzione? Perchè non vanno a spulciare i conti dei circa 100 miliardi che lo Stato regala ancora tutti gli alle imprese in generale, sotto qualsiasi forma? (finanziamenti a fondo perduto per qualsiasi strozata, decontribuzione, defiscalizzazioni, crediti d'imposta ecc.ecc.)
    Sarebbe più utile, meno demagogico e meno propagandistico di evidenziare quanti soldi ci ha inculato la fiat negli ultimi 60 anni.

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    1. so' tutti grandi imprenditori coi soldi (pubblici) degli altri...

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  5. I progetti Indesit e Regione/Governo ricordiamoci che prevedono ulteriori finanziamenti pubblici. Su progetti destinati ad essere solo su "carta", vedere l'esempio J&P. L'idea M5S che riassunta in parole povere è: "Delocalizzate, ma gli stabilimenti e i macchinari rimangono qui visto che sono stati pagati da noi cittadini" sembra l'unica se ben supportata da idee e spirito innovativo di riconversione ad essere praticabile. Con il contributo costruttivo di tutte le forze in campo. Cosa che ad oggi, purtroppo, rimane un miraggio. Grazie alle logiche partitocratiche e del modo di fare politica tipico del territorio fabrianese. E la dimostrazione lampante è stata quella Piazza con dialetti campani, umbri, piemontesi e costieri. Ma non Fabrianesi.
    Anche se poi magari qualcuno al chiuso delle 4 mura o nelle spiagge sassose di Marrotta era magari collegato allo streaming sul canale pentastellato "La Cosa". D'altronde bisogna seguire il consiglio dei sindacati...... sabato andate al mare !!!!!

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    1. nessuno ha invitato nessuno ad andare al mare, per cortesia...

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    2. Rimane il fatto che comunque vi erano piu' persone che con la Camusso e questo la dice lunga sull' idea di fare politica in questa citta'.

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  6. Fuoco ingannatore, quello dei 5 stelle: gran parte erano di fuori, gli 'ultras' che vanno dove gli comandano ... pura propaganda politica, Simonetti, questi non si sono 'fatti carico' di un bel niente! E' uguali a tutti gli altri, se non peggio, purtroppo!!!

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  7. SECONDO ME E' STATO UN FLOP COLOSSALE SE NON FOSSE ALTRO PER IL FATTO CHE A FABRIANO E' STATO IL PARTITO PIU' VOTATO. QUALCUNO DI QUESTI SIGNORI SI E' FORSE DOMANDATO CHE NON HANNO PIU' L'APPEAL, CHE LA GENTE SI E' ROTTA LE PALLE ANCHE DI LORO CHE NON DECIDONO MAI NIENTE, O FORSE E' PIU' COMODO ASSERIRE CHE E COLPA DI QUALCUN ALTRO...

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  8. Delocalizzare ma i macchinari devono rimanere in Italia. Ma chi ha mai aperto stabilimenti all'estero portando macchinari vecchi e obsoleti dalle fabbriche italiane? Costerebbe più lo smontaggio ed il trasporto che fareli nuovi. Devono rimanere le produzioni e per farlo ci vogliono politiche attive atte a far riprendere la industrializzazione in Italia. Certo se i grillini fossero aandati a governare insieme al PD, lasciando all'opposizione il berlusca, forse potevano essere più utili alla causa.............ma non se la sono sentita! Ed oggi? Ed oggi la colpa è del sindacato! Va bene così, è sempre facile dare colpe ad altri! La verità è che nel 90, la Germania, la Francia con l'egida di qualche politico e professore bocciano italiano, hanno deciso di industrializzate l'italia è per farlo non hanno più investito in infrastrutture e politiche industriali. Facevamo paura ed hanno inventato l'euro. Sono amareggiato ma non mi senti sconfitto. Certo, bisogna cambiare passo.........anche se sono un pacifista.

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    1. SECONDO ME GRILLO HA DELLE GROSSE COLPE PERCHE' DI FATTO E' STATO LUI A SALVARE BERLUSCA NON AVENDO AVUTO IL CORAGGIO DI ANDARE A GOVERNARE CON IL PD, SICURAMENTE COSI' SAREBBE STATO VERAMENTE UTILE ALLA CAUSA. IO FOSSI NEL M5S MI INTERROGHEREI SULLA FIGURA MAGRA DI SABATO A FABRIANO, DOVE COMUNQUE E' STATO IL PARTITO + VOTATO, QUALCOSA VORRA PUR DIRE. IL LORO IMMOBILISMO NON IMBAMBOLA PIU' NESSUNO, LA GENTE NON STAVA SEMPLICISTICAMENTE AL MARE, NON PRENDETELA PER SEMPLICIOTTI!!

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  9. HANNO DECISO DI DEINDUSTRIALIZZARE (corregge il commento precedente)

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  10. Forse spianando i capannoni di Albacina ritroveremo un bel tesoro!!!!

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