6 giugno 2013

Indesit: neanche un Consiglio Comunale straordinario?

Ieri, per dirla con Oriana Fallaci, è stata la giornata della rabbia e dell'orgoglio, delle assemblee in fabbrica, della marcia verso la sede centrale e del tentativo di occupazione del piano di palazzina in cui lavorano gli impiegati della Indesit. Operazione che pare non sia andata a buon fine a seguito di un accordo tra sindacalisti e direzione aziendale che hanno convenuto di trasformare una lotta per il lavoro in un pranzo di gala tra controparti educate e dialoganti. Ma ieri è stato anche il giorno della politica, costretta ancora una volta ad inseguire gli eventi, a cadere innocente dal pero e a prendere posizione con quel filo di ritardo che la rende sempre riconoscibile e contestabile. Sagramola, per dire, dopo aver rimuginato e praticato un distacco quasi anglosassone rispetto agli eventi, ha deciso di giocare l'unica carta possibile per salvare capra, cavoli, carica e faccia: interpretare il ruolo di Sindaco del Popolo - con tanto di fascia tricolore per evitare che qualcuno lo scambi per l'usciere di Melano -, farsi megafono di una comunità ferita, con quella fisiognomica affranta e situazionista che solo i cattocomunisti sono capaci di interpretare con splendore scenico e senso greco della tragedia. Ma ieri è stata anche la giornata nera del Governatore Spacca che ha confessato ai giornali di aver appreso del Piano Indesit dalle agenzie, come un qualunque sconosciuto cittadino della "regione al plurale". E di fronte al cataclisma occupazionale e alla beffa personale il Governatore ha deciso di far risuonare una ferma e vibrante protesta, inviando un telegramma al vertice della Indesit in cui si faceva richiesta di incontro urgente per comprendere e approfondire. Come a dire: mi avete schiaffeggiato e forse porgo pure l'altra guancia. Da veri cristiani che più democristiani non si può. Ma nel frattempo c'è pure da registrare l'intervento in aula delle parlamentari fabrianesi del Movimento 5 Stelle, con Patrizia Terzoni che dopo aver indugiato su ipotesi jugoslave di autogestione - notoriamente praticabili e di successo - si fa promotrice dell'unica proposta sensata circolata in queste ore: dare sostanza giuridica al danno inferto alla comunità, riconoscendolo come reato e come effetto della violazione del principio costituzionale della responsabilità sociale dell'impresa. Per il resto un grandissimo silenzio da parte delle forze politiche locali. A partire dal Pd che magari tace perché non sa cosa dire o forse perché non gli hanno ancora comunicato che Maria Paola Merloni ha lasciato il partito, e quindi si temono possibili ripercussioni. A seguire con l'Udc, chiusa in un rigoroso silenzio perché il gallo non canta più e perchè pare che il partito sia preoccupato giusto per gli effetti che la crisi Indesit potrà avere sull'addizionale Irpef e quindi sui conti di Angelo Tini, che è la cosa più bella e più cara di cui dispone questa città. Giusto ieri a Terni si è svolto un corteo contro la Tyssen a cui ha preso parte anche il Sindaco che è stato manganellato assieme ai manifestanti. Non essendo teste calde e sovversivi come i ternani ci accontentiamo di cose più pacifiche: magari un consiglio comunale straordinario e aperto, con i consiglieri e la Giunta che presiedono a costo zero rinunciando al gettone di presenza ma dando un segno tangibile di presenza istituzionale e di spirito unitario. E qualcosa mi dice che il presidente Pariano saprà dare seguito a questa idea, che è un segno concreto di vicinanza e di condivisione.
    

17 commenti:

  1. Che Spacca cada dal pero non ci credo proprio. Anzi
    sà e sapeva benissimo di come e cosa sarebbe accaduto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vorrei sentire le voci di chi ha appoggiato Spacca ed il suo modello Marche (PD+IDV+UDC)alle ultime elezioni.
      e' di pochi giorni fa la notizia che Spacca ha revocato il mandato agli assessori regionali dell'IDV.
      Bell'esempio di democrazia.

      Elimina
    2. Ringrazio l'anonimo delle 14.09 per la critica al Presidente Spacca che, nel togliere le deleghe all'ITALIA DEI VALORI, non ha dato un bell'esempio di democrazia. Togliendo le deleghe al partito che ha contribuito alla sua vittoria con il 9,07% dei voti per darle a eletti nell'IDV nel 2010 poi traghettati nel partitello che nel 2010 nemmeno esisteva e che alle politiche ha preso lo zero virgola qualcosa, fa parte di una meschina e subdola concezione che alcuni pseudo-politici hanno delle alleanze, delle coalizioni e della politica. Il tutto, senza consultare il partito, i vertici nazionali e locali, il tutto come negli accordi di "sagrestia" o nei sottoscala di qualche bettola.

      Chiusa questa parentesi, i miei interventi sul caso della Indesit li trova sul precedente blog di Gian Pietro, li trova sul mio profilo fb e su quello di Mariangela Paradisi (Economista e giornalista economico del Corriere), ma questo è quello che pensa Maurizio Corte dell'IDV e non leggo cosa pensano gli eletti IDV ora confluiti nel Centro Democratico.

      Su questi profili ho scritto: "Sono tanto impegnati a mercanteggiare sulle poltrone che non si sono accorti che "L'Indesit se ne va in Polonia e Turchia e annuncia 1.425 esuberi in Italia, vara il piano di riassetto lacrime e sangue, centinaia di esuberi in tutte e tre le fabbriche di Caserta, Comunanza e Fabriano, 1.425 esuberi di cui 25 dirigenti, 150 impiegati di staff, 480 lavoratori a Fabriano, 230 a Comunanza, 540 a Caserta. Che bella "internazionalizzazione". Ora voglio vedere se la Regione chiede la restituzione dei finanziamenti per la "delocalizzazione selvaggia".

      Come la penso io e l'IDV Fabriano lo può leggere sui profili che le ho indicato.
      Ritengo, come ha scritto Gian Pietro, che sia necessaria una mobilitazione dell'intera cittadinanza per far capire che non si mercanteggia sulla pelle delle famiglie e che la "delocalizzazione selvaggia" non significa "Internazionalizzazione". E' necessario far capire alla proprietà che, alle belle parole come quelle scritte nel 2011 da M.P.Merloni: "Il legame con Fabriano non si tocca. Compatti in azienda e attaccati al territorio", oppure: «Papà ha sempre sostenuto che fare gli imprenditori non è un diritto ma una responsabilità nei confronti delle persone e del territorio, a cui si devono dare sicurezza e garanzie. Questo è il motivo per cui il cuore pulsante di Indesit Company è Fabriano dove è radicata", a tutte queste belle parole poi i fatti sono tutt'altro e sono amari, duri da digerire e che compromettono la stabilità psicologia e umana delle famiglie interessate.
      In pratica, quelle belle parole oggi suonano come una presa per culo e i Fabrianesi, soprattutto i dipendenti, l'indotto, sono stufi di essere trattati come macchine obsolete da buttar via e non come RISORSE o CAPITALE UMANO da valorizzare.
      L'ECONOMIA DEL PROFITTO ANZICHE' DEL SOCIALE ha solo prodotto danni.

      Maurizio Corte

      Elimina
  2. Nella sostanza e nella panza dei 1425 neo disoccupati,licenziati, cassintegrati ec., quale sarebbe "l'unica proposta sensata circolata in queste ore" da parte della Terzoni?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riconoscere giuridicamente una delocalizzazione come questa come danno alla comunità e quindi passibile di risarcimento mi sembra sensato e fattibile

      Elimina
    2. Il risarcimento dovrebbe consistere nel richiedere innanzitutto la restituzione di tutti i finanziamenti, agevolazioni, a qualsiasi livello e darli in risarcimento alla comunità locale. Quindi, questa legge regionale già esiste (L.R.30.06.2009) e Spacca potrebbe subito metterla in pratica (senza che i soldi però finiscano in Regione). La proposta della Terzoni è ..... una proposta .... la trasformi in proposta di legge .....

      Elimina
    3. Ripensaci, che è meglio....

      L'Indesit è il 3° produttore in europa, prima convinci gli atri due a non "delocalizzare", poi ne parliamo.
      Invito poi tutti quelli che non hanno il set casalingo completo di elettrodomestici fabrianesi a tacere. Io posso parlare!
      E' il sistema che non funziona, l'Indesit è solo una parte di questo.
      Ci sono molti oneri occulti: Politica, Sindacati, inefficienze...etc...etc.
      Il costo della manodopera influisce, ma molto anche i costi di trasporto.
      In Germania dove gli sprechi sono ZERO, Vw produce e guadagna bene, cosi come Miele e Bosh....

      Invece di sparare sugli imprenditori (vecchi o futuri), sarà mica il caso di fargli la corte? (che non vuol dire servilismo)

      Cominciamo a chiedere a Sorci il danno inferto alla comunità, per la troppa cementificazione e l'espansione demografica di Fabriano, quando forse era meglio di no.

      Lo stesso vale per la Terzoni, se Il M5S fa una cazzata, lei paga i danni di tasca sua??'




      Elimina
    4. Quoto tutto, soprattutto la parte degli elettrodomestici fabrianesi in casa propria. Io ho comprato BEKO.
      'Ntu culo.

      Elimina
    5. In Germania guadagnano e ripartiscono una parte degli utili ai dipendenti. Lo stipendio medio di un operaio è di € 3.000,00 contro i 1.200,00 dell'Italia. Non sarà per caso che l'Italia vanta una categoria di Imprenditori di bassissimo spessore ? Forse hanno preferito l'azione speculativa tramite la frequentazione dei salotti che contano piuttosto che pensare al mercato e al prodotto ? LA FIAT insegna. E adesso alzano i tacchi dopo aver spremuto bene bene.

      Elimina
    6. La legge che prevede la restituzione dei finanziamenti in caso di delocalizzazione è la LEGGE REGIONALE 07 luglio 2009, n. 15 "Norme in materia di delocalizzazioni e incentivi alle imprese"
      che si trova a questo link
      http://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/leggirm/leggi/visualizza/vig/1615

      Elimina
    7. a mio avviso, l'errore più grosso, l'hanno commesso gli imprenditori che, invece di farsi regalare i "finanziamenti a fondo perduto", dovevano chiedere una defiscalizzazione pesante del lavoro!...invece hanno preso i soldi ed ora si tolgono bellamente "di culo" senza se e senza ma!
      avevano il potere di chiedere legittimamente vantaggi per lavorare, invece hanno chiesto "l'elemosina di stato" per farsi i cazzi propri.
      ______________
      G.R.

      Elimina
  3. non so se possa portare a risultati concreti però una richiesta di risarcimento va fatta, politicamente ci sta tutta...brava terzoni!
    sarebbe bello se questa richiesta coincidesse con un segnale, con quel cambiamento culturale (e politico) di cui tanto si parla.
    la famiglia a fabriano è sparita da un pezzo, mi auguro vivamente che tutta la nomenklatura dei politici filopadronali faccia (politicamente, sia chiaro!) la stessa fine: S P A R I R E ! ! !
    opposizione, è ora di cominciare a fare la voce grossa, il territorio è allo sbando, fino adesso si è scherzato...ora bisogna fare i seri, se no si S P A R I S C E a ruota di quegli altri (sempre politicamente eh!).

    RispondiElimina
  4. La Famigla a Fabriano non esiste piu da un pezzo e ci portati sul lastrico , e non credo che un consiglio comunale aperto risolva I problemi, tantomeno pariano(!!!!!) Gira gira fa a finire come la antonio merloni e tutte le altre aziende . I Buoi sono .....scappati ora sara dura riportarli dentro.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo con te ma preferisco il Sindaco di terni che si fa manganellare assieme agli operai che i nostri che stanno zitti e chiotti come pesci di fondale. Anche se i buoi sono usciti c'è una differenza sostanziale tra una protesta e un'alzata di spalle. meglio la prima non credi?

      Elimina
    2. Se protestano i nostri, minimo la famiglia li licenzia. e poi chi li mantene? visto che non sò figurini ho l'impressione che magnino pure tanto

      Elimina
    3. Credo che per molti esponenti di questa dinastia Fabriano ormai sia lontana ... molto lontana, forse la famiglia esiste solo nelle parole di quei nostri concittadini che ancora si riempono le bocche vantando l'amicizia dei Merloni, giusto per darsi le arie, come hanno sempre fatto.

      Elimina
  5. Anche perchè il buon Sagramola deve qualcosa ai dipendenti indesit in quanto in campagna elettorale insieme agli altri candidati tranne Acioni è andato a fare la bella statuina in uno sciopero indetto apposta per l'occasione. Dobbiamo dare atto che l'unica rappresentanza politica seria in questa vicenda è stato Arcioni, unico in via ufficiale che è andato a discutere con i vertici dell'azienda prima di tutto questo chiasso.

    RispondiElimina

Sarà pubblicato tutto ciò che non contiene parolacce, insulti e affermazioni discriminatore nei confronti di persone