4 luglio 2013

Foschi cieli su Tecnowind



Fosco Celi non è una previsione metereologica o una constatazione di maltempo ma un dirigente della Tecnowind. Per i quotidiani un giorno è il direttore del comparto cappe e il giorno dopo il Presidente della società ma per noi semplici osservatori - magari capisciotti ma non certo sprovveduti - è l'uomo che ha chiarito alcuni elementi relativi al futuro della Tecnowind e alla possibilità che essa venga acquisita e salvata da un imprenditore marchigiano. I punti fermi, rimarcati da Fosco Celi, sono estremamente utili per comprendere lo stato dell'arte, ma contengono anche un'omissione totale sul deficit di gestione dell'azienda la cui responsabilità non può essere scaricata sulle banche, perché è come se in una famiglia sempre in rosso la colpa dell'indebitamento non fosse della famiglia stessa e delle sue scelte di consumo ma di chi gli presta i soldi per campare e a un certo punto si stanca di buttarli via perché non vede il minimo segno di ravvedimento. Si diceva dei dati certi e vale la pena, appunto, ricordarli e commentarli allo stesso tempo: il Fondo Synergo non è disposto a ricapitalizzare ma è pronto a vendere la sua quota al valore simbolico di un euro. Celi presenta questa volontà del Fondo semplicemente come un dato di fatto, ma essa significa una cosa molto chiara e cioè che è la stessa proprietà attuale della Tecnowind a sostenere che l'azienda è praticamente priva di valore. Al punto da essere messa in vendita allo stesso valore di un cornetto Algida. proseguendo nella disamina c'è da dire che Fosco Celi che ha pure spiegato perché Tecnowind non ha ancora proceduto alla richiesta di concordato: perché l’assemblea dei soci delibererà soltanto domani l'eventuale richiesta al Tribunale e lo farà soltanto in presenza di una proposta di acquisto comprensiva di due milioni e mezzo di euro di aumento di capitale, più altri dodici milioni di euro a storno di parte del debito di 27 milioni che l’azienda ha contratto con le banche. Diversamente si potrebbe profilare il fallimento. Ma Fosco Celi fa anche dell’altro e cioè accusa direttamente le banche di porre ostacoli all'accordo con i nuovi possibili investitori in un contesto in cui l'azienda è ha abbondanza di ordini da evadere. E arriva al punto di affermare che le banche preferiscono perdere 27 milioni piuttosto che anticipare fatture per 5,5 milioni di euro. Ora, sappiamo bene che le banche aprono l'ombrello quando c'è il sole e lo chiudono quando piove, ma non sono di certo aziende che possono permettersi lussi di questo genere, visto che il loro funzionamento è regolamentato da direttive europee, da leggi nazionali e dalla vigilanza della Banca d'Italia. E siamo di nuovo al buonsenso del padre di famiglia, che dovrebbe spiegare, innanzitutto, cosa è accaduto in casa propria prima di scaricare le colpe su soggetti esterni. E il buonsenso genera inevitabilmente domande: come è stato possibile che la Tecnowind giungesse a una esposizione bancaria di 27 milioni di euro?. Da quali attività - ordinarie o straordinarie - deriva questo livello di indebitamento? E' un complotto delle banche o il frutto di una cattiva gestione aziendale? E' vero o meno che il prezzo medio di vendita delle cappe Tecnowind è lontano anni luce da quello medio di settore? Gli ordini di cui, ad oggi, dispone l'azienda contengono un utile industriale significativo? Il fatturato per dipendente è allineato o no a quello delle altre aziende concorrenti, visto che denota un elemento fondamentale della capacità di generare reddito d'impresa ossia una maggiore o minore produttività? Non sono domande oziose ma elementi strategici di comprensione della realtà su cui è giusto che si interroghino tutti: lavoratori, cittadini e istituzioni locali. 
    

22 commenti:

  1. Sull'esempio polacco, ogni regione dovrebbe avere un paio di zone economiche speciali, a bassa/nulla tassazione ed oneri(no IMU etc...).

    E' chiaro che bisogna anche tornare indietro sui livelli salariali ed ore lavorate.

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    1. E' ora che alcune regioni d'Italia chiedano l'indipendenza, altro che zone economiche a bassa tassazione !!!

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  2. bravo e puntuale fai la stessa cosa per la Indesit!

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  3. poi una valutazione sulla Thermo ed infine le reali soluzioni se ne vedi....

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    1. E chi è Simonetti, NOSTRADAMUS?!?!?!
      GianPi, come al solito sei GRANDE!!!
      Un'analisi della TW perfetta e senza sbavature!!!
      Fosco Celi dovrebbe venire da te a prendere qualche sana lezione........

      Ho gettato

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    2. in realtà basta collegare i tanti spunti che circolano sulla stampa, al bar e tra chi segue queste vicende.

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    3. come il gioco dei punti neri della settimana enigmistica!
      ___________
      G.R.

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  4. Copio e incollo il mio intervento del 29 giugno 2013 15:34 su "Tecnowind: patacche e pepite":
    "Il 14 giugno, alla notizia del buon esito dell'intervento del Sindaco sulle banche, non sono intervenuto per non guastare la festa. Ora mi sento di dire: Ma siete sicuri che era tutto a posto? L'azione di mediazione del Sindaco Sagramola sulle banche è importante e meritevole di elogi ma il problema non sono le banche. Il 14 giugno ho scritto che l'allarme sulla Tecnowind era già noto da alcuni mesi ma se ne è iniziato a parlare solo il 13 giugno e la questione è seria".
    Maurizio C. (seguono altri interventi e risposte insensate).

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  5. Sempre il 29 giugno 2013 17:23, rispondendo alla signora Ilaria, ho scritto: "Ilaria, è proprio perchè non c'è la "carta che canta", ovvero quella che vorrebbe il giudice fallimentare e le banche per liberare risorse, iniettare ulteriori liquidità per il risanamento e rilancio, che ci porta a dire che il malato è grave. Spero e mi auguro non sia così.
    La vera "carta che canta" sarebbero i SOLDI ovvero una ricapitalizzazione da parte della proprietà ma, come dice Simonetti, la proprietà è in liquidazione e non ci metterà 1 euro. C'è solo da sperare in un'acquisizione da parte di brokerage business".
    Maurizio C. (segue)

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  6. Il 30 giugno 2013 18:55, in risposta ad un anonimo, ho scritto: "La questione non è se la Synergo sgr private equity sia in liquidazione o no. Il problema è che la Synergo non vuole saperne di ricapitalizzazione e sembra si sia tirata fuori da eventuali tentativi di salvataggio".
    Maurizio C. (segue).

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  7. Il 30 giugno 2013 22:14, alla notizia sui "Capisciotti", ho scritto:
    "Non voglio sembrare anch'io un "capisciotto" ma, conosco il diritto commerciale e la legge fallimentare, conosco quel poco che serve sulle crisi industriali e sui salvataggi. Premesso che il compito di un Sindaco è quello di garantire i servizi e la coesione sociale, ma non quella di creare 5.000/6.000 posti di lavoro; premesso che, come ho scritto nel mio primo intervento, il buon esito dell'intervento del Sindaco e della sua mediazione sulle banche nella vicenda Tecnowind è importante e meritevole di elogi, vorrei precisare e ribadire:
    1) risolto il problema dell’impegno delle banche ad un’ulteriore iniezione di liquidità per il proseguimento dell’attività produttiva, è urgente:
    2) risolvere subito il problema dei creditori ovvero dei fornitori che non consegnano merci, semilavorati e materie prime;
    3) risolvere il problema del concordato che per essere concesso deve avere alcuni requisiti: innanzitutto il giudice aspetta la documentazione che non arriva e, se concesso, occorre l’accettazione da parte della maggioranza dei fornitori e creditori stessi;
    4) Ricapitalizzazione: visto che il proprietario (Synergo SGR private equità) non è intenzionato a ricapitalizzare, è urgente trovare un acquirente che rilevi l’azienda;
    5) Affinchè le banche iniettino liquidità occorre un piano industriale di risanamento e rilancio che convinca le banche a concedere ulteriori linee di credito o fidi.
    MA BISOGNA FARE PRESTO altrimenti si perdono clienti che significa portafoglio ordini (8 milioni di euro) che significa continuità produttiva, occorre tacitare i creditori altrimenti non ti danno i semilavorati per produrre. L'azienda è senza la guida di un amministratore delegato, “Synergo ha annunciato le sue intenzioni rispetto alla Tecnowind, ovvero nessuna ricapitalizzazione e disponibilità a rimettere le quote di proprietà. Occorre quindi trovare subito un acquirente, un investitore che ricapitalizzi l'azienda, sperare nella concessione del concordato e nell'accettazione dei creditori, presentare un piano industriale credibile. Le banche faranno la loro parte se ci sarà tutto questo ed è quello che speriamo tutti perché, oltre ai 345 dipendenti (ho anche molti amici), c’è l’indotto che è ben superiore".

    Maurizio C.

    A questo ennesimo mio intervento ci sono state queste risposte:
    "Anonimo 01 luglio 2013 09:27
    Quanto ne sai, ne sai piu' di noi cavolo sei proprio bravo ,te la suono e te la canti da solo: noi che stiamo al di dentro non sappiamo nulla e lui sa tutto ....come sei bravo, complimenti".

    Un altro Anonimo 01 luglio 2013 09:28 ha scritto:
    "Ti conviene stare zitto";

    .... e ancora un Anonimo del 29 giugno 2013 17:11: "Dove avete preso queste fonti non lo so, ma questa non è la verita' certa, e prima di cantare bisogna prima scriverla la canzone , e qui c'è solo voglia di polemizzare";

    e l'ultima non se se riferita a me o a Simonetti: L'Anonimo del 29 giugno 2013 17:16:
    "Ehi tu del Blog vedi di dire poche stronzate con questa palla di cristallo".

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  8. ORA, ALLA LUCE DI QUANTO STANNO SCRIVENDO I GIORNALI, IERI, OGGI e ... DOMANI, dopo quello che scrive Simonetti in questo blog e dopo aver letto quanto ho scritto il 14 e il 29 sopra riportati, chi è il "capisciotto"?
    chi è che dice "stronzate"?
    chi è che deve prima "scrivere la canzone e poi suonarsela"?
    chi è che ha la presunta "palla di cristallo"?

    Non ci voleva un mago per capire cosa sarebbe successo e cosa potrebbe succedere se ..... basta la conoscenza e l'esperienza (l'ho scritto nell'intervento quello lungo).

    Maurizio C.

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  9. Grande Maurizio ma come si dice non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Purtroppo invece di riflettere e approfondire sulle divergenze di opinione si preferisce smerdare. E' più facile.

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  10. 27 MILIONI DI DEBITO CON LE BANCHE !!! Ma possibile che nessuo dice come cazzo sono stati fatti tutti questi milioni di debiti?

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    1. Questo ve lo potrò dire appena scarico e analizzo il bilancio 2012 dalla cancelleria commerciale del tribunale di Ancona (CCIAA). Sempre se lo hanno pubblicato: il c.c. prevede entro 30 giorni dall'approvazione che dovrebbe avvenire entro 4 mesi dalla chiusura dell'esercizio.
      Maurizio C.

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    2. Per capire il perché del debito con le banche occorre andare al 2005 quando la TW fu acquistata dal fondo BS.
      Nel bilancio 2006 risulta che l'acquisizione fu fatta all'epoca utilizzando finanziamenti dalla BNL per circa 30 milioni di euro.
      Con un fardello così grosso sulle spalle, dovendo pagare ogni anno oneri finanziari mediamente di un paio di milioni oltre che dover iniziare prima o poi a rimborsare il capitale, un'azienda dovrebbe viaggiare con margini operativi in doppia cifra.
      Forse avrebbe funzionato tutto bene se non fosse stato che dal 2008 il mondo è cambiato. Così certe operazioni finanziarie, probabilmente abbastanza sicure nel momento in cui sono state fatte, oggi hanno scoperto il loro lato debole in modo molto drammatico di fronte a crolli di fatturato inimmaginabili solo tre anni prima.

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    3. La modalità di acquisto indicata da Stefano, si chiama "leverage buyout" e letteralmente significa "acquisizione attraverso un debito" sfruttando le capacità di indebitamento della stessa società. In pratica si acquisisce un'azienda con i soldi dell'azienda stessa che, però, deve essere in grado di generare flussi di cassa oppure vendendo asset aziendali. Se l'azienda ha un basso grado di leva finanziaria e non è capace di produrre flussi di cassa, allorà la società si esporrà a un indebitamento finanziario grave e dovrà pagare gli oneri finanziari aggiuntivi. E' quello che, come dice Stefano, potrebbe essere successo alla TW.
      Maurizio C.

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  11. Perchè del buco della CARIFAC, o della ARDO, o della Faber Factor e ci sarebbe da dilungarsi qualcuno ha dato spiegazioni ? Si sono viste cadere poltrone ? A me non sembra.

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    1. Ed allora non lamentiamoci !!!

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    2. Veramente sarebbe ora.

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  12. Un mio amico, dirigente di una multinazionale che fa cappe, ma spiegato che il margine che fa TW sul prodotto è ridicolo. F
    acile prendere le commesse se fai i prezzi stracciati! Poi però chi li paga i debiti contratti con i fornitori? con le banche? ma che ciaveva questi dalla testa.

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    1. A me risulta, leggendo i bilanci, che l'EBITDA della TW sia sostanzialmente allineato con quello della Faber e dell'Elica, almeno nel 2011.
      Quello che frega la TW sono gli oneri finanziari che deve pagare ogni anno.
      Magari non so leggere i bilanci.

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