13 giugno 2013

Una cravatta sulle barricate

I politici hanno una loro stella polare che li orienta, un solo richiamo della foresta che li anima e un unico istinto che ne guida scelte e comportamenti: durare. E per durare servono i voti. Più voti possibile. Merce preziosa che non regala più nessuno, ma che comporta un bisogno eternamente insoddisfatto di apparire, di farsi notare e ricordare. Diceva Machiavelli che governare è far credere e non sbagliava: far credere di avere a cuore, far credere di fare, di farsi carico. Con il solo scopo di alimentare un plauso che possa tramutarsi in consenso e poi in voti e quindi in cariche e potere. E' un riflesso universale della politica, un tic incorreggibile, un'inerzia irrefrenabile che non muove a censura perché solo i moralisti, ossia gli ipocriti, possono figurarsi qualcosa di diverso. Sagramola sulla vertenza Indesit si è mosso seguendo pedissequamente questo istinto di durata: all'inizio scavalcato dagli eventi e come costretto suo malgrado a risvegliarsi da un mesto tran tran di determine e delibere. Poi, di colpo, la trasfigurazione: non più un Sindaco alla ricerca di un'agire felpato, condominiale e vicinale, ma un Masaniello energizzato dalla lotta, ambasciatore e plenipotenziario di effervescenze operaie, protagonista di blocchi stradali, una grisaglia tra le tute e sempre nei paraggi di un microfono o di una telecamera a cui consegnare pensieri e parole. Fino a sfiorare l'insidia della sovraesposizione, la bulimia mediatica che ti spinge a essere sindaco e sindacalista, istituzioni e parti sociali, governo e opposizione sociale. E' il consenso che rintocca, che rode dentro, orienta i gesti e affolla i pensieri. Una pulsione quasi erotica che spinge a tracimare, a invadere, a occupare - come un gas - tutto lo spazio disponibile. Perché i politici sanno bene che chi soffre per il lavoro e si sente sospeso come un equilibrista sullo strapiombo, apprezza la presenza, il calore e la mano solidale. E se lo segna in mente. E magari al prossimo giro se ne ricorda e ti vota. E ti tiene in ballo per altri cinque anni di giostra. Ecco quindi il bisogno di tenere alta la temperatura e quindi sabato riunione dei sindaci, umbri e marchigiani, tutti uniti e solidali; E poi solenni inviti alle banche a fornire altra grana a Tecnowind perché 20 milioni di debito cosa vuoi che sia. Insomma un uomo solo al comando proprio quando la natura complessa della vertenza Indesit richiederebbe un sano policentrismo di personalità e di posizioni. E Sagramola fa venire in mente Moretti in Ecce Bombo: "Ah no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Che dici vengo?. Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo."

p.s. fonti affidabili riferiscono che Sagramola sia a Roma a conferire con Enrico Letta. vediamo se questa amicizia non millantata è solo una medaglia o se porta frutti. Il momento è quello buono.
    

6 commenti:

  1. Sagramola e il caso Indesit. Ieri ho letto una locandina dal tono molto rassicurante che recitava più o meno così: L’AD Indesit rassicura il sindaco che l’azienda rimarrà in Italia. Penso che questa sia una bella presa per il culo, una frase di stampo politichese che dice tutto e non dice niente, e soprattutto non da nessuna rassicurazione sugli esuberi fabrianesi. Sagramola, se è in buona fede, non dovrebbe prestarsi a questi squallidi giochetti, perché se adesso assolve passivamente a figura rassicurante un domani potrebbe subire metamorfosi e trasformarsi in ingannatore del popolo.

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    1. I titoli sulle locandine li fanno i giornali per far vendere di più.
      Semmai c'è da capire da che parte sta la stampa e non da che parte sta Sagramola, che fa il suo mestiere di primo cittadino.
      Poi possiamo dire che era ora che si svegliasse, ma il 2017 mi pare ancora un po' lontano e la gente ha memoria corta.

      L'unica cosa che lo renderebbe al di sopra di ogni sospetto è una bella intervista pubblica nella quale non chiede ai Milani/Merloni se la Indesit Company rimarrà in Italia, ma se verrà venduta.
      Perché dire che Indesit rimane in Italia dopo la cura dimagrante, fa chic ma non impegna, visto che se l'azienda viene venduta saranno poi i nuovi proprietari a decidere se e dove pensare e produrre.
      Sic transit gloria mundi.

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  2. Sagramola è assolutamente in buonafede. Ma ha la buonafede dei politici: cioè prima vengono loro e poi il resto del mondo. Nessuno scandalo ma solo un elemento di consapevolezza in più

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  3. Più che alle critiche Miura stai criticando e basta, ti voglio propositivo!

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  4. Credo di aver raccontato questa faccenda della Indesit in modo puntuale, corretto e faziosamente dalla parte dei lavoratori. E invece di contestare i molti che tacciono e chi va in giro a far credere che l'azienda ha aperto uno spiraglio (e tutti sanno che non è vero) il non propositivo sarei io? Questa è bella davvero!!!!

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  5. La vicenda Indesit pesa molto di più su Spacca che non Sagramola. L'attacco della Merloni sui giornali ha fatto prendere coraggio al sindaco che ha potuto schierarsi perchè il suo unico problema è quello di non tornare a fare il messo comunale, e quindi in parte, sente veramente il problema poichè deve averlo passato durante le elezioni.

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