8 giugno 2013

Indesit: lo schiaffo di Francesca

Era la cosa meno prevedibile, un colpo di scena su cui non avrebbe scommesso neanche il più incallito dei bookmakers inglesi, tanto sarebbe apparso surreale e inverosimile. Eppure qualcosa di eclatante è successa: da oggi il Piano Indesit deve fare i conti anche con il fuoco amico, per via di un'accorata, e per certi versi drammatica, presa di distanza di Francesca Merloni; un rifiuto senza mediazioni che somiglia a una vera e propria sconfessione delle scelte industriali annunciate in queste ultime, concitate giornate. Riporto testualmente dal Messaggero on line le parole della poietica rampolla: "Questa ferita è troppo grande: Fabriano, il nostro territorio, non la meritano. Qui le persone hanno costruito insieme a mio nonno Aristide una grande storia: lavorando insieme, uno per l'altro, con l'uomo sempre al centro. Non è questa di oggi la storia della nostra famiglia". Secondo Francesca Merloni, in sintesi, il Piano di Salvaguardia e Razionalizzazione è, innanzitutto, un atto di ingiustizia e di irriconoscenza nei confronti della città e, subito dopo, un tradimento non solo nei confronti della comunità fabrianese ma anche rispetto all'identità e alla storia familiare dei Merloni. Si tratta di affermazioni impegnative, e per certi versi epocali, di fronte alle quali è possibile ricavare un ampio ventaglio di di deduzioni e approcci che vanno dalla sottolineatura cinica di una Francesca Merloni che recita la parte del poliziotto buono, alla constatazione che, all'interno della famiglia, sussiste ancora una sorta di umanesimo residuo, capace di produrre anticorpi di capitalismo renano rispetto alla rovinosa managerializzazione anglosassone a cui Indesit pare essersi rapidamente allineata. Resta il fatto che, al di là delle posizioni di ciascuno sull'argomento, le parole di Francesca Merloni non possono essere commentate come fossero una sorta di dissociazione lirica della poetessa di famiglia, ma rappresentano l'effetto di una erosione di certezze prodotte da un vero e proprio assedio mediatico: dalla dura reazione dei lavoratori, dalle parole forti del Vescovo che ha suggestivamente parlato di scelte tenebrose, dall'annuncio di una mobilitazione sindacale che vedrà in città Susanna Camusso e forse anche gli altri segretari generali delle grandi confederazioni, dall'accusa di tradimento contro il territorio formulata gusto ieri dal Presidente della Camera Laura Boldrini. A dimostrazione che per produrre fatti sono necessarie anche parole pesanti come pietre e, quindi, capaci di seminare la divisione nel campo avverso. La sensazione è che, di fronte a una delocalizzazione che chiama direttamente in causa la famiglia, la memoria del fondatore e una lunga vicenda industriale, Francesca Merloni abbia parlato interpretando anche il pensiero del padre Francesco, che è poco verosimile supporre estraneo rispetto a una presa di posizione tanto deflagrante e impegnativa. E Francesco Merloni è, ad oggi, il vero grande patriarca della famiglia, oltre che figura assolutamente influente e e di grande prestigio industriale e politico. Per queste ragioni ci sono buoni motivi per pensare che su questa linea si attesterà anche l'altra figura di spicco del mondo femminile merloniano, ossia la senatrice Maria Paola Merloni che il 17 gennaio dichiarava ai giornali: "Insieme ai miei fratelli ho sempre cercato di valutare quello che è bene per l'azienda per garantire opportunità di crescita e di sviluppo in un mercato molto competitivo. Intendo continuare a farlo ben consapevole dell'importanza di Indesit nelle Marche e in tutti i luoghi in cui offre occupazione". Per questo attendiamo, per nulla fiduciosi, l'improvviso sopraggiungere di una qualche variazione sul tema della fuga turco-polacca
    

17 commenti:

  1. attenti che il serpente ha la lingua biforcuta

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  2. Evitiamo metafore inopportune per cortesia. Anche la contrapposizione più dura deve fondarsi sul rispetto

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  3. difatti c'è un rispetto siamo tra signori qui......(non parlo del tuo blog) caro mio se sapessi quello che hanno in testa non parleresti di rispetto, perché il rispetto fino ad ora lo hanno avuto solo i metalmeccanici fabrianesi....comunque denoti la tipica sudditanza psicologica del fabrianese medio.....prima ti scagli euforicamente contro i Merloni poi avvii una ritrattazione quasi incondizionata Miura voto: incoerente

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  4. rispetto le tue opinioni ma se scorri questo blog assai prima del caso indesit puoi trovare solo una incondizionata severità nei confronti della famiglia. E non avendo mai lavorato in nessuna di quelle aziende sono a sudditanza zero. Dico solo che se i lavoratori vogliono vincere questa battaglia non devono sottovalutare alcun elemento di divisione nel fronte Indesit. Prova a leggerlo meglio quest post: auspico divisioni e ironicamente cito una dichiarazione della senatrice Merloni. Se per te questa è una ritrattazione incondizionata e una sudditanza psicologica sei già pronto a perdere e a consolarti con qualche parola pesante. le lotte si fanno con la pancia e col cervello e con le elleanze. Criticare tanto duramente me che sto senza dubbio dalla parte dei lavoratori è tutto un dire

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  5. carO Miura e lo dico senza affettata stima, anche se si lavorasse per i Merloni l'eco di un messaggio poco cambierebbe nelle politiche aziendali, Camusso significa ammortizzatori sociali e estinzione della Indesit a Fabriano. L'occupazione e la requisizione dei capannoni e dei macchinari come risarcimento del danno come la vedi? Arriveremo tranquillamente a 6000 disoccupati e 2300 cassa integrati dopo questa operazione e chi ti assicura che la Thermo finita la delocalizzazione Indesit non segua la stessa strada? A quel punto chi avrà più la fortuna di lavorare a FABRIANO?

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  6. Finiremo che prenderemo un gratta e vinci e se saremo fortunati ci sarà scritto lavoro lavoro lavoro allora vinceremo un mese come operaio, fantasia realtà chi lo sa? ma ti rendi conto anche perché il povero operaio fino al giorno in cui si sveglia e realizza che l'azienda è chiusa non comprende che non uscirà più di casa per andare a lavorare mica lo capisce, preso com'è dai turni dalle pause dalla corsa frenetica della produzione. Che tristezza che amarezza e pensare che in Polonia e in Turchia festeggiano si abbracciano e brindano.

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  7. la squallida retorica del capitalismo tradizionale, legato al territorio, che cerca di smarcarsi dal freddo e spietato capitalismo dei giorni nostri.
    la poetessa sarà anche brava con le parole ma concettualmente esistono almeno un paio di punti per cui lo smarcamento risulta complicato per la famiglia:
    1) il non aver mai permesso a fabriano l'esistenza di (serie) alternative produttive, nonchè l'esistenza di un dissenso verso il monoprodotto/pensiero che, pur essendo sempre esistito, è stato sempre marginalizzato e non è riuscito a proporre idee e ricette alternative valide e strutturate (e ce ne sarebbe un gran bisogno allo stato attuale delle cose).
    2) il terribile nuovo corso manageriale dell'azienda chi lo ha deciso? gli alieni? darth vader? tony montana?

    va detto che il punto 2 è sostanzialmente un punto obbligato al giorno d'oggi (ma pure 10-15-20 anni fa) per una grande azienda, per cui le parole della poetessa risultano quantomeno dotate di poco senso (per non aggiungere altro).
    fino ad ora tutti in silenzio, anche se molte cose già si sapevano, adesso invece le parole si sprecano...dichiarazioni nostalgiche, necrologi, commiati, sfoghi di rabbia etc.
    la situazione indesit è chiaramente irrecuperabile...chi di dovere (le nostre parlamentari, camusso, istituzioni e politicanti locali vari) potrà cercare solo di attutire la caduta rovinosa del territorio...tutti gli altri potrebbero risparmiare parole e cercare di fare fatti.
    franceschì, ti stavi sbattendo per portare arte e cultura a fabriano? allora continua a sbatterti e cerca di creare qualcosa che sia legato veramente al territorio, magari evitando baracconi preconfezionati che atterrano nella death valley e poi ripartono dopo 2-3 giorni, senza lasciare nulla di artistico e culturale a una comunità che, grazie a una certa famiglia (chissà chi?), ha i cablaggi impiantati nel cervello!

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  8. Parlar male dei Merloni non ha mai aiutato e non aiuterà mai a risolvere i problemi, che il destino per Fabriano fosse segnato era chiaro fin dalla crisi sui prezzi dei metalli di inizio anni Novanta, le responsabilità quindi vanno condivise tra chi non ha fatto e chi ha fatto finta di niente. Questa benedetta "città del fare" è sveglia quando si trova il piatto e il culo caldi, poi quando si tratta di avere sale in zucca per programmare una riconversione allora scopriamo di essere terribilmente provinciali. Domotica, turismo, sanità, carta, salame, università, Unesco, montagna etc. etc. ne abbiamo sentite di tutti colori, ma fino ad ora non è stato mai elaborato un progetto strategico per attenuare gli effetti della deindustrializzazione. Non parlo di quello che dovrebbe essere fatto ora, ma di quello che doveva essere fatto 20 anni orsono. Anche su imput degli stessi Merloni che hanno lo sguardo rivolto al mondo. Non rimprovero ai Merloni di aver delocalizzato, perché è impossibile ormai fare industria in Italia. Rimprovero di non aver investito parte dei miliardi di euro guadagnati per sostenere la riconversione della loro città.
    Simonetti non capisco questo tuo vaticinio su Maria Paola Merloni. Prima di parlare contro le scelte aziendali dovrebbe vendere le azioni di sua proprietà, altrimenti tutto si riduce a fuffa.

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  9. secondo me Francesca Merloni ha dimostrato un forte senso di responsabilità

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  10. Il punto cari amici è che condivido per intero tutti i vostri commenti. Il non aver consentito alternative industriali è probabilmente il grosso crimine della storia industriale fabrianese. Ma ricordo anche che dissentire dal mito della lavatrice equivaleva a passare per dementi. Ricordo un convegno dell'allora PCI nel 1984 sui rischi della monocultura industriale ma peggio ancora un allucinante dibattito su l'Azione si Fabriano isola felice. Quel sistema aveva il suo consenso popolare

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  11. Poiesis è stato un grande evento per Fabriano come la mostra del Gentile.

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  12. Sergio Ballanti09 giugno, 2013


    Se c'è una cosa che non mi piace in questo blog è che il 90% dei commenti sono firmati Anonimo. Detto questo,anch'io condivido molti degli argomenti portati "dall'accusa" ma ciò non impedisce di ragionare in maniera più politica e meno "di pancia":le parole di Francesca sono molto importanti e, piaccia o no, Poiesis è l'unica iniziativa che ha saputo dare risalto a Fabriano in chiave culturale a livello nazionale (penso alla visibilità offerta dai vari media, autentici spot a livello di turismo culturale). PEr quanto riguarda la mostra sul Gentile il discorso è più articolato e credo che la sua eredità non sia stata raccolta con sufficiente lungimiranza da chi amministra la città.

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  13. Monica Balducci09 giugno, 2013

    Parole parole parole cantava Mina,e qui a fabriano se ne sono dette troppe,il problema rimane anche dopo quello che ha detto Francesca... Fabriano è sempre stata un feudo mai aperto al mondo... Ma quando un Feudatario cade porta con se tutto il paese ... Ora chi si rimbocca le maniche per ridare lustro e futuro a questa bella cittadina?... Non certamente solo con Poiesis bellissima iniziativa ma non basta... Lavoro=Dignità e Futuro... Tornare alla terra dando le proprietà del demanio in affitto o venderla a prezzi adeguati per i giovani agricoltori...etc etc... E per favore non fate gli anonimi perchè si parla fra persone adulte e civili... Sono libera democratica di poter dire tutto quello che voglio senza offendere...

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  14. In questo blog accetto gli anonimi perchè tanti sono stati costretti a vivere da anonimi per omertà, complicità e paura. Piano piano diminuirà anche l'aninomato.

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    1. quel giorno, probabilmente, in molti si renderanno conto di poter esprimere delle opinioni e delle idee senza paura di essere additati come "untori"
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      G.R.

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  15. Che i Merloni abbiano usato questo territorio come un feudo, non consentendo ad altri che a loro stessi di impiantare fabbriche e uffici, è un dato di fatto. I pochi che sono riusciti a convivere con questa situazione, l'elica, la tecnowind,la faber,la best,cotton club e non so quanti altri, stiano per chiudere o quanto meno ridurre drasticamente è un dato di fatto anche questo.La ex antonio merloni è andata avanti fino ad ora grazie alla legge Bersani che gli ha garantito 7 anni di cassa integrazione(un sogno per tutti gli altri)altro dato di fatto. Porcarelli farà solo gli affari suoi acquisendo un capitale in strutture e dando lavoro si e no a 2-300 persone (con aiuti dallo stato) non so per quanto tempo ancora.idem.I nomi di chi ci dovrebbero salvare da questa situazione sono...MILANI,MARIA PAOLA,ANDREA,ARISTIDE,CASOLI,amministratori americani di BEST e svizzeri di FABER.....STENDIAMO UN VELO PIETOSO.
    Aggiungiamoci che sono stati attirati dal "fu"lavoro molti extracomunitari e stranieri che difficilmente torneranno a casa(se il comune continuerà ad agevolarli).
    Non ci vuole un genio per capire a quale futuro andiamo in contro.
    Soluzioni????????? premio da nobel in economia.
    Una soluzione potrebbe essere di attirare in qualche maniera(incentivi,strutture inutilizzate agevolazioni dal comune e dallo stato a persone SERIE se ne esistono più).
    Altrimenti ho paura anche a fare previsioni.....scusate la poca fiducia che ho,ma sono 35 anni che lavoro nel fabrianese e non solo e vi assicuro che una situazione come questa non si è mai vista.

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  16. nelle parole di FM vorrei vederci quello che hai visto anche tu...in realtà, penso che il suo peso all'interno della famiglia sposti meno di quello di un "usciere" qualsiasi; ammetto che da parte sua c'è voluto del coraggio, ma in effetti, chiunque si aspettava da lei una presa di posizione...che non poteva essere diversa da questa; un atto dovuto...non ci vedo (purtroppo) nient'altro.
    Hanno la tranquillità economica personale e per le loro prossime 2 generazioni, con la pancia piena, si fa presto ad esprimere solidarietà.
    D'altro canto, mi aspetto a maggior ragione che la senatrice prenda il coraggio a 4 mani e si presenti davanti a tutti, col coraggio del proprio pensiero...anche se coincidesse con il "piano aziendale"; il silenzio le da torto...su tutta la linea!
    Ho il terrore di cosa accadrà quando Francesco Merloni lascerà definitivamente l'azienda...se ancora la famiglia ha una coesione, gran parte del merito, è suo (a quel che so)...e non so quanto possa aver benedetto questa transumanza.
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    G.R.

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